Seconda domenica del Tempo Ordinario C, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Gen 19, 2013 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 62,1 – 5
Dal Salmo 95
1Corinzi 12,4 – 11
Giovanni 2,1 – 12


Lectio

Il vangelo, con l’episodio noto delle nozze di Cana, sottolinea come Gesù sia il vero sposo che allieta, con il suo vino la mensa, in cui era terminato il vino vecchio, dell’ebraismo.
Ormai, con la morte e risurrezione di Cristo è sorto un nuovo matrimonio, è cessato il rapporto instaurato tra Dio e Israele nell’Antico Testamento (1 lettura), per aprire alle nozze dell’Agnello della nuova ed eterna Alleanza. Da questo patto nuziale, nasce la comunità cristiana, in cui tutto è servizio fatto per amore del Signore.
In questa nuova comunità lo Spirito santo chiede ad ogni battezzato di servire la Chiesa secondo i doni che egli ha conferito ad ogni persona, la quale deve far fruttare i doni (carismi) ricevuti. (2 lettura).

Meditatio

Cristo è lo sposo della Chiesa e quindi di ogni cristiano. Ognuno di noi dovrà essere, in virtù del proprio battesimo fedele a questo sposo.
La nostra fedeltà consisterà nel porre ascolto alla sua Parola, da attuare nella carità verso il prossimo, che è l’icona del Signore. Infatti nel fratello c’è il volto di Cristo.
Non dimentichiamo, però, che non c’è carità senza giustizia, senza sincerità, senza verità.
Non possiamo pensare di amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello che vediamo.
Noi cristiani dobbiamo servire ai fratelli quel vino buono che è Cristo ma, prima di tutto, i fratelli dovranno vedere che noi ci siamo ubriacati di questo vino buono e che, questa ubriaca tura ci ha liberato dall’abbeverarci del vino scadente: protagonismo, menzogna, apparenza, uso degli altri per la nostra gloria ecc…

Buona bevuta del vino nuovo!! E…buona domenica.

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