XXII domenica del Tempo Ordinario A

da | Ago 27, 2011 | La Parola per la Chiesa | 1 commento

XXII domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Geremia 20,7 – 9
Dal Salmo 62
Romani 12,1 – 2
Matteo 16,21 – 27

Lectio

I discepoli, prima dell’incontro con il Risorto, non comprendono il progetto di Dio, riguardo a Gesù di Nazareth. Essi concepiscono il Messia condottiero, che risulterà vittorioso sullo strapotere di Roma e riuscirà dominare il mondo che si convertirà alla fede del Dio dei padri: Abramo, Isacco e Giacobbe.
Ecco perché, di fronte all’annuncio – da parte di Gesù – della passione e della crocifissione, non solo non capiscono, ma si scandalizzano: l’atteggiamento di Pietro riassume quanto detto fin’ora.
Il Signore ripudia il modello di Messia ebraico e ripudia anche il concetto di Dio del giudaismo. Egli non ha nulla a che spartire con il concetto di potenza che tali modelli intendono proporre: siamo tanti, siamo forti, siamo economicamente potenti.
Cristo invita il cristiano ad essere lontano da questa mentalità. Gesù è il servo sofferente è colui che insegna agli uomini che Dio è Padre di tutti e desidera ardentemente che l’umanità di tutti i tempi entri in Paradiso. (2 lettura). Egli è il Messia annunciato dai profeti, quelli che Israele ha ucciso e scacciato e di cui ha dimenticato il messaggio (1 lettura).

Meditatio

Anche in questa domenica, come è già capitato per altre, la nostra meditazione verte sul concetto di Dio.
Infatti per valutare se un’esperienza religiosa, all’interno della Chiesa, è valida oppure percorre strade sbagliate, io consiglio di valutare due punti: quale volto di Dio propone e in quale misura porta avanti il concetto di Chiesa promulgato dai documenti del Concilio Vaticano II°.
Riguardo al concetto di Dio: Egli è il Padre di tutti, che ama tutti specialmente i lontani, quelli che fanno più fatica a seguire il vangelo e gli insegnamenti dei vescovi? Oppure è il Dio che premia i buoni, coloro che hanno tarpato le ali alla vita, per vivere un cristianesimo cupo, con la preoccupazione di sterminare i nemici della Chiesa, con in corpo la rabbia del figlio maggiore della parabola del figliol prodigo.
Si tratta dei cristiani tristi, quelli che – prima di aiutarti – debbono sapere quale partito voti, oppure se sei fedele al papa, insomma se la pensi come loro. Ma la parabola del buon samaritano non segue tale logica, anzi….?

È importante vagliare anche il concetto di chiesa: se la chiesa è l’insieme dei battezzati, in cui ogni persona ha risposto alla chiamata dello Spirito Santo, per servire meglio la comunità cristiana, questo va bene, perché è la chiesa che emerge dalle lettere di san Paolo e quindi dalla parola di Dio. Se invece il loro concetto di Chiesa si limita al clero ( papa, vescovi, preti e diaconi), questo è sbagliato.
La riforma liturgica esprime il concetto di chiesa di Paolo: ecco perché chi celebra è la chiesa, cioè l’assemblea liturgica, in cui si esprimono i vari ministeri (= servizi) quello di colui che presiede (vescovo, prete o diacono), quello dei lettori, dei cantori degli accoliti ecc..il tutto nella lingua parlata dall’assemblea celebrante.
Coloro che non si attengono a questo schema, desiderano tornare al concetto di chiesa che si è usato dal 1300 al Vaticano II°. Ma, mentre i nostri padri, non avevano colpa per essersi allontanati dal modello originale di chiesa, perché privi di strumenti per un discernimento, dopo il Concilio coloro che intendessero riproporre quel modello sono responsabili di non attenersi allo spirito del concilio e quindi si porrebbero al di fuori della chiesa cattolica.

1 commento

  1. Marinella

    Grazie p Giorgio,spero che le sue meditazioni vengano lette riflettute e incarnate dal maggior numero di persone,ritengo che sia molto importante fare chiarezza su determinati argomenti,ancora oggi nonostante i mezzi che abbiamo a disposizione c’è una grave ignoranza dottrinale sulla riforma liturgica ma anche religiosa ancora non hanno compreso che la Religione è la Persona di Gesù,questo nella stragrande maggioranza delle persone comuni ,mentre una gran parte del clero stenta ad accettare la riforma liturgica rimpiangendo ad alta voce il precedente concilio e praticamente come pensano agiscono e trasmettono…….la mia messa,il mio gruppo,i miei collaboratori che solo io devo formare ecc ecc insomma una comunità e sette capelle!non so come si può pregare PER la Chiesa CON la Chiesa IN Chiesa per il Papa e poi praticamente non seguire le direttive che fino a prova contraria sono ispirate dallo Spirito Santo,se no che Chiesa sarebbe? Tutti i battezzati formiamo la grande famiglia di Dio cioè la Chiesa, a tutti è stato dato in Dono lo Spirito Santo,ciascuno ha contribuito contribuisce e continuerà a contribuire (la chiesa di ieri di oggi e quella che verrà) a svolgere la sua missione col proprio stato di vita chi sacerdotale chi matrimoniale,con Spirito Cristiano,come nessuno si può sostituire al sacerdote cosi nessuno si può sostituire all’azione dello Spirito Santo e fare della dottrina una regola di vita a proprio uso e consumo, Dio ama tutti e ciascuno , ciò che Dio non ama è l’imposizione,l’abuso di potere,la prvaricazione,e tutto ciò che contribuisce a rattristare la vita dei vicini e dei lontani che ancora non sanno che Dio vuole che ciascuno di noi si salvi ma tutti inssieme, Dio ci chiede di essere per tutti un riflesso del Suo Amore incondizionato,non secondo i meriti,la classe sociale la razza o il colore della pelle, e chiama beati i poveri in Spirito che non bisogna confondere con i poveri di Spirito,che io simpaticamente chiamo spiriti stolti morti coscenti!
    Buona domenica.

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