Ventesima domenica del Tempo Ordinario B, di P. Giorgio Bontempi, CM

da | Ago 15, 2015 | La Parola per la Chiesa, Uncategorized | 0 commenti

Proverbi 9,1-6;
Salmo 33;
Efesini 5,15-20;
Giovanni 6,51-58

Lectio

La sapienza di cui si parla nel libro dei Proverbi è Dio. Infatti colui che è sapiente è colui che segue la via di Dio.
Cristo è l’incarnazione della vera sapienza. Ecco perché nel vangelo di Giovanni è scritto che Egli è il vero pane. Infatti come il pane è uno degli elementi fondamentali per il nutrimento della persona, così la sequela di Gesù è fondamentale per la vita dell’uomo.
L’autore della lettera agli Efesini ammonisce i cristiani di quella comunità, perché alcuni tendevano al ritorno alle usanze pagane, cioè a vivere come se non avessero ricevuto il battesimo. Questo fatto porta alla contro testimonianza. Ora, se un cristiano contraddice gli impegni presi nella celebrazione del suo battesimo, da chi possiamo attenderci una buona testimonianza? È certo che lo Spirito Santo, come scrive san Paolo, opera in tutti e per mezzo di tutti, e meno male….ma da un cristiano ci si attende che viva con gioia il suo battesimo.

Meditatio

Essere sapienti, secondo il vangelo, ha un significato molto diverso da quello mutuato dal linguaggio comune. Essere sapienti secondo il vangelo significa porsi all’ultimo posto per servire i fratelli.
Essere sapienti secondo il vangelo significa non pensare a costruirsi una fama e a salvarla ad ogni costo. Ricordo, a tal proposito, una persona che – tramite un’altra persona – mi fece giungere un messaggio in cui mi diceva che era pronto a tutto pur di salvare la fama, poveretto, non ricordava che il Signore la fama l’aveva persa più volte durante la sua vita terrena e, se la fama l’aveva persa lui, significa che non era la cosa più importante della vita, perché la cosa più importante della vita è, secondo l’insegnamento del Signore, compiere la volontà del Padre, anche a costo di perdere la fama.
Essere sapienti secondo il vangelo significa non tenere conto di quella diplomazia che ha come scopo salvare la faccia, essere sempre dalla parte dei più forti e calpestare i più deboli.
Auguro a tutti di nutrirci della Parola di Dio e dell’Eucaristia, per costruire la Chiesa ed essere sale e luce nel mondo come lo fu il Signore Gesù.
Siamo discepoli della vera Sapienza che è Cristo.

Buona domenica.

Prima lettura
Pr 9,1-6

La sapienza si è costruita la sua casa,
ha intagliato le sue sette colonne.
Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino
e ha imbandito la sua tavola.
Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:
«Chi è inesperto venga qui!».
A chi è privo di senno ella dice:
«Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.
Abbandonate l’inesperienza e vivrete,
andate diritti per la via dell’intelligenza».

Salmo responsoriale
Sal 33

R.: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca e persegui la pace.

Seconda lettura
Ef 5,15-20

Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.
E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Vangelo
Gv 6,51-58

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

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