Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario B, di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Lug 23, 2015 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Re 4,42-44;
Salmo 144;
Efesini 4,1-6;
Giovanni 6,1-15

Lectio

La narrazione evangelica della moltiplicazione dei pani ricorda sia l’episodio narrato del secondo libro dei Re, sia la celebrazione dell’Eucaristia. Infatti il vangelo, con l’accostamento della vicenda della moltiplicazione dei pani e dei pesci, intende porre in risalto che Gesù di Nazareth è il più grande dei profeti, perché li supera e perché ne adempie l’insegnamento.
Inoltre, sempre riguardo all’insegnamento evangelico, Gesù è il vero pane, l’unico che può saziare la fame che alberga nel cuore dell’uomo, perché Gesù è il solo che, con la sua parola e la sua vita offre il vero senso del vivere di una persona e di una comunità.
Ecco perché la moltiplicazione dei pani ricorda la celebrazione dell’Eucaristia, in cui la comunità cristiana si ciba alle due mense: la Parola e il Pane e il Vino.
L’unità nella diversità è raccomandata dall’autore della lettera agli Efesini. È fondamentale l’unione nella comunità, una unione che salva sempre la diversità.

Meditatio

La moltiplicazione dei pani pone in risalto come, gli apostoli, prima dell’incontro con il Risorto, non si rendano conto chi fosse Gesù, ma erano ancora immersi nella mentalità ebraica, in cui il Messia era concepito come un condottiero militare che avrebbe dovuto condurre Israele alla conquista del mondo conosciuto.
Invece Gesù insegna ai discepoli a prendersi cura di coloro che sono nel bisogno. Si comprende ora come il celebrare l’Eucaristia domenicale sia, per un cristiano un affermare – tramite le parole ed i gesti compiuti all’interno del rito – l’impegno del prendersi cura dei fratelli che sono nel bisogno. Allora, tornando alla tradizione antica, quella dei primi quattro secoli di cristianesimo, possiamo affermare che la Chiesa celebra l’eucaristia per dire qual è la sua fisionomia fondamentale: annuncio del Signore; accoglienza del Signore risorto nei fratelli, specialmente i poveri e celebrare tutto questo nella liturgia.
Si comprende come andare a Messa non sia l’assolvimento si un precetto, come si era ridotti, fino alla riforma liturgica, con la Messa medievale, ma sia un dire e un manifestare il nostro essere comunità raccolta attorno alla Parola di Dio e per spezzarne il pane che è il suo Corpo.

Buona domenica.

Prima lettura
2Re 4,42-44

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

Salmo responsoriale
Sal 144

R.: Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Seconda lettura
Ef 4,1-6

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Vangelo
Gv 6,1-15

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

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