Ventiduesima domenica del Tempo Ordinario B, di P. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ago 28, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Deuteronomio 4,1-2.6-8;
Salmo 14;
Giacomo 1,17-18.21-22.27;
Marco 7,1-8.14-15.21-23

Lectio

Uno degli argomenti spinosi trattati nei vangeli era quello riguardanti il puro e l’impuro. Nella legge di Mosè era prescritto di astenersi dal contatto con alcune cose, cibi e persone ritenuta impure. Se il contatto avveniva, l’ebreo osservante era tenuto a compiere dei riti che lo reintegrassero nella situazione di purità.
Il vangelo pone in risalto il fatto che, con l’avvento Cristo, la legge mosaica è superata. Nelle comunità cristiane non si consideravano impuri né alimenti, né cose materiali e tanto meno le persone. Perché Dio, il Padre, ha creato tutto con amore.
Inoltre il vangelo mette in risalto l’importanza del cuore dell’uomo: è dal cuore dell’uomo che scaturisce un rapporto corretto o scorretto con le persone e con la realtà circostante.
Al tempo di Gesù gli ebrei osservanti cercavano più un apparenza formale tramite il culto e l’osservanza dei precetti, anziché una vita che, attraverso il culto e l’osservanza dei precetti testimoniasse un vero amore a Dio e al prossimo.
Quest’ultimo atteggiamento, impostato sulla coerenza, nelle comunità cristiane sarà definito come l’adorazione del Padre in spirito e verità, che significa la preoccupazione del cristiano e della comunità a compiere la volontà del Padre.

Meditatio

La questione riguardante il puro e l’impuro oggi potrebbe essere denominata: la questione dell’essere e dell’apparire.
In fondo, se riflettiamo bene, gli scribi, i farisei, i dottori della legge ed sacerdoti del tempio di Gerusalemme erano preoccupati di apparire osservanti di fronte al popolo. Non era importante se le parole che proferivano ed i gesti che ponevano, venivano dal cuore o meno. L’importante era apparire osservanti.
Il vangelo, come ho scritto nella lectio, afferma che è il cuore importante, perché è dal cuore che escono le nostre convinzioni profonde.
Dobbiamo ogni giorno, davanti al Signore, chiederci se la liturgia che celebriamo (eucaristia, liturgia delle ore) e le pratiche di pietà popolare (rosario, tridui, novene ecc..) sgorgano dal cuore, oppure si compiono per paura del castigo di Dio o per ritenersi bravi…
Come si fa a vedere se una persona ha a cuore l’apparire oppure l’essere? Semplice: si vede da come tratta le persone. Infatti se questi tiene in alta considerazione i poveri, i malati, gli ultimi; se aiuta le persone, perché sono fratelli ( la parabola del buon samaritano inizia con le parole: un tale scendeva da Gerusalemme a Gerico…) e non perché occupano posti di responsabilità, o perché possono creargli una buona fama, significa che siamo di fronte ad una persona il cui cuore è secondo il vangelo. Altrimenti…….
Buona domenica.

Prima lettura
Dt 4,1-2.6-8

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo.
Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.
Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?».

Salmo responsoriale
Sal 14

R.: Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

Seconda lettura
Giac 1,17-18.21-22.27

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

Vangelo
Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

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