VOLONTARIATO: torna il rischio valanga sui Centri di Servizio

da | Mag 19, 2011 | Opinioni a confronto, Politiche sociali, Storia e cronaca, Volontariato | 0 commenti

Al Senato nuovo ddl che tenta di modificare da un lato la Legge 266 del 1990 sul Volontariato e dall’altro la funzione dei CSV, estendendone le competenze senza aumentare le risorse.


Il 14 aprile scorso è stato depositato in Senato, ed è lì che aspetta di essere discusso, il Disegno di legge n. 2688 “Nuove disposizioni in materia di comuni montani, nonché delega al Governo per l’emanazione del codice della legislazione in materia di montagna” (disponibile in allegato), presentato dal senatore del Pdl Valter Zanetta, cofirmatari esponenti del Gruppo Misto, Pdl, Udc e Svp.

Leggendo il testo, si scopre, un pò nascosto, l’ennesimo tentativo di modificare da un lato la Legge 266 del 1990 sul Volontariato e dall’altro la funzione dei Centri servizio per il Volontariato, aumentando le competenze senza però trovare risorse per coprire i nuovi obblighi.
D’altra parte, già nell’ottobre del 2010 un altro disegno di legge, ma uguale, era stato al centro di un forte dibattito e scontro tra Parlamento e non profit. In quell’occasione Forum del Terzo settore e CSVnet avevano aspramente criticato il provvedimento. Ed era stato abbandonato.
Ma eccolo di nuovo fare di nuovo parte dell’agenda parlamentare, ora aspetta di essere assegnato alla commissione competente.

Fra i punti dolenti: almeno il 10% del fondo non incrementato sarà destinato ai CdS e verrà tolto ai CdS tradizionali per darlo a quelli costituiti nei territori montani, ma si interverrà anche nella governance dei Csv.

Per meglio comprendere il contenuto del ddl 2688, di seguito vi proponiamo l’articolo di Carlo Mazzini “Il ritorno della valanga sul volontariato: gli impuniti ci riprovano”, pubblicato il 12 maggio 2011 sul sito www.quinonprofit.it.

Sei mesi fa vi raccontai, credo per primo, che alcuni onorevoli avevano avuto la luminosa idea di intervenire sull’articolo 15 della L 266/91, ampliando la platea dei beneficiari dei Centri di Servizio senza riconoscere neppure un euro in più di finanziamento ai Centri di Servizio stessi.
Ora ritornano, come i mostri, come le peggiori sfighe, come il vicino insolente, come la suocera; inaspettati, nell’ora peggiore, mentre pensavamo che nulla avrebbe potuto più disturbarci, quando ci eravamo appena tolti dalla spalla la croce quotidiana, che dicono esserci, ma solo una al giorno!
Con i nomi – che vedremo – alcuni senatori, all’articolo 8 del DDL 2688 presentato il 14 aprile scorso, scrivono:

Art. 8.
(Interventi in favore dell’associazionismo sociale)
1. Alla legge 11 agosto 1991, n. 266, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 12, comma 1, lettera d), dopo le parole: «emergenze sociali» sono inserite le seguenti: «e ad interventi nei territori montani e nelle altre aree territorialmente marginali del Paese»;
b) all’articolo 15, il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Le fondazioni bancarie di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, prevedono nei propri statuti che una quota non inferiore a un quindicesimo dei propri proventi, al netto delle spese di funzionamento e della riserva finalizzata alla sottoscrizione di aumenti di capitale delle società conferitarie, sia destinata alla costituzione di fondi speciali presso le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano al fine di istituire, per il tramite degli enti locali, centri di servizio a disposizione delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni sportive dilettantistiche, delle associazioni bandistiche, dei cori amatoriali, delle filodrammatiche, delle associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare, delle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, nonché delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e da queste gestiti, con la funzione di sostenerne e di qualificarne l’attività. Una quota non inferiore al 10 per cento dei fondi speciali così costituiti è vincolata alla creazione di centri di servizi nei territori montani. In tale ambito le somme eventualmente eccedenti possono essere utilizzate per l’acquisto di attrezzature, di materiali e di mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale».
2. Alle associazioni bandistiche, agli sci club riconosciuti dalla Federazione italiana sport invernali, ai cori amatoriali, alle associazioni filodrammatiche, alle associazioni di musica e di danza popolare legalmente riconosciute operanti senza fini di lucro nei territori montani si applica il regime fiscale agevolato di determinazione forfetaria del reddito e dell’imposta sul valore aggiunto di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398.

Qui trovate il mio precedente post che scrissi su identico testo presentato e in discussione alla Camera sei mesi fa; vi segnalo che dopo il mio intervento e la ripresa da parte di molti del suo contenuto, le voci che si sono sollevate contro la disposizione hanno bloccato il testo e la modifica improvvida della 266/91.
Se già così i CdS devono valutare le priorità dei servizi da dare alle OdV (quali gratuitamente, quali implementare, quali dare a livello basic ecc), immaginatevi se arrivassero pretendenti alla gratuità le Onlus, le coop sociali, le associazioni sportive dilettantistiche, le bandistiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche ecc.
E in più, almeno il 10% del fondo non incrementato destinato ai CdS viene tolto ai CdS tradizionali per darlo a quelli costituiti nei territori montani.
Ma queste ed altre osservazioni ricordo che già le riportai nel precedente post.
In termini di iter, questa nuova genialata è ancora da assegnare alla commissione competente, mentre la volta scorsa si stava già discutendo in Commissione. Se la si rimandasse al mittente prima di far perdere tempo alle commissioni, sarebbe un’ottima idea.

Vediamo i nomi di chi ha firmato l’ideona:
Iniziativa Parlamentare
Valter Zanetta (PdL)
Cofirmatari
Gianpiero Carlo Cantoni (PdL) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Alessio Butti (PdL) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Franco Asciutti (PdL) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Cosimo Latronico (PdL) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Tomaso Zanoletti (PdL) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Fabio Rizzi (LNP) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Manfred Pinzger (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) (aggiunge firma in data 28 aprile 2011)
Ada Spadoni Urbani (PdL) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Maurizio Fistarol (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Enrico Musso (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Valerio Carrara (CN-Io Sud) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Giacomo Santini (PdL) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Antonio Tomassini (PdL) (aggiunge firma in data 4 maggio 2011)
Tanto per capire il profilo dei legislatori, alcuni di essi hanno in passato presentato DDL che regolava la materia dell’attività di tatuaggio e di percing, altri hanno suggerito di introdurre la denominazione “gelato tradizionale” (sempre per legge!), altri ancora hanno ritenuto degna di essere dibattuta nelle due camere la collocazione giuridica ufficiale della razza del lupo italiano!

La morale credo è che evidentemente non è bastata la batosta della volta scorsa (sollevazione del volontariato contro i proponenti). Ne hanno bisogno di una ulteriore. Ed evidentemente non condividono le ragioni che erano state espresse da CSVnet, Forum del Terzo settore e compagnia bella ”contro” il provvedimento.

www.quinonprofit.it
www.vita.it
www.senato.it

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