Sesta domenica di Pasqua C p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Apr 28, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Atti 15,1-2.22-29;
Salmo 66;
Apocalisse 21,10-14.22-23;
Giovanni 14,23-29

Lectio

Nel brano degli Atti degli apostoli, proposto in questa sesta domenica di Pasqua come prima lettura, è narrato ciò che il concilio di Gerusalemme aveva deciso: chiunque poteva essere battezzato senza dover prima abbracciare la fede ebraica.
Si trattava di una scelta fondamentale per la comunità cristiana, perché sanciva la vera importanza del battesimo, sopra il quale non doveva esserci nulla perché, con la sua celebrazione, la persona entrava a far parte del nuovo popolo di Dio: la Chiesa. La comunità istituita dal Signore Gesù, in cui si conosceva il vero volto di Dio, quello di Padre, con il quale si istituiva la nuova ed eterna Alleanza. Cioè di cui il cristiano è cosciente è che il Padre si autocomunica a lui per amore ed egli risponde con la fede e l’obbedienza alla sua parola.
La nuova ed eterna Alleanza iniziata con l’incarnazione, la morte e la risurrezione del Signore, instaura il rapporto di amore tra Dio, il Padre, e l’umanità. Come è scritto nel vangelo di Giovanni, solo un rapporto di amore e non di dovere, rende vera la sequela del cristiano al suo Signore.

Meditatio

Il cristiano non può vivere con la paura di Dio. Dio è Padre e noi, l’umanità, siamo figli. Non si può aver paura del Padre! Egli ci ama perché siamo figli, non perché ce lo meritiamo….
In paradiso ci andremo perché siamo figli.

Capisco che, quanto ho scritto sopra, potrà scandalizzare quei cristiani che, non avendo incontrato il Risorto, sono ancora fermi al Dio giustizia infinita e, quello che fanno, non lo compiono per amore, cioè come persone che si sentono amate gratuitamente da Dio, ma come coloro che seguono il Signore per meritarsi il paradiso e, per raggiungere la meta, rinunciano a molte cose e trasformano la loro esistenza in una vita triste, in cui una delle loro preoccupazione e che all’inferno ci siano tutti coloro che non la pensano come loro. Naturalmente i loro cari ne sono esenti, anche se si trovassero in situazioni di peccato grave. Questo ci fa capire come una certa ipocrisia alberghi nel cuore del cristiano triste ed integralista. Preghiamo per questi fratelli, affinché comprendano che il vangelo si segue per amore e non per dovere.

Buona domenica

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