Sedicesima domenica del Tempo Ordinario B di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Lug 16, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Geremia 23,1-6;
Salmo 22;
Efesini 2,13-18;
Marco 6,30-34

Lectio

Gesù è l’unico e il vero pastore, a cui tutti si devono riferire. Egli infatti non è come i pastori di cui parla il profeta Geremia che disperdono il gregge o lo usano per la propria utilità. Il vero pastore è colui che offre la vita, che rischia per primo, che serve.
Il vero pastore crea unità tra i suoi discepoli, un’unità che non è uniformità nel senso peggiorativo, ma unità nel senso dei fratelli che vivono insieme.
Il vero pastore è colui che ha abbattuto il muro che c’era frammezzo, come scrive l’autore della lettera agli Efesini, perché il vero pastore si preoccupa di far conoscere il vero volto di Dio ai suoi discepoli quello di un Padre da cui si debbono sempre sentire amati.

Meditatio

Noi, se riflettiamo bene, ci accorgeremo che ognuno è in un certo qual modo pastore per gli altri. Infatti con il nostro esempio possiamo testimoniare o contro testimoniare il vangelo, traendone le relative conseguenze.

Gesù è il vero pastore, perché crea unità tra i discepoli, un’unità che non è pedissequa uniformità, ma unità in cui le persone possono liberamente esprimersi anche nella loro diversità, per un arricchimento vicendevole.
La linea portata avanti dai capi del popolo ebraico, al tempo dei profeti e di Gesù, era quella del dominio: l’altro deve essere sottomesso: ubbidire e tacere. Gesù, come vero pastore si è ribellato a quel sistema ed in prima persona ci ha messo la faccia: ecco perché è credibile. La sua morte violenta è la prova della sua autorevolezza.
Un cristiano deve seguire l’esempio del Maestro.
Quante volte, invece, e questo non deve scandalizzare, perché ci sono altre persone e sono tante, che vivono il vangelo, quante volte dicevo, troviamo cristiani per bene: devoti, obbedienti all’autorità ecclesiastica, ma che hanno una vita parallela, causata da menomazioni naturali o malattie che, come scribi e farisei si coprono o si fanno coprire; soltanto i cristiani che seguono il Maestro “dovunque vada”, che significa che hanno incontrato il Risorto, e hanno il coraggio di smascherarli anche a costo di subire forti ritorsioni, possono dirsi veri pastori.

Prima lettura
Ger 23,1-6

Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».

Salmo responsoriale
Sal 22

R.: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Seconda lettura
Ef 2,13-18

Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

Vangelo
Mc 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

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