La musica di P. Pedrini CM apprezzata e studiata in tutto il mondo

da | Ago 17, 2018 | Storia e cronaca | 0 commenti

E’ di pochi giorni fa la notizia che la professoressa Joyce Lindorff, docente di clavicembalo e storia degli strumenti a tastiera alla Temple University di Philadelphia e principale esperta al mondo della figura di Teodorico Pedrini dal punto di vista musicologo, ha visitato la città di Fermo che ha dato i natali a P. Pedrini.

Teodorico Pedrini (Fermo, 30 giugno 1671 – Pechino, 10 dicembre 1746) è stato musicista, sacerdote e missionario vincenziano: visse a Pechino (Cina), ove aprì al culto la Chiesa cattolica di Xitang.

La professoressa Lindorff ha scritto numerosi saggi scientifici su Pedrini,è autrice della voce su Pedrini in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, enciclopedia mondiale di musica. Ha inciso l’unica edizione integrale e filologica delle dodici sonate per violino e basso continuo del compositore fermano, che sono gli unici spartiti di musica barocca individuati negli archivi storici cinesi, riscoperti negli anni Novanta del Novecento proprio da lei.

Presso la Biblioteca civica “Romolo Spezioli”, grazie all’accoglienza della direttrice Maria Chiara Leonori, ha potuto visionare alcuni preziosi volumi del Seicento e del Settecento sulle missioni orientali, mentre presso l’Archivio storico diocesano la dottoressa Pierangela Romanelli ha messo in visione l’atto di nascita, il verbale di laurea e diversi documenti originali sulla vita e la famiglia di Pedrini.

Grande è stata la soddisfazione della professoressa Lindorff, accompagnata dal coniuge, per questa visita nella città d’origine del musicista e missionario fermano.

Ma chi è P. Teodorico Pedrini CM?

P. Teodorico Pedrini, nativo di Fermo, nel 1703 fu mandato a Pechino per volere di Mons. Carlo de Tournon, consacrato Vescovo per risolvere il problema dei “Riti Cinesi”. Egli fece il suo ritiro spirituale per l’Ordinazione Episcopale presso i Missionari Vincenziani di Montecitorio a Roma, e fu consacrato dal Papa stesso il 27 dicembre 1702. Avrebbero accompagnato il Legato parecchi missionari, mandati dalla Congregazione di Propaganda.

Il rappresentante del Papa doveva recarsi a trattare direttamente alla Corte di Pechino con l’Imperatore Kangshi, che aveva fama di amare assai la musica. Il Papa,  pensò che l’Imperatore sarebbe stato contento di ricevere a Corte un musico sperimentato, e propose a un Missionario di S. Vincenzo, conosciuto come compositore di talento, di aggregarsi alla spedizione. Il Missionario prescelto fu il P. Teodorico Pedrini.

Il P. Pedrini infatti era molto preparato nell’arte della musica. A causa di tante difficoltà e contrattempi, giunse a Pechino solo nel 1710.
Alla Corte Imperiale godeva di grande stima ed era ben voluto, poiché suonava a meraviglia alcuni strumenti musicali. Di questo singolare favore ch’egli godeva presso l’Imperatore, se ne valeva per istruire altri a questa insigne arte.
Per questa sua stima da parte dell’’Imperatore, gli fu affidata l’educazione dei suoi tre figli, in particolar modo di colui ch’egli aveva designato a suo successore.

Ma in seguito – nel 1721 – P. Pedrini fu vittima di intrighi e per ben due volte gettato in prigione.
Morto l’Imperatore nel 1724, gli successe il figlio di cui il Pedrini era stato precettore, e dal quale era ben voluto. Fu infatti per suo volere che il Pedrini riebbe la libertà.
Il nuovo imperatore, passati i tre anni di lutto per la morte del padre, forse per l’influenza dell’antico suo pedagogo, emanò una legge che favoriva tutti i missionari europei, ai quali dava le più ampia libertà di predicare, dicendo che sempre li aveva amati e che altamente stimava le leggi cristiane.
Il Sig. Pedrini che abitava non molto lontano dal Palazzo Imperiale, ebbe la consolazione di esercitare il suo ministero in una piccola chiesa.
Nel 1742 il Pedrini fu calunniato da due missionari di Propaganda di aver venduto alcune proprietà trattenendosi il denaro ricavato. « Ed è per questo (così egli nella lettera ad un suo cognato di Fermo dichiarava) che mi si nega il sussidio annuale, ed io sono stato costretto a prendere in prestito per vivere. Ecco come nella mia vecchiaia (contava 73 anni) sono ricompensato dell’essermi spogliato di tutto per comprar questa casa e farne dono alla Propaganda a vantaggio dei suoi Missionari, che sono ora i miei calunniatori. E’ vero che Dio ha permessa la morte de’ miei due accusatori, uno de’ quali è morto in agosto passato, ma non è che in quest’anno che io ho inviate le mie giustificazioni, non avendo conosciute prima le accuse. Con tutto questo bisognerà che digiuni per molti anni, ovvero che cessi dal mangiare e dal vivere ».
E’ vero: fu riconosciuta la sua innocenza, ma egli non sopravvisse a lungo, poiché moriva il 10 Dicembre 1746. Il suo ardore nel combattere i riti pagani gli procacciò percosse, pesanti catene ed una prigionia di tre anni.
Con la morte dei Sig. Pedrini – Così scriveva il P. Generale Debras, il 10 Gennaio 1748 – la Missione cadde interamente. Si rialzò in seguito, il 7 Dicembre 1783, quando Propaganda affidò le Missioni della Cina, ai Padri Gesuiti – che nel 1773 furono soppressi – e ancora sostituiva con la Congregazione dei Lazzaristi che rientrava in campo con rinnovato ardore.
In mezzo agli operai che evangelizzarono la terra cinese figurarono dei Missionari italiani, a cui nel 1922 venne assegnato a parte il Vicariato di Kian nel Kiangsi, dove fu destinato a reggere Mgr. Nicola Ciceri nativo di Napoli. Il primo Missionario partito per la Cina dopo che questo Vicariato venne affidato alla Provincia di Torino fu il P. Giacomo Anselmo, il quale raggiunse la sua destinazione il 17 Febbraio 1923 anniversario del martirio di Francois Regis Clet. In seguito arrivò pure il P. Gaetano Magnani della Provincia di Roma, precedentemente Superiore del Collegio Alberoni, il quale arrivò in Cina il 21 Ottobre dello stesso anno: nel Febbraio 1925 vi giungeva il terzo, P. Giovanni Vittone di Chieri.

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