Seconda domenica di Pasqua o della Divina Misericordia Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Apr 2, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Atti 5,12-16;
Salmo 117;
Apocalisse 1,9-11.12-13.17-19;
Giovanni 20,19-31

Lectio

Il tema della prima e della seconda lettura, proclamate in questa domenica che chiude l’Ottava di Pasqua – dove per otto giorni di si è continuato a festeggiare la solennità – è quello della Chiesa. Infatti, sia l’Apocalisse, che gli Atti degli apostoli, intendono mostrare al cristiano di ogni tempo, come la Comunità cristiana lungo i secoli rimarrà fedele al vangelo non ostante le persecuzioni e gli scandali al suo interno.
Gli Atti furono redatti tra il 75 e l’85 dopo Cristo e narrano come la Chiesa è riuscita a vincere la persecuzione scatenata dai capi del popolo ebraico dopo la risurrezione del Signore.
Invece l’Apocalisse, scritta tra il 90 e il 120 – mentre gli imperatori romani perseguitavano i cristiani – rassicura la comunità che non ci potrà essere alcuno che potrà distruggere la chiesa. La storia ha dato ragione all’autore dell’Apocalisse.

Il vangelo tratta sempre della Chiesa, ma puntualizza come in essa si deve incontrare il Risorto.

Meditatio

La celebrazione del Triduo pasquale ha dato inizio al tempo di Pasqua che durerà 50 giorni. In questa scansione la verifica che è richiesta alla nostra vita cristiana è la seguente: ho incontrato il Risorto? È importante, direi fondamentale, che un cristiano incontri il Risorto, altrimenti su che cosa fonda la sua vita?
La domanda sorge spontanea: “ma come si incontra il Risorto?”
Il vangelo di questa domenica, come molti altri brani che sono proposti durante il Tempo pasquale, ci indica il metodo.
Tommaso desidera vedere il corpo del Signore! Invece l’autore del brano evangelico dice ai suoi destinatari: non cercare il corpo del Risorto, non è quella la strada giusta.
Il Risorto s’incontra nella comunità riunita (= la Chiesa) nel giorno del Signore (= il primo giorno della settimana: la domenica, il giorno del Signore – dal latino dies Dominus -), per ascoltare la parola di Dio (la prima mensa) e spezzare il pane (la seconda mensa). Infatti il cristianesimo è un modo di vivere in comunità (il Cristo scelse 12 persone, perché 12 erano le tribù su cui era stato istituito il popolo d’Israele, così i 12 sono il fondamento del nuovo popolo di Dio: la Chiesa = comunità) e non un qualcosa di personale che ognuno si gestisce a suo piacimento.

Le parole ed i gesti, compiuti nella celebrazione dell’eucaristia hanno senso se incontriamo il Risorto in ogni fratello e, in modo speciale nei malati, negli anziani che necessitano cura ed attenzione e in tutte le persone che incontriamo.
Coloro che con i fratelli risultano grezzi, non attenti agli altri, concentrati su loro stessi, sono persone che, anche se risultassero praticanti, smentiscono quotidianamente con la vita, ciò in cui dicono di credere. Con il loro atteggiamento sprezzante, duro, disattento affermano che Cristo non è risorto, che la vita è una e che non esiste la vita eterna, ma il mondo è dei violenti, di coloro che sono riusciti ad occupare i primi posti ecc….
e….danno scandalo ai fratelli.
Cerchiamo di non essere tra queste povere persone che nella evangelica cena di nozze saranno gettate all’ultimo posto, tra lo scherno dei commensali, proprio perché – durante la vita – hanno cercato i primi posti e, sistematicamente hanno trattato male i fratelli, specialmente gli ultimi.

Buona domenica.

Prima lettura
At 5,12-16

Dagli Atti degli Apostoli
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

Salmo responsoriale
Sal 117

R.: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre».
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza! Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Il Signore è Dio, egli ci illumina.
Seconda lettura
Ap 1,9-11.12-13.17-19

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù. Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese». Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

Vangelo
Gv 20,19-31

Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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