Roma: muore detenuto 89enne, aveva il ''fine pena'' nel 2016

da | Ott 8, 2009 | Carcere | 0 commenti

Il Velino, 26 settembre 2009

È morto a 89anni in una clinica di Roma, dove era ricoverato per gravissimi motivi di salute che avevano indotto i giudici a concedere il differimento della pena, nella vana attesa dell’autorizzazione a scontare il resto della pena in Canada, dove risiede la sua famiglia. Protagonista della storia, segnalata dal Garante dei detenuti della regione Lazio Angiolo Marroni, un cittadino canadese di origine italiana, Antonino Patafi, morto il 19 settembre.

Nato in Calabria nel 1921, emigrato negli anni 50 in Canada in cerca di fortuna, l’uomo era stato arrestato nel 1997 per un duplice omicidio, commesso in età avanzata in Calabria, legato a questioni patrimoniali. Patafi è stato detenuto a Rebibbia e Regina Coeli per scontare una pena a 24 anni di reclusione che sarebbe scaduta nel 2016. Senza parenti in Italia, (il figlio Francesco ha sempre vissuto in Canada), dal 2008 Patafi aveva presentato domanda per scontare la pena in Canada.

Vista l’età avanzata a Regina Coeli Antonino aveva una cella con il campanello: negli anni aveva socializzato con i detenuti e con il personale che garantivano anche un controllo sulla sua salute. A febbraio il tribunale ha disposto il differimento della pena per gravi motivi di salute. Fuori dal carcere Patafi si è trovato senza sistemazione, né cure mediche. Con una carta d’identità italiana scaduta nel 1957, per i servizi territoriali era, infatti, inesistente. Per questo il garante si è adoperato per assicurargli un documento d’identità necessario ad iscriverlo al servizio sanitario regionale.

A giugno, dopo vari ricoveri tra Caritas, ospedali, centri di accoglienza e strutture onlus, Patafi entrava in una clinica privata a spese della famiglia. Dal punto di vista giudiziario dopo il nulla osta, lo scorso aprile, del Canada al suo trasferimento, il ministero della Giustizia, sollecitato da garante, ambasciata canadese e avvocato, a giugno dava il suo parere favorevole. Per far tornare Antonino in Canada mancava solo il nulla osta del tribunale di Reggio Calabria. L’udienza è stata fissata il 1 ottobre.

Troppo tardi per Antonino, morto il 19 settembre. “Aveva 89 anni e, nelle condizioni di salute in cui si trovava, non credo potesse più nuocere alla società, eppure a quest’uomo è stata negata la possibilità di morire col conforto dei familiari” ha detto il garante dei detenuti Angiolo Marroni, che ha aggiunto: “Questo ufficio,l’ambasciata canadese, i volontari, hanno fatto di tutto per consentirgli di vivere dignitosamente questi mesi di attesa.

Autorizzarlo a tornare, peraltro in carcere, sarebbe stato un gesto di umana pietà che, purtroppo, le lungaggini burocratiche hanno impedito di compiere. Un finale ancor più beffardo se si considera che, contro il sovraffollamento, si invoca il trasferimento dei detenuti stranieri nei loro Paesi di origine. Qui c’era un uomo che lo aveva chiesto, non sono bastati mesi per accontentarlo”.

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO