Un Natale con San Vincenzo de’ Paoli a Piacenza

da | Dic 26, 2017 | Informazione vincenziana | 0 commenti

San Vincenzo de’ Paoli: un grande apostolo della carità cristiana. Il Collegio Alberoni di Piacenza, gli dedica una mostra iconografica.

Significativamente, la storica istituzione ecclesiastica piacentina ha scelto di allestirla sullo scorcio di questo 2017, quarto centenario del carisma vincenziano. Fino a domenica 25 febbraio 2018, la galleria del seminario ospita “I colori della carità. San Vincenzo de Paoli nei capolavori dell’arte italiana tra ‘700 e ‘900”. Si tratta di un inedito assoluto, essendo la prima esposizione avente per protagonista esclusivo il santo francese. 30 preziose opere, provenienti da tutta Italia, attendono di essere per lo più conosciute, prima ancora che ammirate.

La mostra dell’Alberoni

 Ideata dai padri vincenziani del Collegio e curata dallo storico dell’arte Angelo Loda, la mostra comincia nella Sala degli Arazzi. La suggestiva esposizione su San Vincenzo de Paoli prosegue poi nelle sale attigue. Ritratti, scene di predicazione e assistenza ai poveri, glorie ed estasi mistiche, restituiscono la memoria di un gigante del Seicento. Una personalità capace di richiamare la centralità sociale degli ultimi e di organizzare una pastorale di sostegno fattivo per loro. 

Accanto a quella iconografica, la mostra ha altre due sezioniUna raccoglie alcunieffetti personali appartenuti al santo. Sottratti al pericolo della furia iconoclasta rivoluzionaria, sono conservati abitualmente a Torino. L’altra sezione è quella consacrata alle rappresentazioni vincenziane novecentesche, attraverso l’arte, il cinema e il fumetto.

Ed è proprio in quest’ultimo ambito, abbastanza eccentrico pensando alle rappresentazioni sacre, che trova spazio la sorpresa di Aurelio Galleppini. Sì, proprio il mitico Galep delle tavole del fumetto italiano. Lo storico disegnatore di Tex Willer, ospite delle Vincenziane nel 1947, realizzò per loro un affresco raffigurante il fondatore. Riprodotto nella mostra, lascia trasparire una simpatica somiglianza tra le fattezze del santo e quelle di Kit Carson. Sembra proprio che il geniale creativo si fosse ispirato a come aveva dipinto Vincenzo, per tratteggiare poi l’amico di Tex.

E naturalmente fino al 25 febbraio al Collegio Alberoni sono in calendario numerosi eventi collaterali come visite guidate speciali, concerti, conversazioni, percorsi teatrali e proiezioni di film.

Vincenzo de Paoli, un santo da scoprire

Ma chi è Vincent de Paul? Nasce nel 1581, in una modesta famiglia del sud della Francia. Viene avviato dal padre a studi laici. Ben presto, però, manifesta la vocazione e nel 1600 viene ordinato prete. Dopo un breve servizio alla corte di Margherita di Valois, si dedica al catechismo e all’assistenza di malati e poveri. Conosce san Francesco di Sales, che ha avuto grande parte nella sua formazione.

Nel 1623, fonda la Compagnia della “Charité”. Nel 1625, costituisce il primo nucleo di chierici specializzati nell’apostolato delle campagne. È l’inizio della Congregazione della Missione, tuttora operante sotto questo nome. Nel 1648, partirà per il Madagascar il suo primo sacerdote missionario. Nel 1633, fonda la Città dei Poveri, su cui si innesterà l’esperienza delle Figlie della Carità (Suore di san Vincenzo de Paoli). Sono dedite al servizio materiale e spirituale di poveri e ammalati. È una novità, per le donne consacrate: dalla clausura o comunque dal monastero, alle vie del mondo, al servizio dei bisognosi.

La sua fama gli procura le simpatie regie e Luigi XIII lo vuole suo consigliere. Assisterà anche Anna d’Austria, durante la reggenza del futuro Re Sole. Dovrà, però, lasciare la corte per contrasti con il machiavellico cardinale Mazzarino. Nel turbine delle guerre di religione tra cattolici e protestanti, predica moderazione. Si oppone, però, vigorosamente al giansenismo. Muore nel 1660. È stato canonizzato da Clemente XII nel 1737. La sua memoria liturgica ricorre attualmente il 27 settembre.

Caro a Papa Francesco

San Vincenzo de Paoli, insomma, è una figura capace di riunire in sé mondi tra loro normalmente assai distanti. È stato così durante la sua vita e anche la mostra piacentina, nella scansione cronologica delle opere, ne rende ragione.

Partito per studi profani, la vocazione lo ha portato al sacerdozio. In un tempo in cui la via della Chiesa era ancora soprattutto una carriera, si è lasciato dominare dalla carità. Predicatore di nobili e sovrani, ha preferito gli umili e si è ingegnato a studiare per loro una pastorale speciale. La dimensione sociale del suo apostolato è ciò che gli ha garantito considerazione anche nella Francia illuminista e post rivoluzionaria. Ed è quanto ne fa ancora oggi un profeta, specialmente caro alla chiesa di Papa Francesco.

Corrado Cavallotti (il mio Giornale.net)

Tags: mostra

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