Un libro sull’inculturazione e l’educazione in Africa

da | Set 6, 2016 | Pubblicazioni | 0 commenti

Il Fratel TATCHIM FOTSO c.m. ha pubblicato un libro  sull’inculturazione e l’educazione in Africa.

 

Si tratta di una pubblicazione dell’Università Cattolica dell’Africa Centrale (Yaoundé), che presenta lo scambio tra la signora Gianna Pallante e Marziale Tatchim Fotso C.M. (della Congregazione della Missione). La signora Pallante (Dottore in Pedagogia presso l’Università La Sapienza di Roma e Dottore in Filosofia dell’Università Salesiana di Roma) è anche un diplomata in scienze religiose nella diocesi di Reggio Emilia. Ha insegnato per quasi 20 anni all’Università di Yaoundé, dove ha organizzato l’opzione di filosofia dell’educazione, collaborando anche con la Cattedra di Scienze della Formazione dell’UNESCO e con l’università Douala.  Il libro contiene un lungo dialogo con il fratello Tatchim [vincenziano, studente del 4 ° anno di teologia a Yaounde, che ha insegnato in una scuola secondaria cattolica]  diviso in sei sezioni, che contribuiscono alla riflessione sulla nuova evangelizzazione in Africa intorno ai concetti di inculturazione,  di conversione e di testimonianza.

Il libro inizia chiarendo i concetti di inculturazione e acculturazione, ridefinendoli nei termini della prospettiva dell’incarnazione del Vangelo nelle culture africane per giungere ad una lettura spirituale della realtà che le compone. Il capitolo espone minuziosamente il processo che si àncora ad un atteggiamento radicale di amore per coloro che si incontrano nell’attuazione del Vangelo.

In un secondo momento, ci mette di fronte alla questione del metodo: la pedagogia. La pedagogia interessa il missionario discepolo di San Vincenzo, preoccupato della trasmissione (del vangelo) ai poveri nelle zone rurali più remote. Questo capitolo parla di Gesù che incontra  i suoi contemporanei, siano essi della sua stessa cultura o di quella delle nazioni circostanti. Ogni pedagogia ha per missione di stabilire un dialogo tra le parti per la scelta di un metodo per comunicare (la didattica). Questo apre inevitabilmente alla dimensione della libertà che caratterizza gli atteggiamenti delle persone. Il credente sa che questo processo riproduce ciò che Dio ha fatto sin dall’origine per comunicarsi. Se la pedagogia è un processo essenziale della trasmissione,  i suoi metodi e la sua didattica saranno il luogo di confronto per garantire la trasmissione.

Il capitolo seguente invita ad ascoltare l’insegnamento di Agostino come cammino di inculturazione.  La via del segno dato dalla vita del maestro per risvegliare un’eco nel discepolo. Quello che segue è una riflessione su colui che trasmette e su colui che riceve la comunicazione per meglio contribuire alla missione della trasmissione. Veniamo quindi invitati ad ascoltare la tradizione pedagogica di Don Bosco fondata sulla benevolenza (amorevolezza): porta di accesso all’educazione, con lo scopo di ricreare le capacità dei giovani feriti. Una pedagogia radicata nella benevolenza, evangelizzatrice delle persone. Il Capitolo si conclude conseguente  alcune pietre miliari che sono semi del Verbo nella cultura africana.

Il capitolo successivo riflette sull’inculturazione della vita religiosa, rivisitando i voti perché ridicano l’amore di Dio per il suo popolo, per il Continente. Il celibato è una sfida in queste culture in cui si onora la fertilità; la povertà un segno di contraddizione: è una maledizione che può diventare una benedizione per colui che se ne libera; infine la questione dell’obbedienza viene rivisitata dal punto di vista della scelta di aderirvi per vivere la vita unita al corpo di Cristo e per darle senso.

L’ultimo capitolo illustra le aree ancora in cantiere: il culto dei morti, il matrimonio, la stregoneria e altre aree in cui la cultura africana è chiamata a lavorare  per convertirsi  e rispondere alla chiamata di Cristo.

Un libro affascinante in cui molti nomi sconosciuti risuoneranno per  invitarci a proseguire il cammino e perché la fede cristiana  liberi il volto di Cristo che si è incarnato in questa parte della nostra terra.

 

(Sintesi di Bernard Massarini, C.M. tradotta dal francese da Giuseppe Turati, CM)

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