Intervista a s. M. Pavla Draganová, Superiore Generale della Congregazione di Suore della Misericordia di San Vincenzo

da | Feb 9, 2021 | Informazione vincenziana, Notizie sulla Famiglia Vincenziana | 0 commenti

1. Come nasce la vostra Congregazione e qual è la vostra spiritualità?

La Congregazione delle Suore della Misericordia di San Vincenzo di Satu Mare è stata fondata nel 1842 dal vescovo János Hám nella città di Satu Mare nell’allora Impero austro-ungarico, oggi Romania. Sebbene la Congregazione non sia stata fondata direttamente da san Vincenzo, fin dall’inizio della sua esistenza ha adottato gli elementi della spiritualità vincenziana. Il nostro fondatore, il vescovo János Hám, desiderava che nella sua diocesi crescesse una gioventù moralmente pura nella quale vedeva il futuro della Chiesa e del mondo, una gioventù con un cuore  aperto e le mani disponibili al servizio. Il nostro fondatore con la sua condotta  ed il proprio operato non ha combattuto soltanto contro la miseria morale ma anche contro quella materiale. Nelle proprie decisioni metteva sempre al primo posto l’amore di Dio e in Lui amava tutti gli uomini. Nessuno gli era indifferente. Anche lui, allo stesso modo di san Vincenzo, si preoccupava per i bambini abbandonati e orfani e per tale ragione, tra le istituzioni da lui fondate, figura un orfanotrofio. La sua visione di aiuto ai più miserabili non finiva lì. In città fece costruire un ospedale nel quale lavoravano le suore e curavano i più miserabili della città di Satu Mare nonché dei dintorni. La nostra spiritualità è segnata da un realismo sobrio e da una fiducia in Dio senza riserve. San Vincenzo voleva manifestare agli uomini Cristo per mezzo dell’amore misericordioso. Nello stesso modo anche le nostre suore sono “inviate” per portare la buona novella ai poveri e per servire il Cristo nei sofferenti con la testimonianza della viva fede, dell’amore, dell’umiltà e della semplicità. In Cristo e con Cristo si abbandonano a Dio per condividere il destino degli uomini, soprattutto dei poveri e in tal modo vivono completamente per loro.

2. Qual è l’ambito missionario a cui siete dedicate maggiormente?

L’intera Chiesa è per sua natura missionaria e l’opera di evangelizzazione deve essere considerata un obbligo fondamentale di ogni cristiano. Perciò anche le suore della nostra Congregazione si dedicano all’educazione, all’istruzione e alla catechesi. La nostra Congregazione ha fondato scuole materne, elementari nonché medie. Le suore inoltre insegnano in alcune scuole statali.

Ci rendiamo conto che ogni persona malata gravemente, soprattutto quella morente, deve essere considerata in modo unico e le si deve prestare la nostra attenzione più profonda. Per questo cerchiamo di assistere amorevolmente i malati terminali nella Casa di cura delle Suore di misericordia. Negli istituti di assistenza sociale cerchiamo con la nostra presenza di alleggerire il dolore e la solitudine delle persone anziane e sole. L’attività molto meritevole è svolta dalle suore operanti nell’associazione Famiglia dell’Immacolata. Quest’associazione è stata fondata nel 1975 da suora Bernadeta Pánčiová già membro della nostra Congregazione. Di quest’associazione fanno parte:

  • malati e portatori di handicap
  • Anziani e soli
  • quelli che intendono con il proprio servizio aiutare volentieri i malati e sofferenti.

Tra i ruoli principali di questo sodalizio rientra la comunicazione con i membri della Famiglia dell’Immacolata via posta nonché via email e le visite personali dei malati. A molti di coloro che si trovano in una condizione economica disagiata, le suore cercano di aiutare anche materialmente e finanziariamente. Per la Famiglia dell’Immacolata organizzano regolarmente gli incontri di tutti i membri e ogni 2 anni un pellegrinaggio ferroviario dei malati a Lourdes. Nonostante la nostra Congregazione sia dal punto di vista numerico piccola e allo stato attuale conti soltanto 140 suore, cerchiamo di dedicarci anche all’opera missionaria. Le nostre suore operano nella parte settentrionale dell’Albania dove anche oggi ci sono alcune famiglie che vivono in una povertà estrema. Le suore cercano di aiutarle soprattutto con le confezioni di cibo ma anche con i vestiti, medicinali e sussidi finanziari perché le stesse famiglie possano assicurarsi un alloggio modesto. Alle suore sta a cuore naturalmente anche la loro vita spirituale e perciò si dedicano alla catechesi dei ragazzi e degli adulti e li preparano ad accogliere i sacramenti. Fa parte dell’apostolato la frequentazione delle persone sole. Ci rendiamo conto che se vogliamo combattere la povertà estrema, dobbiamo cercare le possibilità per far sì che questi uomini possano assicurarsi un’esistenza dignitosa. Per mezzo dei vari progetti ci impegniamo a cercare per gli uomini un lavoro che gli stessi siano capaci di fare. Alcuni di loro hanno cominciato a fabbricare degli oggetti piccoli che in seguito vendiamo nei mercatini missionari.

3. Quali sono le necessità ed i disagi più significativi che avete osservato tra le persone a causa di questa pandemia?

Ci siamo accorte che nel periodo della pandemia i senzatetto soffrono più di prima. Molti uomini per la paura di infettarsi hanno paura di accostarli e di offrire loro del cibo. Succede spesso che anche quelli che si prendono cura di senzatetto si contagino, devono curarsi e rimanere in quarantena. Per questa ragione i senzatetto rimangono spesso senza cibo anche per periodi di tempo prolungati. Un’altra questione che consideriamo molto seria perché ce ne occupiamo in modo speciale è l’assistenza delle persone sole che non si possono incontrare tra di loro e non possono incontrare neanche altre persone. In tale modo la loro solitudine cresce e di questa carenza veramente ne soffrono. Un problema è rappresentato spesso dall’affaticamento del personale sanitario a lungo termine e perciò è necessario  prestare il nostro sostegno anche nelle istituzioni sanitarie in questo momento.

4. Nel gennaio del 2020 a Roma abbiamo vissuto un momento molto importante come Famiglia Vincenziana Internazionale. Cosa avete portato a casa di quell’esperienza?

Per me personalmente è stata un’esperienza molto bella e preziosa alla quale ritorno molto volentieri nei miei ricordi. Ho sinceramente ringraziato Dio per il dono della famiglia vicenziana nonché per il fatto che anch’io personalmente posso far parte di questa comunione bellissima. Seguendo attentamente i contributi dalle varie parti del mondo ho avuto la possibilità di conoscere delle attività concrete che mirano a sconfiggere la povertà nel mondo e ho capito che il mondo può diventare migliore se anch’io, insieme alle suore della nostra Congregazione, facciamo la nostra parte in questa bellissima opera. Ho scoperto il valore, ma anche la necessità, di una comunità più larga e di una collaborazione reciproca tra i singoli rami della famiglia vicenziana ad un livello nazionale e internazionale. Vorrei che tali incontri avessero luogo anche in futuro perché essi sono fonte di ispirazione e di arricchimento. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente gli organizzatori dell’incontro per la loro disponibilità ed il loro impegno dedicato alla preparazione dell’iniziativa.

5. Può condividerci quale degli insegnamenti di San Vincenzo del Paoli è più vicino alla spiritualità e alle iniziative missionarie della vostra Congregazione?

San Vincenzo spesso ricordava alle sue suore che devono donarsi completamente a Dio perché siano capaci di servire con carità i poveri. Cristo ha scelto volontariamente la povertà e vuole incontrarci nei poveri. Non sempre siamo capaci con le nostre forze di aiutare i bisognosi ma sempre possiamo portarli davanti a Dio nella nostra preghiera. In mezzo alle difficoltà dei tempi odierni  cerchiamo di ascoltare la voce di Dio e secondo le parole di san Vincenzo vogliamo cercare e ricercare sempre la  possibilità di costruire una “dimora” per Cristo in questo mondo. Vogliamo essere aperte a ogni bisogno e vogliamo aiutare secondo le nostre forze tutti i bisognosi utilizzando le modalità adeguate ai tempi che viviamo.

Elena Grazini

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