Questa lettera immaginaria vuole tentare di esprimere lo spirito di Santa Luisa de Marillac e il suo incrollabile impegno nella carità e nel servizio ai più bisognosi. La convocazione a Roma nel 2024 è un’opportunità per rinnovare questo impegno in un contesto di sinodalità e fraternità.
Riuscite a immaginare cosa ci direbbe Santa Luisa de Marillac se oggi scrivesse una lettera ai suoi discendenti spirituali? È un esercizio letterario, ma forse potrebbe essere qualcosa di simile:
Cari membri della Famiglia Vincenziana,
È con profondo amore e gratitudine che vi scrivo queste parole dal profondo del mio cuore. Mi riempie di gioia sapere che, nonostante il passare del tempo, il carisma che il Signore ha ispirato nella mia vita e in quella del nostro amato San Vincenzo de’ Paoli è ancora vivo e costantemente rinnovato. Questa lettera è un umile invito a tutti voi, eredi della nostra missione, a ritrovarci a Roma, dal 14 al 17 novembre 2024, in occasione della Seconda Convocazione Vincenziana.
Fin dall’inizio della nostra missione, il carisma che ci unisce è stato quello di servire “i poveri nostri padroni”. La nostra missione si è manifestata in diverse opere di carità e di assistenza ai più bisognosi: dagli ospedali e dalle case di accoglienza all’istruzione e all’assistenza spirituale. In ogni momento abbiamo cercato di imitare Cristo, che si è fatto povero per arricchirci con il suo amore.
Questo incontro a Roma è un’occasione unica per riflettere sul nostro carisma e per riaffermare la nostra vocazione al servizio. Vi incoraggio a venire con il cuore aperto, pronti ad ascoltare il Signore e i vostri fratelli e sorelle, a condividere esperienze e a sognare insieme nuovi modi di essere strumenti di Carità in un mondo che ha tanto bisogno dell’amore di Dio.
Questo incontro si inserisce in un contesto di sinodalità, che non è altro che camminare insieme come una famiglia. Vi invito a considerare questo incontro come un’opportunità per rafforzare i nostri legami e trovare nuovi modi per lavorare più strettamente insieme. La sinodalità non è un concetto nuovo, ma il modo in cui abbiamo sempre vissuto il nostro carisma, lavorando mano nella mano, incoraggiandoci a vicenda, condividendo dolori e gioie, sempre in fraternità.
La sfida è grande: essere una Chiesa in uscita, vicina a chi soffre, agli emarginati, a coloro che il mondo scarta. Dobbiamo ricordare le parole di San Vincenzo: “Non c’è atto di carità che non sia accompagnato dalla giustizia”. Siamo dunque difensori della dignità umana, voce di chi non ha voce e braccia tese ad accogliere chi ha più bisogno di noi.
La mia vita è stata segnata dalla sofferenza e dalla speranza, dalla perdita e dalla redenzione. Fin da giovane, il Signore mi ha mostrato la via della compassione. Ho sperimentato la profonda tristezza della vedovanza e la responsabilità della maternità, ma anche la gioia di trovare la mia vera vocazione al fianco di San Vincenzo. Non è stato un cammino facile, abbiamo incontrato molte difficoltà, ma a ogni passo abbiamo sentito la presenza amorevole di Dio che ci guidava e ci rafforzava.
È così che dobbiamo continuare oggi. La missione che ci è stata affidata non è solo un compito; è una chiamata a vivere con il cuore aperto, a servire con tenerezza e umiltà, a essere come una madre che non abbandona mai i suoi figli. Per quanto ci sentiamo stanchi o scoraggiati, il Signore rinnova sempre le nostre forze.
La nostra Compagnia delle Figlie della Carità è nata dall’esigenza di estendere il cuore di Cristo ai più piccoli e vulnerabili. Insieme a voi, abbiamo potuto moltiplicare queste opere nel tempo e nello spazio, sempre con l’unico scopo di rendere visibile l’amore di Dio nel mondo. Ricordate che la nostra forza risiede nell’unità e nella preghiera costante, che ci collega allo Spirito Santo, fonte di ogni bene e conforto.
L’incontro di Roma non è solo un altro appuntamento nelle nostre agende; è un’opportunità per ascoltare la voce di Dio che ci chiama a rinnovare il nostro impegno verso i poveri e a esplorare nuovi modi di vivere il nostro carisma. In questo anno 2024, segnato da tante sfide e cambiamenti, il nostro incontro è una luce di speranza che ci invita a guardare al futuro con coraggio.
Vi incoraggio a partecipare pienamente, a portare i vostri doni e carismi e a essere disposti a imparare dagli altri. Come famiglia, ci arricchiamo a vicenda e insieme possiamo discernere come il Signore vuole che continuiamo a servire in questi tempi particolari.
Che questo incontro sia anche uno spazio per ricordare tutti coloro che hanno fatto parte della nostra storia e che oggi godono della presenza del Signore. Siamo grati per la loro testimonianza e ispiriamoci alla loro vita di dedizione.
Mentre ci riuniamo a Roma, ricordiamo l’importanza della preghiera e della riflessione. Veniamo non solo per condividere esperienze, ma anche per rinnovare la nostra fede e il nostro impegno. Utilizziamo ogni momento per meditare sulle parole di Cristo e lasciare che il suo amore ci trasformi.
Siamo chiamati a essere strumenti della Divina Provvidenza, a lavorare instancabilmente e a confidare che Dio compensi le nostre mancanze. Non temiamo le difficoltà, ma vediamole come opportunità per crescere nella fede e nell’amore. Come diceva San Vincenzo: “L’amore è inventivo all’infinito”; siamo creativi nella nostra missione, aperti a nuove forme di servizio e sempre attenti ai bisogni di chi ci circonda.
Cari fratelli e sorelle, vi invito con tutto il cuore a partecipare a questo incontro. Non solo per vederci e condividere, ma per cercare insieme le vie che il Signore ci propone in questo tempo. Seguiamo l’esempio di Maria, nostra Madre, che in ogni momento si è affidata pienamente alla volontà di Dio e ha servito con umiltà e gioia.
Che lo Spirito Santo ci guidi e ci rafforzi. Che la nostra vita sia sempre una risposta d’amore per Dio e per i poveri. E, incontrandoci a Roma, possiamo rinnovare il nostro impegno e continuare con entusiasmo la missione che ci è stata affidata.
Che la benedizione di Dio Onnipotente sia sempre con noi.
Con tutto il mio amore e le mie preghiere,
Santa Luisa di Marillac
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