Campo giovani della San Vincenzo in Albania: le giornate di Lushnje

da | Dic 22, 2009 | Formazione vincenziana, Pace nel mondo, Per la meditazione, Spiritualita' vincenziana, Volontariato | 0 commenti

marchiossvpLa sera del 2 agosto un gruppetto di 13 vincenziani si riuniva nell’aeroporto di Roma Fiumicino, con destinazione Tirana. Pur avendo età e provenienze molto diverse, era il desiderio che avevano al momento della partenza ad accomunarli: mettere a disposizione nelle due settimane successive il proprio tempo e le proprie energie a servizio della piccola comunità cattolica di Lushnje.

Per alcuni dei 13 la presenza a Lushnje non era una novità: la missione vincenziana in Albania è infatti attiva da ben 5 anni. Nelle due settimane i volontari sono stati ospitati presso il Centro giovanile di Lushnje, fondato dai padri della Congregazione
di San Gaetano. Ad accogliere i vincenziani al loro ingresso nella città, quest’anno vi era però una felice sorpresa: un’imponente chiesa, non ancora completamente ultimata, ma già ad un ottimo punto di edificazione.

La nuova chiesa, unica cattolica in tutta Lushnje è un’importante testimonianza di come la comunità cattolica, seppur ancora numericamente esigua, stia compattandosi e rafforzandosi, anche se si trova in un ambiente sfavorevole alla propria crescita spirituale. Il credo della maggior parte degli abitanti è, infatti, di tradizione musulmana.

Le giornate trascorse dai volontari a Lushnje venivano dedicate all’incontro con i bambini e i giovani del posto, incontro che si è concretizzato in momenti di festa, musica, balli, canti e allegre tavolate. Ci sono state tante occasioni di preghiera,
condivisione e riflessione personale. L’ospitalità con cui spesso i vincenziani venivano accolti dai genitori dei bimbi era a tratti disarmante. Molti erano i gesti di grande generosità nei confronti degli italiani, i quali potevano così toccare con mano le genuine tradizioni custodite dagli albanesi: dall’offerta quotidiana di frutta e verdura al caffè, che i vincenziani erano spesso invitati a prendere nelle loro case, ai calorosi abbracci come ringraziamento per i momenti spesi con i loro bimbi.

L’esperienza della missione in Albania trova il suo punto di forza nel riscoprire e rivalutare la semplicità delle piccole cose. Non mira infatti a grandi opere, quanto piuttosto alla presa di coscienza di una realtà, quella albanese, così vicina geograficamente a quella italiana, ma anche così lontana nelle credenze, nelle tradizioni, nei modi di vita. Il contatto con questa realtà lascia sempre un po’ di amaro in bocca, nel momento in cui giunge inevitabile il confronto con la propria realtà tesa al maggiore benessere materiale possibile, rinnegando il valore di quelle piccole cose che danno vero significato alla vita come il sorriso dei bambini, i loro umili vestiti, le loro braccia tese all’incontro, l’entusiasmo per ogni attività proposta, l’accoglienza e la disponibilità dei loro genitori. Tutto questo ha aiutato sicuramente a far riflettere il gruppo dei vincenziani che hanno preso parte alla missione. Ma non solo: è servito a far riacquistare valore a tutto ciò che la realtà di oggi cerca in ogni modo di screditare, cioè le piccole cose che danno davvero la felicità. Questo è il sentimento comune a tutti, che dovrebbe emergere da questa esperienza.

Simona Orecchia

Fonte: “La San Vincenzo in Italia” – num. ottobre ’09

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