Questa lettera fittizia è ispirata alla vita di Pier Giorgio Frassati, un giovane italiano noto per la sua profonda fede, l’amore per la natura e la dedizione ai bisognosi. Nonostante la sua breve vita, si distinse per il suo impegno nella giustizia sociale e per il suo coinvolgimento attivo in opere di carità, aiutando i poveri, i malati e gli emarginati. Era un appassionato alpinista, uno studente di ingegneria e un membro di organizzazioni cattoliche, tra cui la Società San Vincenzo de’ Paoli. Morì a 24 anni di poliomielite, probabilmente contratta durante il suo lavoro con i poveri. Il suo esempio di fede, sacrificio e amore per i più bisognosi rimane oggi un’ispirazione per i membri della Famiglia Vincenziana. La convocazione a Roma nel 2024 è un’opportunità per rinnovare questo impegno in un contesto di sinodalità e fraternità.
Riuscite a immaginare cosa ci direbbe Pier Giorgio Frassati se scrivesse una lettera ai membri della Famiglia Vincenziana di oggi? È un esercizio letterario, ma forse potrebbe essere qualcosa di simile.
Cari giovani laici della Famiglia Vincenziana,
Che gioia potervi scrivere, specialmente in questi tempi così entusiasmanti e pieni di sfide! Mi immagino che, leggendo queste righe, ciascuno di voi sia immerso nella sua routine quotidiana, tra studi, lavoro, famiglia e amicizie. Forse alcuni di voi sono già impegnati nelle loro comunità, servendo i poveri e vivendo con passione il carisma vincenziano. A tutti voi, voglio dire una cosa molto importante: siamo chiamati a qualcosa di grande!
Come sapete, dal 14 al 17 novembre 2024, la Famiglia Vincenziana si riunirà a Roma per la Seconda Convocazione, un incontro che mira a riunire tutti coloro che, come voi e come me, sentono nel loro cuore il fuoco della carità e il desiderio di trasformare il mondo attraverso la fede e il servizio. Non si tratta solo di un evento qualunque; è un’opportunità unica per rafforzare il nostro impegno, imparare gli uni dagli altri e, soprattutto, riaffermare che la nostra vocazione è essere luce nel mondo, una luce che non può essere nascosta né spenta.
La vita cristiana è un’avventura entusiasmante, e il servizio ai più bisognosi è il cammino che Cristo ci invita a percorrere. Mi riempie di entusiasmo pensare alla forza e alla creatività dei giovani vincenziani, che come me al mio tempo, hanno nelle loro mani il futuro della nostra grande famiglia. Ricordo con gratitudine il mio tempo nella Società di San Vincenzo de’ Paoli, dove ho imparato che servire i poveri significa servire lo stesso Gesù Cristo. Non si tratta solo di dare qualcosa di materiale; è dare un po’ di noi stessi, del nostro tempo, del nostro cuore.
In uno dei miei scritti, ho detto: “La carità non è sufficiente, non basta aiutare i poveri e i bisognosi: bisogna aiutarli con amore.” Questo amore non è un semplice sentimento passeggero; è un impegno profondo con Cristo, che si riflette in ogni azione, in ogni sorriso, in ogni momento che dedichiamo agli altri. Attraverso il servizio, scopriamo che non c’è gioia più grande che vedere Cristo nel volto del prossimo, specialmente in coloro che soffrono di più.
I giovani, specialmente i laici, hanno un ruolo cruciale nel rinnovamento e nella crescita della nostra Famiglia Vincenziana. In questo momento storico, abbiamo bisogno della vostra energia, creatività e coraggio. “Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta continua per la verità, non è vivere, ma è solo sopravvivere.” E voi, giovani, non siete chiamati a sopravvivere, ma a vivere pienamente, abbracciando la missione che Dio vi ha affidato: essere portatori di carità e di speranza in un mondo che spesso sembra aver dimenticato i valori essenziali.
A Roma, durante la Convocazione, avrete l’opportunità di incontrare altri giovani come voi, provenienti da tutto il mondo, uniti dallo stesso carisma e dallo stesso desiderio di servire. Questo incontro non è solo un’opportunità per condividere esperienze, ma anche per sentirci parte di qualcosa di più grande delle nostre stesse vite. La Chiesa e la Famiglia Vincenziana ripongono la loro fiducia in voi. Il futuro della nostra missione dipende in gran parte dal vostro impegno e dal vostro entusiasmo.
Non posso non ricordare la mia esperienza personale. Sono stato chiamato a vivere la mia fede nella quotidianità, all’università, nelle montagne che tanto amavo e, ovviamente, per le strade di Torino, dove incontravo Cristo tra i più bisognosi. Molti mi conoscono per le mie avventure sulle Alpi, ma la mia più grande avventura è stata sicuramente seguire Gesù tra i poveri, i malati e gli emarginati. “I poveri e i malati sono il volto di Cristo; visitandoli, possiamo toccare il corpo di Cristo.”
Oggi, cari giovani, il mondo ha bisogno di uomini e donne che, come san Vincenzo de’ Paoli e santa Luisa de Marillac, si inginocchino davanti alla sofferenza umana e non solo offrano aiuto, ma anche conforto, speranza e dignità. Ricordate che non siamo chiamati a essere eroi nel senso tradizionale, ma santi nel senso più autentico: persone che, dal loro posto nel mondo, trasformano la realtà con l’amore di Dio.
Ai miei tempi, cercavo di portare la Buona Novella ovunque, cogliendo ogni opportunità per condividere la mia fede. Sebbene le tecnologie del mio tempo fossero limitate rispetto a quelle di oggi, usavo i mezzi a disposizione per evangelizzare: lettere, incontri, conversazioni e ogni momento che si presentava. Oggi, voi avete un privilegio e una responsabilità ancora maggiori: le tecnologie dell’informazione, i social media e le nuove forme di comunicazione vi permettono di portare il messaggio di Cristo più lontano che mai.
Non abbiate paura di usare questi strumenti per condividere la fede, per difendere la dignità umana e per mobilitare gli altri al servizio. Il mondo digitale può essere un luogo in cui la carità fiorisce se lo utilizziamo con creatività e audacia. Come diceva san Giovanni Paolo II, che tanto mi ammirava: “La fede e la ragione sono come le due ali con cui lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità.” Le tecnologie sono un’estensione di quelle ali, e voi, giovani vincenziani, siete chiamati a volare in alto e a portare il messaggio di Cristo in tutti gli angoli.
Per questo motivo, voglio invitarvi personalmente a questa Seconda Convocazione della Famiglia Vincenziana a Roma. Sarà un incontro in cui sperimenteremo la sinodalità e la fraternità, in cui impareremo gli uni dagli altri e rinnoveremo il nostro impegno a servire i più poveri. Non venite solo per curiosità, venite con il desiderio di lasciarvi trasformare e di trasformare gli altri. Venite a condividere i vostri sogni e le vostre speranze, ma anche le vostre sfide e i vostri dubbi, perché siamo tutti su questo cammino insieme.
Immaginate cosa può succedere quando migliaia di cuori giovani si uniscono in uno stesso spirito, con un unico obiettivo: servire Cristo nei poveri. “Dobbiamo alzarci e non sederci mai ad aspettare; dobbiamo prendere il volo per non soccombere.” Questo incontro sarà quello slancio di cui abbiamo bisogno per prendere il volo, per rinnovare la nostra vocazione e per portare con coraggio il carisma vincenziano in tutti i luoghi dove c’è bisogno.
La santità non è solo per pochi; è una chiamata universale. E nel contesto della nostra vocazione vincenziana, questa santità si vive nella quotidianità, nelle cose semplici, nel servizio umile. I laici vincenziani hanno un posto privilegiato nella missione della Chiesa perché sono nel mezzo del mondo, dove spesso la Chiesa non può arrivare. Voi siete la Chiesa nell’università, nel lavoro, nei quartieri, sui social media e in ogni luogo in cui vi trovate.
Non scoraggiatevi se a volte sentite che quello che fate è piccolo o insufficiente. Come diceva san Vincenzo de’ Paoli, “L’amore è inventivo fino all’infinito.” Non c’è servizio così piccolo che non abbia un valore immenso se fatto con amore. Ogni gesto, ogni parola, ogni azione conta, e insieme possiamo fare una differenza reale.
Mentre vi saluto, voglio lasciarvi con un’ultima riflessione: “La vita è bella se la vivi con un ideale, e l’ideale più grande è vivere per la gloria di Dio.” La gloria di Dio si manifesta quando viviamo la nostra fede con autenticità e quando serviamo gli altri senza riserve. Non siamo soli in questo cammino. Siamo parte di una grande famiglia che ha dato e continua a dare santi, uomini e donne straordinari che, nella loro semplicità, hanno trasformato il mondo. Voi siete la prossima generazione di quella famiglia. Avete la responsabilità, ma soprattutto il privilegio di far parte di questa storia.
Vi incoraggio a partecipare attivamente alla Convocazione di Roma, a lasciarvi sorprendere da ciò che Dio vuole fare nelle vostre vite e a tornare alle vostre comunità con un rinnovato ardore missionario. Ricordate che ciascuno di voi è una parte fondamentale di questa grande opera d’amore che è la Famiglia Vincenziana. Confidate in Dio, mantenetevi saldi nella preghiera e andate avanti con gioia e coraggio.
Ci vediamo a Roma!
Con tutto il mio affetto e la mia preghiera,
Pier Giorgio Frassati
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