Quinta domenica di Pasqua A

da | Mag 21, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Quinta domenica di Pasqua A

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

 

 

 



Atti 6, 1 – 7

Dal Salmo 32

1Pietro 2,4 – 9

Giovanni 14, 1 – 12

Lectio

La prima lettera di Pietro – nel brano che è proclamato nella liturgia eucaristica di questa domenica – ricorda ai cristiani come è costituita la comunità cristiana: è l’insieme delle pietre vive che seguono la pietra viva per eccellenza: Cristo. Con queste pietre – l’insieme dei battezzati, Cristo a costruito la comunità, in cui ogni cristiano può rivolgersi a Dio chiamandolo Padre. Questo è il significato del sacerdozio santo. In Israele, per rivolgersi a Dio, era necessaria la mediazione di un sacerdote del tempio di Gerusalemme, nella chiesa no! E allora che ruolo ha il sacerdote cattolico? Intanto usiamo i termini corretti: noi non siamo sacerdoti, ma presbiteri, questo nome nella lingua parlata è stato ridotto a prete.

Il presbitero, in forza del sacramento dell’ordine, è costituito anziano in sapienza. È colui che ha il compito di presiedere le celebrazioni liturgiche e di essere il segno dell’unità della comunità a lui affidata. È un maestro spirituale.

La chiesa è stirpe eletta, non perché il Padre non ami tutti allo stesso modo, ma perché è il segno della bontà di Dio nel mondo.

Coloro che, per la lettera di Pietro, inciampano nella pietra scartata – che è Cristo – sono i capi del popolo ebraico.

Meditatio

Ho scelto di riflettere sulla chiesa, perché – come in altri articoli ho sottolineato – in questo momento è un problema urgente.

Anche nella meditazione della terza domenica di Pasqua ho accennato a tale questione.

Ci sono persone che relativizzano i riti: che si celebri la liturgia secondo la riforma liturgica, oppure secondo il rito prima del Concilio è relativo. Non si rendono conto che invece è un problema di Chiesa: nello schema preconciliare i laici non erano chiesa. Nello schema del Concilio Vaticano II° la chiesa – tornando alla definizione di san Paolo e quindi della Scrittura – è l’insieme dei battezzati!!

Questo è il motivo teologico fondamentale, per cui non si può celebrare l’eucaristia con il rito preconciliare, perché esprime un concetto di Chiesa che le costituzioni conciliari hanno superato. È come dire: «il Concilio dice questo, ma…io faccio il contrario! »

Cerchiamo di difendere il Concilio, nelle nostre parrocchie e comunità religiose.

Buona domenica

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO