Festa della Madonna della Medaglia Miracolosa

da | Nov 27, 2009 | Liturgia | 0 commenti

L’esperienza mistica di santa Caterina Labourè c’insegna il vero cammino verso Dio

p. Giorgio Bontempi C.M.

Oggi 27 novembre, come ogni anno, la Famiglia vincenziana celebra la festa della Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa.

Ricordiamo l’apparizione della B. Vergine Maria Immacolata a s.Caterina Labouré, avvenuta il 27 novembre 1830, a Parigi, nella cappella della Casa Madre delle Figlie della Carità. Dall’apparizione ebbe origine la Medaglia della Vergine Immacolata, da cui prese il nome questa festa, che papa Leone XIII approvò il 23 luglio 1894.

Sulle apparizioni possiamo trovare tutto nei Link vincenziani appositi.

Io vorrei soffermarmi sull’esperienza mistica di santa Caterina, che s’inserisce nel quadro della vera tradizione mistica cattolica, che parte dai trent’anni di vita nascosta del Cristo e si declina nelle vicende dei grandi santi.

La prima cosa che è comune alla “vera” mistica è il silenzio, niente pubblicità!!
Non si può “dire” ciò che si è visto e udito!
Si tratta di un “vedere” diverso da quello di cui si fa esperienza con gli occhi che abbiamo in fronte. Infatti santa Caterina “vedeva” la Madonna seduta sulla sedia del p. Direttore, durante la meditazione, ma le sue consorelle non hanno visto nulla.
Inoltre la “vera” mistica ha, come la vita del Cristo, il carattere del nascondimento nel quotidiaono. Santa Caterina ha vissuto nella casa di riposo (allora era un ricovero) di Enghien – sobborgo di Parigi – per quarant’anni, nel silenzio e curando gli animali da cortile!!!!!
Come il Cristo, che visse trent’anni a Nazaret nell’oscurità di una bottega di falegame….
I primi saranno gli ultimi e gli ultimii primi.

Questa festa è importante, in un momento dove circolano devozioni e pseudoapparizioni mariane, in cui la Vergine sembra ridotta ad un’annunciatrice televisiva, o ad una persona che propone la pubblicità o minaccia sciagure.

Infine santa Caterina ci ricorda che dobbiamo essere sempre noi stessi: non fingere di essere ciò che non siamo. Riflettano, coloro che vogliono “apparire” e intraprendono la corsa ai primi posti nella tavola della cena evangelica, sapendo di non esserne degni, perchè hanno agito in modo scorretto o immorale. Saranno costretti ad occupare l’ultimo posto, con vergogna, mentre lei- Caterina – che è sempre stata nella verità, ma ha viissuto nell’umiltà ora è seduta ai primi posti,alla festa di nozze di Cristo Signore.

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