Battesimo del Signore Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Gen 7, 2016 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Isaia 40,1-5.9-11;
Salmo 103;
Tito 2,11-14;3,4-7;
Luca 3,15-16.21-22

Lectio

Il profeta Isaia, immagina la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù babilonese e il suo ritorno nella terra promessa, il trionfo di Gerusalemme, la città di Dio, perché Israele ha riconosciuto al suo interno il Messia veniente. Purtroppo Israele non ha riconosciuto il Messia in Gesù di Nazareth: egli che è colui che da il vero senso alla vita e alla storia degli uomini, perché ha reso questi figli del Padre.
Il vangelo intende, con il battesimo di Gesù, ratificare la sua missione: è il Padre, per opera dello Spirito Santo che investe Gesù della qualità di unto del Signore (= Cristo).
Inoltre, Gesù, ricevendo il battesimo da Giovanni, ne attesta l’autorità di vero profeta.
Il battesimo è stato cristianizzato dagli apostoli, dopo la risurrezione, era infatti un rito di penitenza ebraico molto comune. Ecco perché fu scelto dal Battista, come gesto di penitenza nell’attesa del Messia.

Meditatio

Gesù non ha ricevuto il battesimo cristiano, ma quello ebraico che, come ho scritto nella lectio, era un rito di penitenza frequentemente usato dagli ebrei.
L’autore evangelico intende sottolineare come Gesù si sottomise alla natura umana e alle usanze del suo popolo. Egli non assunse per gioco la nostra natura, ma la condivise in pienezza. Egli è la persona che, per eccellenza, compì in tutto la volontà del Padre. Infatti questo fu lo scopo della sua incarnazione.
Al termine del Tempo di Natale chiediamoci: in quale misura, ogni giorno, nel silenzio della vita quotidiana, noi ci adoperiamo per compiere la volontà del Padre, che è poi il segreto della felicità?

Lunedì 11 gennaio inizierà la prima parte del Tempo Ordinario, che simboleggia la vita quotidiana, in cui ogni cristiano deve cercare di attuare il vangelo, mettendo in atto la volontà del Padre: Signore che cosa vuoi Tu che io faccia?

Buona domenica.

Prima lettura

Is 40,1-5.9-11

Dal libro del profeta Isaìa

«Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».

Salmo responsoriale

Sal 103

R.: Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Seconda lettura

Tt 2,11-14;3,4-7

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Vangelo

Lc 3,15-16.21-22

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

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