Immacolata concezione della Beata Vergine Maria

da | Dic 7, 2010 | La Parola per la Chiesa, Uncategorized | 0 commenti

Immacolata concezione della Beata Vergine Maria

Solennità

p. Giorgio Bontempi c.m.

Genesi 3, 9 – 15.20

Salmo 87

Efesini 1, 3 – 6.11

Luca 1,26 – 38

Lectio

Le narrazioni dei vangeli dell’infanzia di Gesù di Nazareth, non sono storia, ma teologia. Questo fatto non sminuisce la loro veridicità ma, al contrario, la esalta. Infatti questi racconti contengono un profondo senso spirituale che la lettura tradizionale non riusciva a far emergere.

In primo luogo chiediamoci che cosa intendeva dire l’autore ai suoi destinatari, che erano i cristiani della prima generazione?

Egli intende focalizzare l’attenzione su chi è colui che è nato e non su come è nato Gesù.

Cerchiamo di comprendere il linguaggio della pericope in questione. Quando in un brano biblico entra in scena un angelo è come dire:«siamo alla presenza di Dio che si comunica a noi».

Il popolo ebraico era diviso in due regioni: la Giudea, in cui risiedeva la parte migliore e la Galilea in cui risiedeva ilmeticciato: si celebravano matrimoni con gente pagana, si avevano contatti frequenti con gli altri popoli, la razza ebraica era molto inquinata!

Ora in Galilea, c’era un paese che godeva il massimo disprezzo da parte dei farisei, degli scribi, dei dottori della legge e dei sacerdoti dal tempio di Gerusalemme: Nazareth, qui si toccava il fondo dell’inosservanza della legge di Mosè. Infatti, quando Gamaliele, parlerà nel sinedrio in favore di Gesù, gli verrà ricordato un detto rabbinico: da Nazareth non è mai venuto nulla di buono!

Inoltre l’angelo si presenta ad una ragazza qualunque, una popolana promessa sposa ad un falegname. Ora, dobbiamo sapere che, gli ebrei del tempo erano convinti che il Messia, di cui si attendeva la venuta imminente, sarebbe dovuto nascere, o in una famiglia nobile o in una famiglia di ricchi mercanti.

Invece il Signore sceglie di nascere nella casa del falegname del paese più disprezzato della regione meno considerata……e qui torna alla mente la frase del vangelo […] i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi..[…].

Se guardiamo attentamente lo schema in cui si svolge il racconto, noteremo la similitudine con le narrazioni delle grandi nascite bibliche (es. la nascita d’Isacco, la nascita di Samuele, la nascita di Sansone, la nascita di Giovanni il Battista..) la coppia o la donna in difficoltà, o umile che partorisce un figlio che sarà una pietra miliare in Israele.

La figura della donna acquista un ruolo importante in questa solennità. La prima lettura, narra in modo epico – teologico l’origine del male e la debolezza dell’uomo, improntata sulla vicenda di Adamo, Eva e il serpente, simbolo del male. Così l’autore preconizza la nascita di Cristo da una donna, e ponendo a confronto Maria ed Eva, conclude che la prima è riuscita a salvare la seconda, tramite la sua disponibilità ai piani di Dio.

Meditatio

Ora che abbiamo compreso il significato delle letture odierne, proviamo a meditare. Chiediamoci se noi siamo convinti che i primi saranno ultimi e gli ultimi i primi. Davanti a Dio, possiamo dire d’impegnarci con gioia affinchè l’arrivismo la presunzione, il volere apparire, non occupino il primo posto nella nostra vita?

Il Signore ha voluto vivere la vita quotidiana nel nascondimento, come viviamo anche noi nelle nostre famiglie, dove al di fuori del paese e di qualche altro ambito nessuno ci conosce.

Anche Maria ha condiviso la vita di Gesù e Giuseppe per trenta lunghi anni.

Ella è modello del cristiano che ascolta la Parola, la custodisce nel cuore e la mette in pratica. Chiediamo a santa Mariad’aiutarci affinché, come lei possiamo essere sale e luce nel mondo.

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