Con gratitudine e un rinnovato impegno a seguire Cristo, evangelizzatore dei poveri, la Congregazione della Missione celebra il Giubileo dei 400 anni dalla sua fondazione. Ogni Giubileo è un evento di grande significato spirituale, ecclesiale e sociale; è un tempo che ci permette di riscoprire e celebrare tutta la potenza e la tenerezza dell’amore misericordioso del Padre per essere anche noi suoi testimoni. Questo Giubileo, tempo di grazia, di perdono e di speranza, ci permette di rinascere nell’amore di Cristo, intensificando la nostra preghiera di ringraziamento, di conversione e di impegno per l’abbondanza della grazia divina riversata nella nostra vita e nel nostro lavoro; è un tempo propizio per aprire sempre più i nostri occhi e i nostri cuori al dramma della sofferenza dei poveri, degli abbandonati e degli esclusi, e per rafforzarci come segni e strumenti di annuncio e di testimonianza della Buona Novella annunciata da Cristo ai poveri.
Questo Giubileo ci invita a rivestirci dello Spirito di Cristo, a tornare sempre più a Gesù e a centrare la nostra vita su di lui
Gesù è il Verbo incarnato, è il “Divino Povero”, è Dio presente nel mondo per condividere la sorte degli umili e annunciare loro il Regno. Gesù Cristo è il centro della nostra vita e della nostra missione e la ragione della nostra passione per i poveri. San Vincenzo diceva: “Nostro Signore è nostro Padre, nostra Madre e nostro tutto”. “Chiedo a nostro Signore di essere la vita della vostra vita e l’unica pretesa del vostro cuore”. Il nostro compito è quello di donarci a Cristo, espressione massima dell’amore misericordioso di Dio Padre, affinché Egli, attraverso di noi, possa continuare la stessa missione. Questo è il momento di rivolgersi sempre più a Cristo, di approfondire il nostro incontro personale con Lui e di centrare la nostra vita su di Lui. Nel nostro mondo, dove c’è il pericolo, secondo le parole di Papa Francesco, di “essere cristiani senza Gesù”, questo Giubileo è un monito ed un invito a ravvivare il nostro rapporto con Cristo; a lasciarci sedurre dalla sua persona e convertirci a Lui; rafforzare la nostra identità di discepoli missionari di Gesù; scoprire la compassione come modo di Dio di regnare nel mondo.
Questo Giubileo ci invita a liberare la forza del Vangelo e a recuperare la sua freschezza originale
San Vincenzo ha sempre agito in sintonia con la Parola di Dio, ha sempre compreso e vissuto alla luce della realtà dei poveri e della Chiesa. La centralità della Parola in San Vincenzo de’ Paoli è un invito a cercare di “recuperare la freschezza originaria del Vangelo”, a centrare la nostra vita sulla persona di Cristo e sull’essenziale del suo messaggio, perché solo Lui può rinnovare la nostra vita, la nostra comunità e farci uscire da schemi egoistici e superati. È tempo di andare al “cuore del Vangelo”, liberandolo da tante dottrine secondarie e schemi religiosi che tolgono “il profumo del Vangelo” e ci sfidano a superare forme distorte di cristianesimo, da cui non può scaturire un’autentica pratica di vita cristiana.
Questo Giubileo ci invita ad approfondire e ad abbracciare la mistica della carità missionaria di Cristo
“Solo un cuore infiammato dall’amore di Dio è capace di contagiare gli altri”. Questa profonda convinzione fece di San Vincenzo una persona di fede e di preghiera profonda e autentica, impegnata, realistica e attenta ai problemi concreti, con una profonda “unità tra azione e contemplazione”. L’intimità con Cristo passa attraverso la passione per Cristo nei poveri. È una passione spirituale che si esprime nell’impegno di un amore affettivo ed effettivo, che porta ad “amare Dio con la forza delle braccia e il sudore della fronte” e fa sì che azione e preghiera vadano di pari passo. È una passione rivestita dei sentimenti e degli atteggiamenti di Cristo, una mistica della missione e della carità, dove in Cristo i poveri sono la nostra eredità e i destinatari dell’evangelizzazione, dove siamo chiamati a essere profezia dell’amore preferenziale di Cristo per i poveri? A livello personale e comunitario, questa mistica missionaria propone di andare incontro ai bisognosi e di promuovere una testimonianza di fede con il “profumo dei poveri”. Nell’attuale contesto socio-culturale, che enfatizza l’individualismo e il consumismo e genera una diminuzione del fervore missionario, è tempo, individualmente e collettivamente, di uscire dalla “zona di comfort”, di autoindulgenza, di stagnazione, di evitare modi distorti di vivere la fede, come la mondanità spirituale, le spiritualità malsane orientate solo al benessere e alla prosperità personale, e certi stili di vita lontani da Dio e dai poveri…. Siamo chiamati ad accogliere la capacità innovativa dell’esperienza caritativa e missionaria di San Vincenzo, la sua creatività e la sua santità. Siamo sfidati, secondo gli appelli di Papa Francesco, a “non abbandonare il nostro zelo missionario”, “la nostra gioia evangelizzatrice”, “il Vangelo” e a “non lasciare mai soli i poveri”.
Questo Giubileo ci invita a una profonda consapevolezza dell’amore missionario per la Chiesa e a essere una Chiesa missionaria, profetica e povera per i poveri
La vocazione vincenziana è nata da una “coscienza pastorale inquieta” di fronte a situazioni concrete di persone stanche e scoraggiate, come pecore senza pastore. Nell’incontro e nel dialogo con i poveri e la loro realtà, Vincenzo vide nel grido dei poveri la chiamata di Cristo e approfondì la sua comprensione della Chiesa come corpo mistico di Cristo, opera del Padre, guidata dallo Spirito Santo e continuatrice della missione di Cristo. La missione della Chiesa è quella di evangelizzare, soprattutto i poveri, che sono “le membra più preziose del corpo di Cristo”. Come continuazione del mistero di Cristo, la Chiesa deve continuare la sua povertà, la sua predilezione per i piccoli e la sua identificazione con loro. Questa vicinanza e questo impegno verso i poveri saranno per San Vincenzo il segno di appartenenza alla vera Chiesa e il criterio per discernere la fedeltà della Chiesa alla sua missione. Questa dimensione ecclesiale presente nel carisma vincenziano ci chiama oggi ad abbracciare e ad assumere intensamente gli appelli e i sogni di Papa Francesco, che desidera una Chiesa “in uscita, profetica, sinodale e in conversione missionaria”. La Chiesa deve essere “una Madre a braccia aperte”, “tutta misericordiosa”, per essere solidale e servire i poveri e i sofferenti, impegnarsi per la giustizia e annunciare con gioia la Buona Novella nel dialogo e nell’incontro con tutti gli uomini.
Questo Giubileo ci invita a un impegno integrale verso i poveri e ad un’azione integrale e trasformante di missione e carità
San Vincenzo non si è limitato alla predicazione o alla semplice assistenza sociale. Ha saputo coniugare l’annuncio con la carità, la predicazione con la promozione, dimensioni della stessa azione missionaria che cerca la salvezza di tutta la persona e di tutti i popoli. Missione e carità sono due facce dello stesso servizio, che porta la Parola che libera e salva e cerca di costruire la fraternità e trasformare le cause che generano povertà e ingiustizia. San Vincenzo diceva: “Non ci può essere carità se non è accompagnata dalla giustizia”. Egli ci sfida a tornare a Gesù e alla sua missione liberatrice, a recuperare la dimensione storica e sociale del Regno di Dio, abbracciando il progetto umanizzante e compassionevole del Padre, un progetto di vita fraterna e di costruzione di un mondo di giustizia e dignità per tutti, a partire dai poveri e dagli esclusi. Questa è la sfida per tutti noi oggi: assumere un’azione missionaria e caritativa integrale e liberante e un modo di agire all’interno di una dinamica critica, profetica e trasformatrice, con strategie adeguate e coerenti.
Questo Giubileo ci invita a rinnovare l’esperienza comunitaria e sinodale di camminare insieme nel mutuo aiuto, nella partecipazione e nella collaborazione a favore dei poveri
L’opera intrapresa da San Vincenzo è stata caratterizzata da un profondo senso ecclesiale e da uno spirito di dialogo e collaborazione. Vincenzo riunì ricchi e poveri, clero e laici, uomini e donne; valorizzò molto i laici, soprattutto le donne; mobilitò e formò le volontà per il lavoro di collaborazione. L’esperienza di San Vincenzo è oggi un grande invito a lavorare insieme contro la povertà e le sue cause. La collaborazione aiuta a promuovere la condivisione dei doni nella solidarietà, apre prospettive di rivitalizzazione e incoraggia azioni e progetti comuni nuovi e creativi. La collaborazione è un’espressione e un’esigenza della virtù vincenziana dello zelo e si sviluppa a partire da atteggiamenti di umiltà e responsabilità. Nell’esperienza di San Vincenzo, maestro di collaborazione, abbiamo bisogno gli uni degli altri. La collaborazione richiede un atteggiamento di reciprocità, interdipendenza e apertura a lavorare insieme agli altri. La collaborazione rafforza la missione, ne allarga l’orizzonte e non ci permette di cadere nel pericolo di chiuderci nelle nostre difficoltà, esigenze e interessi. La consapevolezza della missione comune e delle sue sfide, sempre più urgenti e comuni, deve portarci a superare barriere e interessi ideologici, culturali e di gruppo e a promuovere l’aiuto reciproco, tutto a beneficio dei poveri. “Siamo sulla stessa barca e ci dirigiamo verso lo stesso porto” (Evangelii Gaudium, 99).
Questo Giubileo invita la Congregazione della Missione a una rivitalizzazione missionaria e vocazionale
Presente e attiva in una Chiesa inserita in un mondo globalizzato, pluralista, secolarizzato e in continuo cambiamento, con molteplici chiamate pastorali, la Congregazione della Missione deve lavorare sulle sue priorità e preoccupazioni, non nella ricerca di protagonismo o proiezione nell’ambiente sociale ed ecclesiale, né nella sopravvivenza, ma nell’abbracciare e coltivare il suo ideale missionario, con rinnovato ardore, fedeltà al carisma, spirito di fede, fermo proposito di conversione e creatività missionaria. È chiamata a chiedere perdono per i peccati, gli errori e le incomprensioni commessi nel corso della sua storia; è sfidata a rinnovare e sviluppare la sua vitalità vocazionale, rinvigorendo la sua realtà attuale di fronte alle nuove chiamate dei poveri. È chiamata alla creatività missionaria, impegnandosi a vivere e promuovere una continua ricerca di riconfigurazione missionaria nell’attuale scenario sociale ed ecclesiale; una vita di testimonianza, nell’apertura e nell’impegno verso la diversità dei servizi ai poveri e alla formazione; un cammino in prospettiva profetica e sinodale, insieme ai poveri, alla Famiglia Vincenziana e ad altri organismi ecclesiali e sociali, senza pretese di protagonismo ed esclusività proprie; una missione assunta e rinnovata nello spirito delle cinque virtù. In questo spirito decisamente missionario e comunitario, vanno pensati, pianificati e messi in pratica tutti gli sforzi e le iniziative possibili per promuovere, rivitalizzare ed energizzare la missione, la formazione, la promozione al discernimento vocazionale, la vita spirituale e comunitaria. E in questo impegnativo sforzo di fede e di speranza, di duro lavoro e di totale fiducia in Dio e docilità al suo Spirito, dobbiamo camminare insieme, sempre in avanti, sostenuti e incoraggiati dalle sagge parole di San Vincenzo: “Lasciamo che sia Dio a guidare la nostra piccola barca; se gli è utile, impedirà che affondi”.
Papa Francesco ci sfida: “Siamo aperti alle sorprese di Dio o siamo paurosamente chiusi alla novità dello Spirito Santo? Siamo decisi a percorrere i nuovi sentieri che la novità di Dio ci presenta, o siamo arroccati in strutture obsolete che hanno perso la capacità di rispondere?” Dio continua a sorprenderci oggi e ci invita a percorrere nuovi sentieri. Sta a noi abbracciare e rileggere la testimonianza di San Vincenzo in modo rinnovato affinché, con generosità, coraggio e speranza, possiamo continuare con fermezza il nostro cammino missionario, costruendo altri 400 anni di fedeltà creativa all’eredità carismatica lasciata da San Vincenzo.
Eli Chaves dos Santos, CM
Fonte: Informativo São Vicente, Vol. LXI, nº 329, 2024,
Provincia brasiliana della Congregazione della Missione.
Questionario per la riflessione personale e di gruppo
- Il significato del Giubileo
- Che cosa significa per voi il Giubileo come tempo di grazia, perdono e speranza?
- Come potreste rinnovare il vostro impegno nella missione di Cristo nella vostra vita quotidiana?
- Cristo al centro
- In che modo potete rendere la vostra vita personale e comunitaria più incentrata su Cristo?
- Quali azioni pratiche potreste intraprendere per evitare di essere un “cristiano senza Gesù”, come ci ammonisce Papa Francesco?
- La freschezza del Vangelo
- Cosa significa per voi recuperare “la freschezza originale del Vangelo”?
- Quali aspetti della vostra vita o della vostra comunità potrebbero essere liberati da “dottrine secondarie” o schemi che oscurano il messaggio di Cristo?
- La mistica della carità missionaria
- Come potete esprimere un amore affettivo ed efficace per i poveri nel vostro ambiente?
- Quali passi potete fare per bilanciare azione e preghiera nella vostra vita?
- Impegno per i poveri
- Come interpretate l’espressione “non c’è carità senza giustizia”?
- Quali azioni concrete potete intraprendere per affrontare le cause della povertà e dell’ingiustizia nella vostra comunità?
- Collaborazione nella missione
- Come potete promuovere una maggiore collaborazione con altri, laici, ecclesiastici o membri della comunità, a favore dei poveri?
- Quali atteggiamenti di umiltà e apertura ritenete necessari per lavorare insieme in modo efficace?
- Rinnovamento missionario e vocazionale
- Cosa vi ispira l’esempio di San Vincenzo de’ Paoli per rivitalizzare la vostra vocazione e missione?
- In che modo potete contribuire a una Chiesa più missionaria, profetica e povera per i poveri?
- Conversione personale e comunitaria
- Quali sono le “strutture obsolete” nella vostra vita o comunità che potrebbero limitare la novità dello Spirito Santo?
- Come potete essere più aperti alle sorprese e alle nuove vie che Dio vi presenta?
- La Chiesa in movimento
- Cosa significa per voi far parte di una Chiesa “in uscita” e solidale con i poveri?
- Quali cambiamenti potreste apportare al vostro stile di vita per allinearvi a questa visione?
- Speranza e creatività missionaria
- Quali idee creative potreste attuare per rinnovare la missione e la formazione nella vostra comunità?
- Come potete vivere con più speranza, generosità e coraggio il vostro essere missionari?
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