Quarta domenica di Avvento A di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Dic 18, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 7,10-14;
Salmo 23;
Romani 1,1-7;
Matteo 1,18-24

Lectio

L’autore del brano evangelico che sarà proclamato nella quarta ed ultima domenica di avvento non intende narrare come è nato Gesù, ma chi era colui che è nato. Infatti dell’infanzia di Gesù parlano soltanto i vangeli di Matteo e di Luca; Marco, che è il vangelo più antico, san Paolo, che scrive prima degli autori dei vangeli e Giovanni non ne parlano. Il perché è molto semplice: l’importante è che Cristo sia risorto e che ogni cristiano lo possa incontrare!
Allora: l’autore del vangelo di Matteo (75 – 85 d.C.) intendeva dimostrare alla sua comunità cristiana formata da ebrei convertiti al vangelo che Gesù di Nazareth era il messia atteso dagli antichi profeti e, soprattutto, che era il Figlio di Dio.
Il metodo del nostro scrittore è il seguente: egli costruisce un episodio attorno ad una citazione profetica. Nel nostro caso: Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi
Perché? Perché presso gli ebri, poter provare che la venuta di una persona era stata preannunziata dagli antichi profeti, significava che questi era nella volontà del Dio dei Padri: Abramo, Isacco e Giacobbe. Ora se questo era stato attuato in Gesù di Nazareth, significava che questi era il messia atteso. Che cosa ne aveva fatto il popolo d’Israele? L’aveva rifiutato, venduto e crocifisso, per questo non poteva più ritenersi il popolo eletto, ma era stato sostituito dal nuovo popolo eletto: la comunità cristiana.
Alla luce di quanto ho scritto proviamo ad interpretare il brano evangelico.
Siamo a Nazareth in una famiglia qualunque: quella del falegname. I capi del popolo erano convinti che da Nazareth non sarebbe mai uscita una persona onesta…..inoltre, era convinzione comune, che il messia dovesse nascere da una famiglia nobile o ricca. Era anche convinzione comune che il messia dovesse radunare un grande e forte esercito, sconfiggere l’imperatore di Roma e conquistarne l’impero, perché tutte le genti avrebbero dovuto accogliere la religione ebraica.

Se leggiamo con attenzione il brano, notiamo che l’autore segue lo schema delle grandi nascite narrate nell’Antico Testamento: la donna o la famiglia in difficoltà a causa della generazione della stirpe; intervento dell’angelo, tutto si chiarisce ed il figlio che nasce sarà un grande in Israele. Pensiamo alla nascita di Isacco, di Sansone, di Samuele e di Giovanni il Battista. Tutte queste narrazioni seguono lo stesso schema. Perché si vuole dimostrare che, colui che nascerà sarà una persona che condurrà la sua vita secondo la volontà di Dio.
Gesù di Nazareth è l’apice di questo cammino.
Infine, ricordiamo che il sognare, nel linguaggio ebraico, significa essere alla presenza di Dio e ascoltarne la Parola: Samuele sogna, Giacobbe sogna, Ezechiele sogna, Giuseppe ebreo sogna, Daniele sogna, Giuseppe di Nazareth sogna….

Meditatio

Ricordiamo il senso del tempo di Avvento: il Signore viene, quando? Ogni giorno, dove? Nel volto del fratello che incontro. In quale misura l’ho accolto nell’anno liturgico 2015 – 2016? In quale misura intenderò accoglierlo in questo nuovo anno liturgico 2016 – 2017?

Quando si scrive o si detta la Lectio dei vangeli dell’infanzia di Gesù, si trova nei fedeli un certo imbarazzo perché questi sono abituati a leggere questi brani ed ha pensarli come si ripensano fatti accaduti. Naturalmente i più critici, che in genere sono i più intelligenti, sanno che, nei brani citati, prima o poi ci si trova in grosse difficoltà a far quadrare gli eventi. Allora, usando il metodo storico critico, che è il modo di leggere e comprendere, all’interno delle varie culture, gli eventi storici, ci si libera con gioia da queste sabbie mobili.
Certo, i devozionalisti, sicuri delle loro convinzioni, spesso non per loro cattiva volontà, ma perché seguiti da maestri che non sono all’altezza del loro compito, creano difficoltà. E qui si vede la taratura di una chiesa locale e parrocchiale. Quando, a questo persone si dà retta e si aiutano a far danni, significa che la chiesa locale o una comunità parrocchiale è di qualità scadente e prima o dopo i nodi verranno al pettine, se non ci sono già arrivati e saranno dolori….

Seguendo la lectio noi potremmo chiederci: io da che parte sarei stato, da quella di coloro che, seguendo la tradizione dicevano che da Nazareth non sarebbe mai uscito nulla di buono, oppure da quella di color che hanno accolto Gesù come messia, rimettendoci la reputazione e poi anche la vita? Anche al tempo di Gesù esistevano i cosiddetti poteri forti, i quali erano anche rappresentati da gente molto religiosa apparentemente, ma in fondo molto teatrante: i famosi scribi e farisei ipocriti. Quelli che risultarono vittoriosi sul calvario, ma perdenti alla distruzione di Gerusalemme. Poniamoci queste domande, per non vivere il solito Natale tra angioletti, Gesù bambini di coccio e presepi teatranti. Un Natale devoto, ma insignificante.

Buona domenica.

Tags:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

VinFlix

VFO