Pastorale parrocchiale

da | Dic 21, 2009 | Ministero pastorale | 0 commenti

Nell’anno 350°dell’entrata in Paradiso di san Vincenzo e di santa Luisa, le parrocchie in cui la Famiglia Vincenziana è presente, potrebbero costituire un punto di rilancio fondamentale del carisma dei fondatori, a vari livelli: evangelizzazione, carità, formazione della gioventù.
Cercherò di proporre alcuni spunti in vari articoli, per dare nuovi impulsi e far scaturire idee.
P. Giorgio Bontempi C.M.

Come animare un gruppo di chierichetti.

Il gruppo dei chierichetti – composto da maschi e femmine – ricopre un ruolo importante all’interno della pastorale parrocchiale che, purtroppo, alle volte, non è riconosciuto, o per incapacità o per pigrizia da parte del clero.

Quando ero chierichetto la liturgia non esisteva: c’erano le cerimonie. Queste erano insegnate a memoria e non veniva normalmente spiegato il loro senso teologico/liturgico, perché non esisteva. Si serviva all’altare bene, ma senza comprendere il senso, sia delle parole che dei gesti.

Nonostante questo, nella mia parrocchia a La Spezia, ho avuto la fortuna di essere stato seguito da preti che amavano il “ben celebrare”. Eravamo il gruppo chierichetti migliore della diocesi e naturalmente vincevamo sistematicamente il “concorso di cerimonie” diocesano annuale.

Dal nostro gruppo il Signore ha chiamato a servire la Chiesa in varie vocazioni.

Oggi è cambiato il modo di seguire un gruppo chierichetti, ma non è mutata l’importanza.

Alcuni suggerimenti di metodo:

1) Il prete deve saper presiedere le celebrazioni liturgiche in modo semplice e nello stesso tempo solenne. Inoltre deve rispettare i ruoli all’interno dell’assemblea celebrante e non sostituirsi nei relativi ministeri (lettore, cantore, accolito…), ma insegnare ai laici a ricoprirli.

2) Il prete deve avere la pazienza d’insegnare ai ragazzi come dovranno muoversi in presbiterio e sceglierne uno che diventerà a sua volta il “cerimoniere”, il capo gruppo.

3) Il prete deve, almeno ogni 15 giorni, riunire il gruppo chierichetti. Sarebbe opportuno che questo avesse una sede propria, in cui esporre cartelloni ed altri segni del cammino in corso durante l’anno liturgico.

4) Come svolgere l’incontro settimanale o quindicinale.

L’incontro può essere diviso in tre parti: le prove delle celebrazioni, la catechesi liturgica e il gioco di gruppo.

a) le prove delle celebrazioni liturgiche. In primis si insegna a servire la Messa della domenica, rispettando le scansioni del Messale Romano, che permettono ai chierichetti un movimento ordinato e frequente, durante la celebrazione. In seguito s’insegnerà il servizio nelle celebrazioni solenni e durante il Triduo Pasquale.
Intanto saranno già emersi – tra i ragazzi – quelli più dotati – i quali vanno iniziati al ruolo di regista o cerimoniere. Saranno quelli che, in seguito, quando nel gruppo – ormai amalgamato – entreranno dei nuovi ragazzi, insegneranno loro le cose fondamentali riguardanti le celebrazioni liturgiche.

b) la catechesi liturgica. Questo momento è fondamentale per far innamorare i ragazzi alla liturgia. Si tratta d’insegnare, usando il metodo dialogico e ludico, il perché il senso delle parole e dei gesti compiuti nelle celebrazioni. È importante che i chierichetti colgano il senso dei luoghi che compongono l’aula celebrativa (la chiesa) e che ne costituiscono i poli: la mensa, l’ambone e la sede, comprendano il significato del lezionario, del messale e dell’evangeliario e delle vesti liturgiche.
In seguito si passa a spiegare il senso profondo del Tempo: l’anno liturgico, partendo dalla Pasqua settimanale (la domenica) e giungendo al Triduo Pasquale, per poi proseguire con la spiegazione dell’Anno Liturgico.
È importante dialogare con i ragazzi, rispondere alle loro domande, sempre in modo logico, mai: è così perché è così.

c) Il gioco comunitario. È importante amalgamare il gruppo anche con la scansione ludica, al termine dell’incontro. I ragazzi devono venire volentieri al gruppo chierichetti.

Conclusione.

In una comunità parrocchiale il gruppo dei chierichetti può essere una base, per iniziare la pastorale vocazionale, nel senso che si comincia a formare la coscienza del ragazzo/a ad ascoltare la voce di Dio e ad insegnargli/le, tramite la liturgia, a discernere il linguaggio verbale e non verbale, di cui il Signore si serve per comunicare con noi.

Inoltre questo gruppo, in cui è saggio coltivare i ragazzi/e anche oltre l’adolescenza, può costituire la base del gruppo giovani. Il gruppo chierichetti non deve ridursi solo ai bambini delle elementari ed ai ragazzi delle medie! La liturgia è fondamentalmente un affare di cristiani adulti, in cui il bimbo ed il ragazzo s’inserisce. Altrimenti sembra un gioco per bambini, poi, quando uno diventa grande smette di giocare con i bambini…..

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