Terza domenica di Quaresima A Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Mar 20, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Esodo 17,3-7;
Salmo 94;
Romani 5,1-2.5-8;
Giovanni 4,5-42

Lectio

Nell’antichità e quindi anche nel popolo ebraico, era uso che le ragazze si recassero ad attingere l’acqua alla mattino presto. Infatti Mosè, in fuga dall’Egitto, si trovò a difendere le figlie del sacerdote di Madian, che erano giunte al pozzo ad attingere acqua, dai soprusi di alcuni pastori. Questa attenzione procurerò a Mosè la benevolenza del sacerdote di Madian, che lo inviterò nella sua tenda e, in seguito, le diede in sposa una delle sue figlie.
Da questa vicenda ci fa comprende come, in quei tempi lontani, i ragazzi per poter incontrare e parlare con le ragazze, si recassero al pozzo di buon mattino. Allora ci chiediamo come mai Gesù – sotto il sole del mezzogiorno – trovò la donna samaritana? Perché le donne che la gente additava come persone di facili costumi venivano ad attingere acqua proprio nel momento in cui, a causa del caldo, non c’era nessuno, per non essere viste ed essere, al contempo, oggetto di commenti disdicevoli.
Gesù l’aspetta, la tratta come tutte le altre, la evangelizza e ottiene ascolto e sequela.
L’evangelista nota come i discepoli rimasero meravigliati dell’atteggiamento di Gesù: parla con una donna di quella condizione…..Questo significava contravvenire ai precetti della Legge di Mosé e cioè compiere un sacrilegio!
Ma l’autore del brano evangelico sottolinea implicitamente che: una donna di tal specie accoglie la predicazione di Gesù e si pone al suo seguito, mentre donne di grande fama, mogli di scribi, farisei e dottori della Legge, osservanti dei minimi precetti, rifiuteranno il messaggio evangelico, osteggeranno Gesù fino a giungere a crocifiggerlo. I primi saranno ultimi e gli ultimi i primi.
Cristo è l’acqua viva e il cibo della vita. Egli è colui che solo può ridare senso all’esistenza umana, quando questo è stato smarrito.

Meditatio

La samaritana vive un rapporto del tutto particolare con Gesù e diventa credente e, nel contempo, annunciatrice del vangelo. Infatti afferma di credere in Gesù perché ne ha fatto esperienza. Questo è il vero concetto di fede: la fede è l’esperienza del nostro rapporto quotidiano con Dio. Quando parliamo della fede dovremmo raccontare la storia del nostro rapporto con Dio, altrimenti si parla di teoria, di dogmi, ma non di fede. La fede non si può perdere, perché è un’esperienza!

Il vangelo ci chiede: quale sarebbe stato il nostro comportamento se ci fossimo trovati al pozzo al posto di Gesù?

Siamo coscienti che anche in noi c’è la samaritana? Ci sentiamo peccatori, assetati dell’acqua che è Cristo? Siamo disposti a giocare le nostre certezze, per seguire Cristo?

Seguire Cristo: Ognuno, nel profondo del suo cuore si chieda: condivido le scelte di papa Francesco per la riforma della chiesa?
Se la mia risposta risulterà affermativa significherà che al pozzo avrei avuto l’atteggiamento di Gesù e che riconosco che anch’io sono peccatore bisognoso dell’acqua che è Cristo.
Oppure io mio trovo nella situazione di scribi, farisei e dottori della Legge, che si ritenevano i migliori i puri, gli osservanti, per la loro appartenenza alla casta relativa. Per cui, coloro che non appartenevano alla loro casta, erano ritenuti peccatori, ebrei di seconda fascia, gente da condannare?

Anch’io mi trovo nella condizione di quei buoni cristiani che usano la Chiesa ed i poveri per le loro mire? Per continuare a vivere con doppie personalità: belle con le persone che contano e ipocrite con le persone che possono tiranneggiare? Persone che desiderano comandare e mai collaborare alla pari? Persone che sono pronte a mentire per i loro fini?
Sono pronto a denunciarle per il bene della chiesa e dei poveri oppure taccio e , con la nostra omertà, contribuisco ad alimentare un sistema da piccola mafia?
Soppiantare questa logica, che a volte è nei gruppi ecclesiali anche in quelli caritativi, costituisce il vero digiuno che da senso alla santa Quaresima.

Buona domenica

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