Come è consuetudine in questo periodo, Padre Tomaž Mavrič, CM, Presidente del Comitato Esecutivo della Famiglia Vincenziana, invia una riflessione a tutta la Famiglia Vincenziana in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli il 27 settembre:
Roma, 15 settembre 2021
FESTA DI SAN VINCENZO DE PAOLI
A tutti i membri della Famiglia vincenziana
Care Sorelle e Fratelli,
La grazia e la pace di Gesù siano sempre con noi!
Il mese di settembre è chiamato vincenziano perché noi, membri della Famiglia vincenziana di tutto il mondo, ci prepariamo a celebrare insieme la festa di San Vincenzo de Paoli con Eucaristie preparate accuratamente, liturgie della Parola e altri momenti di preghiera che impegnano tutti i rami della Famiglia vincenziana in una determinata Parrocchia, un paese, una città, una regione o una Nazione. Ci prepariamo, inoltre, a celebrare la festa con azioni concrete di servizio corporale e spirituale dei nostri Signori e Padroni.
Vorrei ringraziare dal profondo del mio cuore e congratularmi con ogni ramo della Famiglia vincenziana per l’incredibile creatività, l’impegno e il servizio che ciascuno ha dimostrato dall’inizio della pandemia fino ad oggi per alleviare le sofferenze inflitte al mondo dal Covid-19 che, come sempre, colpisce più duramente i poveri e i più vulnerabili. Noi tutti speriamo e preghiamo che il peggio della pandemia sia alle nostre spalle, anche se questo è più vero in alcuni Paesi che in altri. Viviamo ancora con molta incertezza rispetto a quello che potrebbe succedere dopo.
Impariamo a utilizzare sempre di più nuovi strumenti per rimanere in contatto gli uni con gli altri attraverso i social media, Zoom e altre piattaforme a nostra disposizione. Sono mezzi eccellenti per sviluppare l’interconnettività e la collaborazione. Tuttavia, sperimentiamo, con ancora più urgenza il bisogno di riprendere gli incontri personali, le riunioni e i raduni che vivevamo prima che la pandemia di Covid-19 si diffondesse nel mondo. Dopo aver vissuto un periodo così lungo di isolamento, di distanziamento e di divieto di incontri, desideriamo dal profondo del nostro cuore moltiplicare gli incontri personali, le riunioni e i raduni.
Anche se Vincenzo ha scritto più di 30.000 lettere, principale forma di comunicazione “a distanza” del suo tempo, le sue giornate erano piene di incontri con persone singole e gruppi. Egli apprezzava chiaramente le ripetizioni dell’orazione e le conferenze che riunivano i confratelli e le Suore.
A proposito dello sviluppo dell’interconnettività, vorrei sottolineare tre aree di cui ho già parlato in passato. In ciascuna di esse ci sono stati miglioramenti notevoli, ma rimane ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Per questo motivo ne parlo di nuovo nella lettera di quest’anno, convinto che, se riusciremo a rafforzare l’interconnessione e la collaborazione e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati in queste aree specifiche, le altre seguiranno quasi automaticamente e sarà molto più facile riunire i 160 rami per qualsiasi nuova iniziativa che potremmo intraprendere in futuro.
1. I Consigli nazionali della Famiglia vincenziana nei 162 Paesi dove la Famiglia vincenziana è presente oggi.
L’Ufficio della Famiglia vincenziana (VFO) lavora diligentemente per aiutare a raggiungere il seguente obiettivo: entro l’anno prossimo, nel 2022, i 162 Paesi avranno un Consiglio nazionale della Famiglia vincenziana.
Chi deve far parte del Consiglio nazionale? I rappresentanti di tutti i rami in un dato Paese. Nessun ramo dev’essere lasciato da parte ma tutti, grandi o piccoli, devono avere la sensazione di appartenere ad una stessa famiglia. Se si tratta di un Paese grande, potrebbero esserci Consigli regionali della Famiglia vincenziana oltre ai Consigli locali nelle grandi città, come succede già in alcuni Paesi. Tutti questi Consigli sarebbero sempre interconnessi tra di loro e coordinati dal Consiglio nazionale.
Vorrei fare appello ai rami di un Paese, di una regione o di una città che esistono già da tanto tempo e che hanno più esperienza di altri rami nell’area dell’organizzazione per aiutare a riunire i diversi rappresentanti della Famiglia. Essi si trovano nella posizione migliore per invitare i rami e organizzare i Consigli ai quali ogni ramo parteciperà, al fine di pianificare insieme diversi progetti, iniziative e incontri lungo l’anno. Incoraggio i Consigli nazionali a non limitare questi incontri a uno per anno, ma ad averne un maggior numero per anno, al fine di sviluppare e intensificare la collaborazione e l’interconnessione che riuniranno regolarmente la Famiglia.
Per sottolineare l’importanza di collaborare ad iniziative lanciate da altri, conformi al fine della Congregazione della Missione, Vincenzo immaginò le obiezioni che avrebbero potuto fare i suoi membri. «Si potrà dire nella Compagnia: “Padre, io sono venuto per evangelizzare i poveri e lei vuole che lavori nei seminari”»;[1]«Va bene che facciamo questo, Padre, ma perché servire le Figlie della Carità »?[2] «Ma i trovatelli, perché incaricarci di loro? Non abbiamo abbastanza da fare»?[3] Vincenzo dice che coloro che si allontanano da questi servizi di collaborazione sono: «persone dalla piccola periferia, che limitano il loro sguardo e i loro progetti ad una certa circonferenza dove si rinchiudono come in un punto senza volerne uscire; se qualcuno indica loro qualcosa oltre, si avvicinano per osservarla, ma subito si ritraggono su se stessi, come le lumache nel loro guscio»[4].
Invito voi tutti a fare il possibile affinché questi incontri, progetti e iniziative non si riducano a due o tre rami in un Paese, una regione o una città, ma comprendano fedelmente tutti i rami. Una volta che l’uno o l’altro ramo propone un’iniziativa e invita gli altri rami a collaborare, questi seguiranno certamente.
2. Risposta alle catastrofi naturali, alle guerre e ad altre calamità, data da tutta la Famiglia vincenziana.
In seno alla Famiglia vincenziana, dobbiamo sviluppare un sistema a livello internazionale, nazionale, regionale e locale per rispondere il più efficacemente e rapidamente possibile alle catastrofi naturali, alle guerre e ad altre calamità, non come un ramo singolo, ma come Famiglia vincenziana tutt’intera. In effetti, abbiamo già cominciato a riflettere e ad agire in quest’area a livello del Comitato esecutivo della Famiglia vincenziana (VFEC).
L’anno scorso ci siamo uniti come Famiglia internazionale per aiutare le persone colpite da Covid-19 e dalla tragica esplosione nel porto di Beirut. La VFEC ha lanciato una campagna con la Commissione dell’Alleanza Famvin con le persone senza dimora (FHA), per aiutare le centinaia di migliaia di senzatetto nella capitale libanese, attraverso il Consiglio nazionale della Famiglia vincenziana in Libano, coordinato dal suo presidente nazionale.
Durante la peste che colpì Marsiglia nel 1649, Vincenzo, sentendo della morte di padre Brunet e del suo collaboratore laico, il cavaliere de la Coste, diede una rapida risposta alla crisi. Egli scrisse ad Antonio Portail: «La duchessa d’Aiguillon deve inviarle cinquecento lire […] Se ha bisogno di altro denaro, me lo faccia sapere e gliene manderemo subito e, se sarà necessario, venderemo i nostri crocifissi e i nostri calici per venirle in aiuto».[5]
Grazie alla istituzione e consolidamento dei Consigli nazionali della Famiglia vincenziana nei 162 Paesi dove siamo presenti, avremo gruppi di coordinamento sul campo che collaboreranno con la Famiglia vincenziana a livello internazionale divenendo così una forza su cui i poveri del mondo potranno contare. Ogni ramo, grande o piccolo che sia, è una parte inestimabile del meraviglioso mosaico che compone la Famiglia vincenziana.
3. Alleanza Famvin conle persone senza dimora (FHA) attraverso la campagna 13 Case
La FHA con la Campagna 13 Case è un’iniziativa caritativa che riunisce la Famiglia vincenziana e che, come tale, dev’essere promossa in seno alla Famiglia vincenziana per toccare il cuore di ogni membro in modo che tutti vi siano coinvolti. La FHA è il nostro unico progetto comune. Perciò, dev’essere promossa, introdotta ed estesa nei 162 Paesi dove la Famiglia vincenziana è presente in modo che nessuna Congregazione o associazione ne resti fuori, ma che tutti partecipino attivamente all’iniziativa in tutti gli angoli del mondo dove viviamo e serviamo.
Ad oggi, 44 rami della Famiglia vincenziana sono impegnati attivamente nella FHA e nella Campagna 13 Case. Oramai è presente in 44 Paesi; 1.826 case sono state costruite e 6.628 persone sono state aiutate. Speravamo che in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli dell’anno scorso, molti altri rami, Congregazioni e associazioni laiche partecipassero in un modo o nell’altro alla FHA, ma questo obiettivo non è stato raggiunto. C’è ancora molta strada da fare.
Purtroppo, il numero di persone che vivono per strada, i profughi e le persone che vivono in alloggi insalubri aumenta drammaticamente in tutto il mondo a causa della pandemia di Covid-19. Una risposta coordinata a questi immensi bisogni è più che mai necessaria.
Il nostro tempo ricorda la situazione con la quale Vincenzo ha dovuto confrontarsi durante la Fronda, quando aveva mobilitato gruppi vincenziani ed ecclesiali e persone singole per aiutare i profughi. Egli poteva scrivere al suo confratello in Polonia:
«Circa 800 ragazze, qui rifugiate, sono state accolte in case private dove vengono mantenute e istruite. Giudichi lei quanto male si sarebbe fatto se fossero rimaste vagabonde. Ne abbiamo cento in una casa del sobborgo Saint‑Denis. Stiamo strappando agli stessi pericoli le religiose della campagna, fatte fuggire dalle soldataglie a Parigi. Alcune stanno in mezzo alla strada, altre alloggiano in luoghi sospetti e altre ancora presso i parenti, ma tutte in balìa dei pericoli della dispersione. Abbiamo creduto di far cosa molto gradita a Dio radunandole in un unico monastero sotto la direzione delle Figlie di Santa Maria»[6].
Come ho già scritto in una lettera, dobbiamo arrivare rapidamente al punto dove il problema dei senza dimora non viene affrontato individualmente, né da una persona né da un ramo, ma come Famiglia a livello locale, nazionale e internazionale. Ogni ramo, apportando la sua lunga storia di servizio ai senza dimora, la sua esperienza, la sua professionalità e le sue risorse, contribuisce a costituire una forza straordinaria che diventa molto più efficace nell’aiutare i poveri.
A tal fine, vorrei invitare quelli dei 160 rami della Famiglia vincenziana, che non l’hanno ancora fatto, a diventare collaboratori attivi dell’iniziativa dell’Alleanza Famvin con le persone senza dimora, contattando la Signora Yasmine Cajuste (fha.info@famvin.org), membro del comitato di coordinamento dell’FHA, per ricevere indicazioni ed informazioni. Potete inoltre visitare il sito web dell’FHA: vfhomelessalliance.org
Auguro ad ogni membro della Famiglia vincenziana di tutto il mondo, nel senso più ampio della parola, una profonda esperienza di grazia in occasione della festa di San Vincenzo de Paoli. La Madonna della Medaglia Miracolosa, San Vincenzo de Paoli, tutti i Santi, Beati e Servi di Dio della Famiglia vincenziana continuino ad intercedere per noi e ad ispirarci nel cammino della globalizzazione della Carità!
Vostro fratello in San Vincenzo,
Tomaž Mavrič, CM
[1] SV, Conferenza del 6 dicembre 1658, Il fine della Congregazione della Missione, n. ed. it., X, p. 416
[2] Ibid., p. 417
[3] Ibid., p. 418
[4] Ibid., p. 421
[5] SV, Lettera del 6 agosto 1647, Ad Antonio Portail, in Opere, n.ed it, III, p. 397
[6] SV, Lettera del 21 giugno 1652, A Lamberto aux Couteaux, superiore a Varsavia, in Opere, n.ed it, IV, p. 331
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