Le Figlie della Carità ed i Preti della Missione celebrano la solennità di santa Luisa de Marillac

da | Mar 13, 2015 | Liturgia | 0 commenti

Le Figlie della Carità ed i Preti della Missione celebrano la solennità di santa Luisa de Marillac

 

Che cosa chiederei a santa Luisa, per aiutarci a vivere questo momento particolare della nostra storia.

di Giorgio Bontempi c.m.

 

 

Io mi sono domandato, in questi giorni che precedono la celebrazione della solennità di santa Luisa, che quest’anno celebreremo lunedì 16 marzo, perché il 15 cade la quinta domenica di quaresima: cosa chiederei a santa Luisa?

 

Una premessa: cerchiamo di osservare la rubrica del calendario liturgico, che pone al lunedì la celebrazione, per due motivi: il primo perché offre la possibilità di celebrare la solennità per l’intera giornata. Infatti se il 15 marzo fosse caduto di sabato avremmo avuto solo il mattino per celebrare, perché alla sera inizia la domenica;

il secondo motivo: gli aggiustamenti arbitrari, che nel nostro caso porterebbero a celebrare il sabato 14, offrono ai tradizionalisti l’opportunità dell’affermare che, dopo la riforma liturgica, si può fare tutto quello che si vuole: non ci sono più regole. Questo è un danno che si compie alla reputazione della riforma liturgica e anche allo spirito del concilio Vaticano II.

 

Torniamo al tema: che cosa chiederei a santa Luisa?

Chiederei la grazia di aiutarci a seguire la riforma della Chiesa che papa Francesco sta ponendo in atto.

 

Introduzione

 

  1. a) Santa Luisa non fu il cane di san Vincenzo, colei che – secondo la tesi clericale giunta fino al termine degli anni ’70, quando iniziarono, almeno in Italia, gli studi storiografici – ricordo, a tal proposito, l’istituzione del Gruppo Animazione Vincenziana, organizzato dal p. Luigi Mezzadri, al quale dobbiamo molta riconoscenza – ha seguito acriticamente san Vincenzo ed è stata soltanto una mera esecutrice di ordini.

 

  1. b) Santa Luisa non deve essere contrapposta a san Vincenzo, secondo la tesi femminista, che a tutt’oggi mira a separare le Figlie della Carità dai Preti della Missione, portandoci alla morte.

Santa Luisa si deve considerare il cuore femminile di san Vincenzo. Infatti – dopo che san Vincenzo – vero mistico – vide in questa donna, ingiustamente deprezzata, una grande donna -, Luisa, insieme a Vincenzo costruì la nostra storia. Ecco perché al ricordo dei santi, nella celebrazione eucaristica, i Preti della Missione dovrebbero pronunciare insieme i loro nomi che sono il simbolo di ciò che lo Spirito Santo ha realizzato, per mezzo della nostra Comunità lungo i secoli.

Ho usato il termine comunità, non mi piace quello di famiglia. Quando ero ragazzo alla Scuola Apostolica e poi allo Studentato Teologico, non si parlava ancora di Famiglia Vincenziana ma la famiglia esisteva di fatto, almeno tra missionari e suore (io parlo per l’Italia), oggi si parla tanto di famiglia, ma spesso siamo separati in casa…

 

Ebbene: santa Luisa aiutaci a seguire papa Francesco nella sua riforma della Chiesa.

Userò come traccia il discorso, tenuto dal papa alla curia romana, del 22 dicembre 2014.

 

1) Il narcisismo: guardare a sé, impostare la comunità secondo il nostro stile, come se noi – mi riferisco in particolare a noi superiori e suor serventi – vivessimo da soli: quello che piace a noi deve piacere anche ai confratelli e alle consorelle e il contrario. Non si costruisce la comunità locale e, quando è così, incolpiamo gli altri di non costruirla…..

A questo proposito ricordo la comunità di FdC del paese di mia mamma: la si era costituito un gruppetto di tre FdC: andavano d’accordo, erano insieme, si erano isolate dalle iniziative sia provinciali che diocesane, la loro assenza non faceva più storia. Vedevo che, quando arrivava un’altra suora questa, dopo poco tempo, andava via e loro l’accusavano di non essere capace ad inserirsi. Poi ho capito: erano loro il problema, che impedivano al nuovo di entrare….ad un certo punto hanno pianificato il loro suicidio (è un modo di esprimersi) e la casa fu chiusa…

 

2) Il servizio prevale sulla vita comunitaria: questo è un problema che ci divide. Ci sono coloro, tra di noi, che sostengono che noi siamo in comunità per il servizio e questo è vero. Ma ciò non vuol dire che il servizio renda opzionale la vita comune. Le fonti vincenziane ci raccontano che il servizio deve essere svolto in comunità, questo significa che è la comunità che deve apparire nel servizio, non il tale missionario e la tale figlia della carità.

In parrocchia, a Grosseto, stiamo cercando di attuare questo progetto: c’è un superiore/parroco, ma la gente deve vedere 4 Lazzaristi che lavorano insieme per reggere questa parrocchia: altrimenti abbiamo fallito.

Se il servizio mi porta fuori della comunità tutto il giorno e la Casa serve come albergo o ristorante e lavoro sempre io solo: c’è qualcosa che non funzione e bisogna rivedere il programma.

 

3) La pianificazione: è la tentazione di rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo. Questo accade a quelli, tra di noi, che appartengono ai Movimenti ecclesiali, che sono dipendenti sempre e comunque dalle vedute del Movimento, dimenticandosi di essere prima vincenziani. Il papa denomina questo stato Alzheimer spirituale.

 

4) La schizofrenia esistenziale: è la malattia di coloro che, anche senza rendersene conto si sentono prima laureati o parroci o teologi o liturgisti e poi Preti della Missione o Figlie della Carità.

 

5) La dipendenza dai superiori, per non avere problemi e per ottenere da loro benevolenza. Queste sono persone che si sono costruite una fama di spirituali in realtà sono meri codardi, che non hanno la forza di esprimere le loro idee, ma danno ragione, con le parole e con i fatti a coloro che sono più forti e più importanti, non curandosi della comunità.

Oppure ci sono i furbetti che si sono costruiti una “buona fama” e che hanno compreso che, quando si è coperti dai superiori, si può permetterci tutto.

Il p. Pietro Pece C.M. affermava nella sua saggezza: fatti la fama di vergine, poi potrai anche andare sul marciapiede…

 

Santa Luisa ci aiuti a vivere da fratelli e sorelle, per essere portatori del carisma in questa chiesa in uscita, affinché i giovani che lo Spirito Santo ha chiamato ad essere Lazzaristi e Figlie della Carità – io sono convinto che lo Spirito chiami ancora parecchi giovani a seguire Vincenzo e Luisa – trovino in noi ciò che serve per realizzare la loro vocazione.

 

Buona solennità a tutti ed auguri alle FdC che festeggiano l’onomastico.

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