“La gente, molto provata da mesi di crisi, aveva seguito con indifferenza e senza grande attese l’incontro di Addis Abeba. La speranza è quella di vedere allontanare lo spettro delle sanzioni internazionali e assicurati gli aiuti umanitari”: lo ha detto alla MISNA una fonte dell’emittente salesiana locale ‘Radio Don Bosco’, riferendo il clima dominante nella grande isola africana a pochi giorni dall’accordo per la creazione di un governo di unità nazionale, raggiunto in sede dell’Unione Africana (UA), nella capitale etiopica.
Un lungo articolo del quotidiano di Algeri ‘La Tribune’ che ripercorre l’iter dei negoziati pilotati dall’Unione Africana – con il sostegno tra l’altro dell’Onu e della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc) – afferma che l’accordo raggiunto lo scorso fine settimana ad Addis Abeba “è una vittoria significativa per il Consiglio pace e sicurezza (Cps) dell’UA che con pochi mezzi umani e economici riesce a dare un contributo significativo alla pacificazione e stabilizzazione del continente”. L’architettura istituzionale della Transizione conferma la presidenza all’ex-sindaco di Antananarivo Andry Rajoelina, prevede un consiglio presidenziale formato da due ‘co-presidenti’ (un ruolo secondo alcuni ambiguo e tutto de definire) attribuiti alle forze del presidente dimesso, Marc Ravalomanana e dell’ex-presidente Albert Zafy, mentre il governo di transizione sarà diretto da un fedele dell’ex-presidente Didier Ratsirika. Tra le altre cariche della Transizione che dovranno traghettare il paese verso le presidenziali di Ottobre 2010, ci sono poi la presidenza del Congresso (ex-assemblea nazionale) al gruppo Ravalomanana, quella del Consiglio superiore (ex-senato) alle forze di Rajoelina e del Consiglio della riconciliazione, all’ex-presidente Zafy. L’accordo prevede anche l’apertura delle istituzioni ad altre forze politiche e a rappresentati della società civile, ad esempio nel Consiglio economico e sociale. Rimangono da assegnare con precisione i 31 dicasteri che compongono il governo – punto cruciale, in particolare per quelli chiave dagli Interni alla Giustizia – e le circa 320 poltrone parlamentari. Perplessità vengono espresse da commentatori e media per un accordo difficile da attuare: “Costruire una società giusta e democratica dopo così tanta animosità e le recenti ferite non sarà semplice così come armonizzare l’operato di una transizione tricefala dotata di effettivi pantagruelici (pari a 457 persone)” scrive il Madagascar Tribune. Infine, sulle sanzioni, il presidente del Cps, Ramtane Lamara, ha precisato che verranno sollevate del tutto “solo quando le istituzioni di transizione funzioneranno e il calendario elettorale verrà definito”.
Fonte: www.misna.it
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