Trentaduesima domenica del Tempo Ordinario B Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Nov 5, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

1Re 17,10-16;
Salmo 145;
Ebrei 9,24-28;
Marco 12,38-44

Lectio

In Israele le vedove e gli orfani costituivano una categoria di poveri perché, dato che non esistevano le pensioni e l’età media era molto bassa, la morte del capo famiglia era un evento molto comune. Questo fatto, nella maggior parte dei casi, faceva sprofondare la famiglia, da una povertà vivibile nella miseria.
Naturalmente questa nuova situazione era letta dai capi del popolo ebraico come un castigo di Dio, per questo gli orfani e le vedove non dovevano essere aiutati, bensì sfruttati.
Al contrario, il ricco, il benestante, colui che godeva di buona salute era ritenuto una persona benedetta da Dio.
Il vangelo, narrando l’episodio conosciuto come l’obolo della vedova, ribalta questa situazione: è l’ultimo, non il primo ad essere benedetto da Dio. Questa deve essere la norma per la comunità cristiana, che ribalta la logica ebraica.
Colui da cui dobbiamo prendere esempio è l’unico sommo sacerdote, cioè l’unico mediatore tra Dio e gli uomini: Gesù Cristo, che ci ha insegnato con la sua vita, morte e risurrezione, come noi cristiani dobbiamo vivere il vangelo. Egli è anche colui che ha attuato l’insegnamento degli antichi profeti che, come si legge nella prima lettura, avevano anticipato – in un certo senso – la predicazione di Paolo. Infatti Isaia è scacciato dal popolo di Dio ed accolto da una vedova non ebrea che ascolta la sua voce, ne esegue l’insegnamento e, per questo, riceve la benedizione di Dio.

Meditatio

Il vangelo ci aiuta a ragionare: attento cristiano, nella chiesa conta ciò che appare oppure ciò che è? La tentazione dell’apparire è subdola, s’insinua nelle persone, anche in quelle cosiddette praticanti o che fanno parte delle comunità religiose.
Come i ricchi che nel tempio mettevano i pezzi d’oro e d’argento, per farsi ammirare dai presenti, così fanno le persone che, all’interno delle comunità cristiane intendono apparire bravi: davanti al vescovo, al parroco, al superiore provinciale o locale ecc….
Coloro che cedono alla tentazione dell’apparire si possono caratterizzare in due aspetti, anche se penso che ce ne siano altri, ma io ne sottolineerò solo due.
Il primo è quello di non essere capaci a vedere la vedova che getta pochi spiccioli, perché?
Perché la vedova non conta, non fa brillare di luce coloro che vogliono apparire, anzi spesso questi trattano male la vedova, senza pensare che è proprio in queste persone che la presenza di Cristo è particolare. È interessante: persone di messa e comunione quotidiana, lodi e vespro ecc…che trattano male Cristo, presente nella vedova e, pensano d’incontrarlo, come i ricchi del tempio, in coloro che contano: vescovo, parroco, superiori provinciali o generali quando con essi si prodigano in elargizioni, senza badare a spese, mentre con la vedova…….mi riecheggia il brano di Matteo, riguardante il giudizio universale quando, coloro che sono esclusi si meravigliano dell’atteggiamento di Dio nei loro confronti e gli contestano di non averlo incontrato ed a questo punto il vangelo sottolinea che Dio si era fatto carne nella, diremo ora, vedova e che loro, intenti ad apparire, non avevano colto!!
Un altro tratto, caratteristico dei cristiani che intendono apparire, è la preoccupazione di mantenere alta la fama, quella che si sono costruiti, perché queste persone si credono autrici del “bene” che lo Spirito Santo compie anche per mezzo di loro, ma che loro non sono più capaci di cogliere perché hanno molti beni….

Buona domenica.

Prima lettura

1Re 17,10-16

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”».
Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.

Salmo responsoriale

Sal 145

R.: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Seconda lettura

Eb 9,24-28

Dalla lettera agli Ebrei

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Vangelo

Mc 12,38-44

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

[Forma breve Mc 12, 41-44:

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».]

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