Ottava domenica del Tempo Ordinario A Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Feb 23, 2017 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 49,14-15;
Salmo 61;
1Corinzi 4,1-5;
Matteo 6,24-34

Lectio

Nel mondo ebraico, specialmente al tempo di Gesù, vigeva una logica: sei sano? Sei ricco? Hai dei figli maschi? Questo significa che sei benedetto da Dio. Comprendiamo come il denaro, la discendenza e la considerazione fossero importanti nella vita dell’ebreo osservante. Da qui si comprende il timore dell’abbandono di Dio che il popolo d’Israele ebbe quando venne deportato dai pagani, i Babilonesi, che l’avevano sconfitto, perché – non avendo ascoltato la voce di Dio, che parlava attraverso i profeti – avevano sbagliato alleanza: si erano uniti all’Egitto contro la potenza emergente degli Assiro Babilonesi.
Infatti ogni traversia era segno dell’abbandono di Dio.

Gesù, con la sua vita, morte e risurrezione, pone in discussione la logica ebraica, perché insegna che Dio è Padre ed ha cura dell’umanità e del creato. Purtroppo, non sempre l’uomo si rende conto di questo amore gratuito da parte di Dio. Tale cecità è causa di sofferenza e del fallimento della vita umana, quando le cose e la fama, diventano ragione di vita.

Meditatio

La figura di san Paolo che emerge dal brano, tratto dalla prima lettera ai Corinzi, è quella del cristiano, che è libero dal condizionamento che si può subire dalle cose e dalle persone.
Il cristiano che cerca di seguire il vangelo è una persona libera: usa le cose, per il suo bene e per quello degli altri: è servitore. Come Cristo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita per tutti.
Il cristiano servo ha incontrato il Risorto nei fratelli, specialmente in coloro che contano meno, che non hanno voce…per questo il cristiano servo non teme la sofferenza e la calunnia di coloro che servono due padroni…..perché sa che la vita non è tolta, ma trasformata, che vive in questo mondo per andare in paradiso, non per suo merito, ma perché è figlio del Padre.
Il cristiano servo è cosciente che, coloro che servono due padroni, pur di mantenere ciò che sono riusciti ad avere: luoghi, incarichi, prestigio, denaro e coperture varie….saranno disposti a tutto, dico a tutto, senza parafrasi, pur di conservare la loro stabilità, come lo furono, nei confronti di Cristo, scribi, farisei, dottori della Legge, sacerdoti del tempio di Gerusalemme e anche il povero Ponzio Pilato, caratteristica figura di colui che è un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. Così Manzoni definiva don Abbondio, nella memorabile opera I promessi sposi.

Cerchiamo di essere, nonostante i nostri limiti, cristiani servi per essere luce e sale nella Chiesa e nel mondo.

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