Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Set 13, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Esodo 32, 7 – 11. 13 – 14
Dal Salmo 50
1Timoteo 1,12 – 17
Luca 15,1 – 32

Lectio

In Israele, come altre volte ho scritto, ma ripetere i concetti fondamentali è un buon metodo per farli assimilare, in Israele, dicevo, c’era la convinzione che il peccato si trasmettesse per contatto, come si contrae un raffreddore, un’influenza. Infatti l’ebreo osservante, tutte le volte che si era esposto al contatto con i peccatori, siano essi ebrei, oppure pagani (= non ebrei), questi ultimi per l’ebreo osservante vivevano perennemente nel peccato, questi si lavava le mai e gli avambracci, era il rito di purificazione. Ora, stare con i peccatori, mangiare con loro era come ammettere di essere nel peccato e non era possibile che un rabbì (= maestro) che doveva essere di esempio nell’osservanza della legge mosaica, vivesse nel modo in cui viveva Gesù di Nazaret!!
Gesù dava scandalo!
Il vangelo sostiene che Gesù non da scandalo, ma è l’immagine di Dio padre buono che ama i suoi figli e, in modo particolare coloro che ammettono di essere peccatori, di non essere perfetti.

Le parabole narrate nel brano odierno intendono supportare questa tesi: il Dio dei padri (Abramo, Isacco e Giacobbe) è amore, non giustizia infinita. Di fronte a Lui nessuno può vantare pretese.

La parabola del figlio prodigo, ormai rinominata del padre misericordioso, intende mostrare tale volto di Dio.
Nel figlio minore sarebbero rappresentate le persone che, nella loro vita si sono allontanate da Dio, ma ad un certo punto, pentitesi, sono tornate con profonda umiltà e rincrescimento e sono state riaccolte nella casa del Padre che le aveva sempre attese con amore.
Invece nel figlio maggiore sono rappresentati i capi del popolo ebraico: che dall’alto delle loro certezze: da Nazaret è mai giunto qualcosa di buono? No! Non hanno riconosciuto la presenza di Dio tra loro, perché Dio non ha rispettato il loro modello e, sappiamo come è andata a finire…..!
La tristezza del figlio maggiore è profonda. Egli pretende dal Padre che scacci il figlio minore, che non riconosce più come fratello e premi lui, che ha meritato con la sua vita di fedeltà, fedeltà dettata dal dovere e non dall’amore…..

Meditatio

Cristo è il nuovo Mosè che è in grado di svelare il vero volto di Dio: quello di Padre che ama gratuitamente le persone.
La parabola del figlio prodigo ci pone la domanda: noi chi siamo: il figlio maggiore o il figlio minore?
Nessuno può esimersi dal rispondere a tale quesito, perché non esiste un’alternativa, o ci riconosciamo nell’uno oppure ci riconosciamo nell’altro.

Essere il figlio minore.

Essere il figlio minore, parlo soprattutto per i cristiani che cercano di vivere secondo il vangelo, significa essere coscienti dei propri limiti e di questi chiedere perdono, sapendo però che, proprio la coscienza di essere limitati, ci fa riconoscere l’amore gratuito del Padre verso ciascuno di noi e verso gli altri.
Questo atteggiamento porta ad essere misericordiosi, a comprendere gli errori altrui. Comprendere e capire non significa giustificare. Quello che è sbagliato è sbagliato e il cristiano deve avere il coraggio di dire che è sbagliato. Un certo atteggiamento che tende a coprire, specialmente gli errori del clero, portando la ragione che è per il bene della Chiesa, e che purtroppo non siamo ancora riusciti a debellare….quanto male ha prodotto e tutt’ora produce nella Chiesa, speriamo che papa Francesco riesca nel debellare questo tumore maligno.
Dunque, una volta scoperto l’errore, da buoni fratelli si deve aiutare l’errante a rientrare sulla giusta strada e, qual’ora ci fossero vittime a risarcirle dei danni morali e materiali subiti.

Essere figlio maggiore.

Essere figlio maggiore significa sentirsi parte del gruppo eletto, del Movimento privilegiato, e vivere da veri cattolici e formare dei veri cattolici.
Così, da vero cattolico, combattere gli eretici, i cattocomunismi: tutti coloro che non sono omologati a la modello presentato dal Movimento privilegiato. Ad eccezione delle persone che assicurano al Movimento privilegiato potere politico ed economico: allora tutto va bene. Va bene anche se queste non sono praticanti, se bestemmiano in pubblico, se hanno amanti in ogni dove, se evadono le tasse per centinaia di milioni di euro ecc…
Siamo di fronte a quello che il vangelo chiama l’ipocrisia dei farisei, che all’esterno sembrano osservanti, ma all’interno sono lontani mille miglia dalla volontà del Padre.
Nel figlio maggiore inoltre l’autoreferenzialismo  è palese: è lui che fa, che compie il suo dovere. È lui che merita. Tutto deve riferirsi a lui. Dio è soltanto colui che deve dirgli: bravo, non sei come gli altri….
Un esempio per capire meglio. Un povero adolescente, educato nella logica del figlio maggiore, qualche mese fa, apostrofò, come eretica, una sua coetanea che aveva manifestato perplessità nei riguardi del gruppo di cui questo adolescente faceva parte: si tratta di formazioni di adolescenti educati ad essere contro, denominate cavalieri di ….(nulla a che vedere con i cavalieri di Malta o i Templari). Si tratta di gruppuscoli sorti per contrastare l’Azione Cattolica, gli Scout cattolici, che questi cosiddetti cavalieri…chiamano – sull’insegnamento dei loro padri – cattocomunisti, perché AC e AGESCI, sono fedeli al Concilio e quando è stato eletto il papa hanno suonato le campane, nelle loro parrocchie, a differenza delle parrocchie usurpate dai movimenti privilegiati che non l’anno suonate….!
Buona domenica.

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO