Domenica delle Palme e della Passione del Signore B

da | Apr 1, 2012 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Domenica delle Palme e della Passione del Signore B

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Marco 11,1 – 10

Isaia 50,4 – 7

Dal Salmo 21

Filippesi2,6 – 10

Marco 14,1 – 15,47

 

 

Lectio e Meditatio

 

Questa domenica apre la Settimana santa: il periodo più importante dell’Anno Liturgico.

Infatti al termine della Settimana santa celebreremo il Triduo pasquale: Cristo morto, sepolto e risuscitato, a cui si aggiunge, quasi come un’introduzione, la celebrazione eucaristica della sera del Giovedi Santo: la Messa della cena del Signore, all’interno della quale c’è il gesto della lavanda dei piedi, con il quale Gesù testimonia che, all’interno della Chiesa, il servizio verso i fratelli e specialmente verso gli ultimi è la vera autorevolezza e ci rende idonei a celebrare con verità la liturgia e, in modo particolare, quella eucaristica.

 

Sarà proprio questo atteggiamento di servizio: lavare i piedi, al tempo di Gesù, era compito dello schiavo e questi non era considerato una persona umana, ma una cosa in possesso del padrone, che scandalizzerà i discepoli, per poi giungere al culmine dello scandalo nella passione e nella crocifissione.

 

Dobbiamo ricordare che gli ebrei erano convinti che il Messia sarebbe nato in una famiglia o di ricchi mercanti, perché nobiltà e ricchezza, buona salute erano sinonimi della benedizione di Dio.

Immaginate, alla luce di quanto ho scritto sopra, l’impatto con la figura di Gesù di Nazareth: nato in una famiglia qualunque, un rabbì strano, che s’interessa dei poveri degli ultimi della società ebraica, parla con le donne, presenta Dio come Abbà, un Dio che ama per primo l’uomo gratuitamente: che scandalo!! Infatti Gesù mette in discussione la religiosità degli scribi, dei farisei dei dottori della legge, che erano le guide del popolo.

E poi? E poi è preso, torturato e crocifisso.

La crocifissione era – nell’Impero romano – uno spettacolo, come lo erano i confronti all’ultimo sangue dei gladiatori. Immaginate la via dolorosa in quel contesto.

Gesù è solo! E la folla che lo ha acclamato all’entrata in Gerusalemme? La folla? Ora questa lo insulta, gli sputa addosso….la folla è sempre stata composta da persone simili ai cani al guinzaglio (come direbbe sant’Ambrogio) o da paurosi, si tratta di modelli di persone pronti a vendersi, per paura, o per interesse a coloro che al momento detengono il potere.

Si tratta di coloro che non si compromettono mai….potremmo denominarli i giullari del momento!

 

La passione del Signore ci ricorda che il cristiano deve aver il coraggio di affrontare anche la solitudine, per testimoniare la verità, perché è questa che lo rende libero e, la verità, è Cristo.

 

La passione del Signore ci ricorda che il cristiano deve aver il coraggio di sopportare il tradimento, di sopportare di essere venduto da coloro che, quando la vita si fa dura, non esitano – per salvare la faccia o la fama – a mentire, perché Cristo è la via, la verità e la vita.

Ma, soprattutto, la ragione profonda per cui il cristiano affronta il dolore e anche la morte, è perché sa, per esperienza, che la vita non è tolta, ma trasformata; egli ha incontrato il Risorto in ogni persona, specialmente nei poveri. Ecco perché il cristiano è sicuro che al termine della vita umana, continuerà a vivere nel paradiso, dotatogli dal Padre, la vita che ha sempre sognato, la vita in cui i rapporti con gli altri si vivono in modo perfetto come avviene nella Trinità.

 

Buona domenica e buona settimana santa

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