Quarta domenica di Pasqua C

da | Apr 24, 2010 | Per la meditazione | 0 commenti

Quarta domenica di Pasqua C

di p. Giorgio Bontempi cm

Atti 13,14.43 – 522

Salmo 99

Apocalisse 7,9.14b – 17

Giovanni 10.27 – 30

Lectio

Al centro della liturgia della Parola di questa domenica si trova la figura del Buon Pastore. Questi è rappresentato nella prima lettura da Paolo e Barnaba che, udita la voce dello Spirito, hanno il coraggio di compiere un salto di qualità di portata storica: annunciare il Vangelo anche ai pagani, che erano coloro che non appartenevano al popolo ebraico. Da allora la chiesa diviene universale (= cattolica)

L’universalità è ripresa dalla seconda lettura, in cui l’autore immagina la gloria di Dio – la chiesa celeste, composta da una moltitudine immensa. Tutti hanno diritto di far parte della chiesa se aderiscono al messaggio di Cristo, tramite il battesimo.

La terza lettura (= vangelo) chiarisce quale immagine di Cristo è quella giusta quella del Buon Pastore.

Infatti egli è venuto nel mondo per servire e non per essere servito, ma per servire. Questo è il modo cristologico di essere autorevole, perché egli si è spinto fino a dare la vita per il suo gregge (= l’umanità).

Metidatio

Ogni cristiano è pastore, perché – con la sua vita – deve testimoniare il vangelo, nel servizio dei fratelli. Certamente coloro che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine, debbono sentire maggiormente il dovere di essere pastori.

Pastori/servi, non Pastori/padroni, la Scrittura ammonisce di non spadroneggiare sulle persone affidateci, mentre c’invita a farci modelli del gregge.

Certo è un compito difficile, perché il buon pastore deve vigilare sul gregge con amore. Che cosa significa vigilare? Innanzitutto che, all’interno della comunità non si stabilisca la menzogna, cioè non accada che una parte prenda il sopravvento sul tutto. Le letture di questa domenica ci ammoniscono: la chiesa è universale, non può limitarsi ad esprimere, quella o questa congregazione o ordine religioso, questa o quella associazione, questo o quel movimento…..!!!!!!!!! quando ciò accadesse, ci troveremmo di fronte a una setta, si ad una setta. Una setta che celebra l’eucaristia, che si riempie la bocca di obbedienza al Papa, al catechismo della chiesa cattolica, ecc…ma sempre una setta, non la chiesa!! Ecco perché il buon pastore deve vigilare.

Ma per vigilare il pastore deve essere limpido, non attaccabile, non ricattabile, coraggioso, preparato, altrimenti, offre una contro testimonianza, che viene colta dagli spiriti illuminati, pronti e attenti alla vita della chiesa, certo ai superficiali questo pastore va sempre bene, anzi…!

Torniamo all’universalità della chiesa: questa si attua nel promuovere i carismi, i doni che sono dati ad ogni persona, o gruppo o movimento dallo Spirito Santo, nell’ottica della teologia sulla chiesa promulgata dai decreti del Concilio Vaticano IIº.

Se il Pastore non vigila affinché tutto questo venga attuato e sotterra il talento, oppure per superficialità, arroganza, invidia, gelosia, si adagia – o peggio – impedisce ai buoni pastori di svolgere al meglio il loro ministero, avrà il rimprovero duro che il Vangelo commina a persone che vivono in quel modo.

Preghiamo il Padre perché susciti nella chiesa sempre di più buoni pastori.

Buona domenica.

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