Settima domenica del Tempo Ordinario A Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Feb 18, 2017 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Levitico 19,1-2.17-18;
Salmo 102;
1Corinzi 3,16-23;
Matteo 5,38-48

Lectio

Il vangelo porta a compimento la legge di Mosè. In questo brano cogliamo tale concetto in modo chiarissimo. Quando il Signore diceva: la legge afferma questo, ma io vi dico….gli ebrei del tempo si scandalizzavano perché nessuno poteva commentare la legge all’infuori di Dio. Ora il vangelo sostiene che, se Gesù di Nazareth commenta la legge, significa che egli è Dio.
Il compimento della legge da parte del vangelo, comporta un radicale cambiamento di prospettiva. La legge ammetteva la vendetta come principio di giustizia: occhio per occhio e dente per dente. Il vangelo combatte tale principio: la violenza è sempre un modo che non si confà all’amore di Dio verso tutti.
Anche questa affermazione verso tutti non era comune per gli ebrei. Infatti, nella logica ebraica, il fratello è l’altro ebreo. Coloro che non appartengono al popolo eletto fanno parte della razza inferiore, non sono fratelli.
Invece il vangelo quando usa il termine fratello indica ogni persona. Perché in ogni persona il Risorto è presente. Nella prima lettura ci si rivolge solo agli ebrei. Invece nella seconda lettura, l’autore si rivolge ad una comunità cristiana ormai affrancata dalla cultura ebraica, composta da ebrei e pagani, oppure soltanto da pagani. Tale comunità è messa in guardia dalla divisione, male sempre in agguato, nella Chiesa e la invita a seguire la logica del vangelo, anche se può essere al momento definita perdente, in un mondo in cui la menzogna e gli interessi vari sembrano prevalere.

Meditatio

Umanamente parlando la logica che il vangelo c’invita a seguire, per quanto riguarda il comportamento verso coloro che ci hanno fatto del male è assurda! Cristianamente no!
Infatti, come non si può reagire anche usando la forza, contro coloro che, senza pudore, per raggiungere un fine di potere, nella società e anche nella Chiesa, usano ogni mezzo, lecito e illecito? Certo la violenza (occhio per occhio e dente per dente) è la soluzione logica. Tu hai cercato di rovinarmi? ed allora io rovino te. Tu hai cercato di togliermi il mio piccolo potere? allora io ti tolgo il tuo potere!
Io, per custodire quello che ho raggiunto e tengo con i denti, sono capace, per non perderlo, di qualsiasi compromesso. Tutto logico. Ma…ma che cosa? Se la vita terminasse con l’ultimo respiro, un comportamento simile avrebbe la sua ragion d’essere, anche se la vita diventerebbe un inferno, una giungla, in cui il più forte vince.
Un cristiano dovrebbe aver fatto l’esperienza dell’incontro con il Risorto e, sempre per esperienza sapere che la vita non è tolta ma trasformata.
Ecco il segreto con il quale si riesce ad amare i nemici. Attenzione! Amare i nemici e pregare per loro, non significa, far finta di nulla. Il cristiano, a costo di rimetterci, deve aiutare il fratello a comprendere i propri errori ed a rimediarvi. Certo non è facile, perché se a sbagliare troviamo una persona infelice di sé, senza personalità, che pur di tenere il proprio piccolo pollaio è capace di tutto? Oppure ci si trova di fronte un infelice e per questo arrogante ed invidioso, perché non ha risolto il senso d’inferiorità che porta con sé dall’infanzia? O, anche la classica persona che ricopre un ufficio di responsabilità, ma è il classico vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, di manzoniana memoria, il cristiano deve sapere che pagherà un conto altissimo ma, se avrà costruito la sua casa sulla roccia che è Cristo, se ogni giorni avrà cercato di amare i nemici e pregare per loro, incontrando il Risorto. Diverrà per i fratelli una guida sicura e sarà felice nonostante le difficoltà.

Buona domenica.

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