Diciottesima domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ago 4, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Qoelet 1,2;2,21-23;
Salmo 89;
Colossesi 3,1-5.9-11;
Luca 12,13-21

Lectio

Il quadro proposto dall’autore del libro di Qoelet è un progetto senza speranza: la vita termina con la morte, per cui non ha senso impegnarsi, gioire, soffrire. Il senso lo dà il brano della seconda lettura: è la risurrezione di Cristo che dà senso alla vita.
Soltanto vivere essendo risorti con Cristo e anche morti con lui, la vita ha senso.
Ecco perché il brano del vangelo, sottolinea che l’attaccamento ai beni non dà senso alla vita, ma la portano alla morte. L’uso dei beni per gli altri da senso alla vita.

Meditatio

L’avere un rapporto sbagliato con le cose e le persone, in modo da porle al centro della propria vita, mentre al centro della nostra vita è necessario metterci il Cristo, porta l’uomo a sorprese molto tristi, come constatare, al termine della vita di avere fallito.
Infatti coloro che vivono per i soldi e l’arrivismo, oppure – come ha detto il Papa ai giovani questo pomeriggio – nel quietismo, non si deve mai cambiare nulla, tutto deve sempre procedere come si è sempre fatto sono idolatri. Anche se ogni giorno celebrano la liturgia delle Ore e quella Eucaristica, sono ciechi, non vedono più – accecati dal loro tran tran, come scrive Qoelet, il fratello che soffre, lo Spirito Santo che c’invita a muoverci, non c’è

Buona domenica

Prima lettura
Qo 1,2;2,21-23

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

Salmo responsoriale
Sal 89

R.: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Seconda lettura
Col 3,1-5.9-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Vangelo
Lc 12,13-21

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

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