XXV Domenica del Tempo Ordinario C

da | Set 18, 2010 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

XXV Domenica del Tempo Ordinario C

Di p. Giorgio Bontempi c.m.

Amos 8, 4 – 7

Dal salmo 112

1 Timoteo 2,1 – 8

Luca 16,1 – 13

Lectio

Il vangelo di Luca pone al centro l’abilità nel maneggiare il denaro e farlo fruttare dell’amministratore disonesto, ed esorta la comunità cristiana a far “fruttare” il denaro per il bene dei poveri, per l’uguaglianza delle persone al suo interno. Il denaro, invece, quando è usato male allontana da Dio.

Questo problema è trattato anche nella prima lettura. Il profeta Amos condanna l’operato dei suoi concittadini, specialmente dei possidenti: la disonestà nelle compravendite e lo sfruttamento dei poveri. Il profeta denuncia tutto questo come un peccato gravissimo che Dio punirà severamente.

La seconda lettura tratta un argomento diverso: la comunità cristiana vive un momento di pace e tranquillità e l’autore invita i suoi componenti a comportarsi da buoni cittadini e ricorda che il Padre opera affinché tutti entrino in paradiso.

Meditatio

L’uso del denaro è sempre un problema scottante anche all’interno della Chiesa. Spesso lo si demonizza, dimenticando che si questo è una cosa materiale che è soggetta all’uso che ne fanno le persone.

Allora questo è il punto!!

Il vangelo fa riflettere sul come usiamo il denaro, sia nelle comunità cristiane che nella società civile.

I santi della carità (es. Vincenzo de’Paoli, don Bosco ecc..) hanno avuto tra le mani somme ingenti, ma non hanno mai fatto i loro interessi, ma quelli degli altri, specialmente dei poveri, degli ultimi…..

Quindi il denaro va usato bene: non bisogna essere tirchi e neppure persone dalle mani bucate, perché così si è – anche per vie opposte – schiavi del denaro e, di conseguenza, lontani dal vangelo!

Usare bene il denaro significa essere parsimoniosi, ma anche pensare ai poveri, cioè stabilire quanto dare al gruppo caritativo della parrocchia, affinché lo usi per chi è nel bisogno (es. Gruppo di Volontariato Vincenziano; Società di san Vincenzo; Gruppo caritativo parrocchiale). A tal proposito non ho citato la caritas – parrocchiale o diocesana – perché questa, secondo il proprio statuto ha funzioni di coordinamento e non si deve sostituire ai gruppi caritativi parrocchiali.

Oltre che all’uso del denaro, sia la prima che la seconda lettura, invitano i cristiani ad essere onesti e buoni cittadini: a vedere le cose e non a pensare di vederle. Il cristiano deve essere coraggioso, deve andare al fondo delle questioni e non rimanere in superficie, facendo il giuoco dei mezzi di comunicazione sociale e dei politici.

Mi spiego meglio: ragioniamo ad esempio sul problema dei Rom. I Rom fuori o dentro i paesi europei!! Non è questo il punto. Infatti chi ha parlato di aiutare seriamente questo popolo a non esporre all’accattonaggio le loro donne ed i loro bambini. Chi ha parlato di proteggere questi dalle violenze che essi subiscono da parte dei mariti e dei padri, quando rientrano non avendo nelle tasche il denaro che i loro capifamiglia sperano che abbiano per alimentare così i propri vizi?

Tutti hanno taciuto e tacciono, ma i cristiani non possono tacere!!

C’è il Signore sfruttato, percosso e umiliato nei bambini e nelle donne Rom!

Questo silenzio ha naturalmente un prezzo, che cosa ci guadagnano i grandi della terra?

Buona domenica.

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