Terza domenica di Quaresima B

da | Mar 10, 2012 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Terza domenica di Quaresima B

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Esodo 20, 1 – 17

Dal Salmo 18

1Corinzi 1,22 – 25

Giovanni 2,13 – 25

 

Lectio

Il vangelo di Giovanni pone in risalto come, dopo la morte e risurrezione del Signore, il culto verso Dio sia totalmente mutato. Infatti i veri adoratori saranno coloro che riconoscono in Gesù di Nazareth, nel crocifisso risorto, il messia, il Figlio amato dal Dio dei padri: Abramo, Isacco e Giacobbe.

Rendere culto a Dio, dopo l’evento Cristo, significa mettere in pratica il messaggio evangelico (2 lettura), seguendo la predicazione dell’apostolo Paolo e non quella degli pseudo apostoli, che intendevano riportare i cristiani ad osservare la legge di Mosè.

Cristo è anche colui che da vero compimento all’antica alleanza: nella prima alleanza Dio si era auto comunicato all’uomo e questi doveva corrispondere mediante la fede e l’obbedienza alla Parola, nella nuova alleanza Cristo ci ha svelato il vero volto di Dio: quello del Padre di tutti, che si auto comunica all’uomo per amarlo gratuitamente.

 

 

 

Meditatio

Nella prima lettura si parla di un Dio geloso. È un modo di scrivere dell’autore biblico, per sottolineare come Dio ami il suo popolo, come sia prezioso Israele ai suoi occhi e, per ammonire gli ebrei dal cedere alla tentazione – molto forte in quel tempo – di allontanarsi dal vero Dio, per adorare gli dei popoli vicini

Dio non può essere geloso, perché la gelosia è un limite, un difetto e in Dio non c’è il limite umano, non ci sono difetti, altrimenti non sarebbe Dio, se egli avesse difetti.

Compiere la volontà del Padre: questo è il vero culto. Noi, quando celebriamo l’eucaristia, non facciamo altro che dire, con parole e gesti, che – ogni giorno – cerchiamo di compiere questa volontà. Altro che andare alla Messa per soddisfare il precetto festivo; oppure assistere a più Messe, per aumentare la grazia di Dio!!

 

La liturgia, o influisce sulla vita quotidiana, oppure non serve; addirittura può essere nociva: una contro catechesi.

Pensate alle celebrazioni non preparate, sciatte, pesanti. Pensate alle Messe di prima comunione o di cresima quando, non preparate, diventano un mercato, perché durante la celebrazione la gente parla in continuazione: poveri comunicandi, poveri cresimandi, povere persone che, venendo in chiesa solo per queste occasioni, si confermano nella tesi che il culto sia tutto una presa in giro, che siano cose che si fanno per tradizione, ma senza alcuna convinzione! Quale responsabilità hanno, di fronte a Dio, quei preti che, pur non sapendo fare la regia delle celebrazioni e così riducendole nello stato sopra descritto, non si fanno aiutare, danneggiando gravemente il popolo di Dio: altro che vero culto! Qui si è peggio dei venditori al tempio di Gerusalemme, di cui il Signore rovescia i banchi!!

Io, purtroppo, sono stato testimone per anni di situazioni come quelle che ho descritto, quando ero in una delle nostre parrocchie, senza poter far nulla, perché non mi era permesso d’intervenire…!!

 

Buona domenica.

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