Riceviamo questo prezioso contributo dalla Comunità delle Figlie della Carità di San Salvario Torino che hanno voluto condividere con tutta la Famiglia Vincenziana l’esperienza di ospitalità sperimentata in questo tempo nell’accoglienza dei profughi ucraini.
Un tempo nuovo iniziava con l’anno 2022. Più sereno, con meno preoccupazioni e meno rischi. Nella lunga Emergenza Coronavirus, ci si era sentiti come profughi interiori. Per quasi due anni si era stati come fuggitivi: a distanza da tutti, via da luoghi affollati, bersagliati da notizie allarmanti. Paradossalmente la fuga imprigionava in casa, addirittura chiusi in una stanza per giorni. Si desiderava, si sognava di uscire finalmente.
Mai si sarebbe pensato che, solo dopo poche settimane, il tempo nuovo avrebbe riportato orizzonti bui, preoccupazioni, rischi. Quasi all’improvviso, ci si accorgeva di una guerra già presente, con rischi di diffusione mondiale. Una guerra che, nel giro di pochi giorni, ha riguardato e coinvolto l’Italia più delle numerose altre in atto.
Cosa portava di nuovo questo tempo?
I fuggitivi, i profughi, non eravamo più noi, ma molte persone, quasi tutte donne, con anziani e bambini, che fuggivano realmente da feroci violenze. La fuga non era più un sogno, ma una necessità vitale.
L’appello all’accoglienza dei profughi ucraini da parte dei Superiori delle Figlie della Carità è arrivato rapido. E rapida è stata la risposta. Presso la Comunità FdC di San Salvario, a Torino, si è pensato di preparare un’ “ospitalità di emergenza” per le famiglie in fuga: un porto d’approdo sicuro, in ogni momento e a ogni ora. Un luogo tranquillo, confortevole, umanamente caldo dove poter riprendersi. Una casa dove vivere insieme, in autonomia, supportati dalle Suore e dai Volontari dei Servizi già presenti. Al terzo piano di via Nizza 24, nel sottotetto, si sono utilizzate stanze solitamente riservate alle Sorelle FdC di passaggio per ritiri spiritual e incontri comunitari. Nel tempo sono stati approntati: più camere da letto doppie con bagno, una stanza dei giochi, una cucinetta, una sala da pranzo, un salottino. Lo stabile già ospita la Scuola Bonacossa – dell’infanzia e primaria -, l’Associazione Ail che sostiene e accoglie malati di leucemia con loro parenti, e l’Associazione Vincenziana “La Carità di Santa Luisa OdV” che si prende cura di persone senza dimora e in grande difficoltà. Ben volentieri i Volontari di quest’ultima Associazione e le Suore FdC Volontarie di quest’ultima Associazione si sono presi carico di questo nuovo servizio, occupandosi in particolare degli aspetti relazionale, logistico e sanitario.
La Provvidenza ha condotto, e sta conducendo, questa avventura fatta di fraternità, partecipazione, gratitudine. Un’avventura in collaborazione stretta con il Consolato ucraino di Torino, con la Fondazione “Specchio dei Tempi”, ente già principale sostenitore de “La Carità di Santa Luisa OdV”, e con la Protezione Civile della Regione Piemonte.
L’ “Ospitalità” non ha convenzioni con enti pubblici per accogliere liberamente secondo le finalità della Comunità FdC: prima accoglienza per mamme e figli – a volte con nonne – , donne sole, famiglie intere (gli uomini sono ammessi se è presente il loro solo nucleo familiare); otto posti, ma con undici letti effettivi per permettere anche di soggiornare da soli in una stanza; in tempi brevi trasferimenti concordati in luoghi più adatti alle varie situazioni familiari.
Diverse e uniche le persone e le situazioni accolte. Da famiglie numerose a persone sole, dagli 88 anni del nonno di una famiglia di sette persone, ai 2 anni del primo bimbo – arrivato con un pulmino sovraffollato: dodici persone, un cane, e una ragazzina che ha viaggiato fra i bagagli di tutti -. Professioniste e operaie, studentesse e insegnanti (una professoressa di matematica ha potuto continuare l’anno scolastico – grazie alla rete wi-fi già offerta liberamente ma rafforzata – collegandosi a distanza con i suoi studenti liceali sparsi dalla guerra in tutta Europa). C’è chi attende con apprensione di tornare nella propria terra, e chi invece conta sulle opportunità di lavoro in Italia per il futuro della propria famiglia.
L’ “Ospitalità d’emergenza” ucraina richiede cuore, attenzione e rapido ragionamento. Gli arrivi a volte sono stati annunciati con anticipo e si sono seguiti i viaggi dall’Est Europa via messaggio telefonico con le mappe di riferimento. Ma è successo di ricevere richieste con le persone già nei pressi di via Nizza 24, alla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Persone con bagagli traboccanti di pochi effetti personali e molte speranze.
I preparativi hanno spesso comportato un veloce passaparola telefonico fra FdC e Volontari per accordarsi sull’accoglienza e sulla personalizzazione dell’inserimento. È un esercizio di comunione, discernimento, coordinamento, fiducia, creatività e generosità. Un esercizio che aiuta a essere sempre pronti, per non ritardare mai nel servire i poveri, come san Vincenzo insegna, e nel non aver difficoltà a lasciare immediatamente altre attività per accoglierli “per amor di Dio: è questo che Egli vi domanda” (Santa Luisa).
La guerra infuria, si cerca un vincitore, ad ogni costo. In questa miseria umana, è solo la carità a vincere e a riportare pace nel cuore e sui volti, nella gioia e nel conforto della gratuità, ricevendo molto più di quello che viene dato.
Sr. Cristina Conti Fdc
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