“Cambiare con San Vincenzo”

da | Ott 30, 2014 | Per la meditazione | 0 commenti

Introduzione

 

In questa riflessione della serie “Cambiare con san Vincenzo” ci occupiamo del tema del profetismo, che era già latente nella prima riflessione di questa serie. In quella prima riflessione avevamo precisato che il Padre Generale Gregory Gay, C.M., aveva suggerito che, per co­minciare il processo di Cambio Sistemico, adottato dalla Famiglia Vincenziana, iniziassimo questa tappa focaliz­zandoci su una frase della prima Epistola di san Giovanni,

I, 1-3: “Ciò che era fin dal principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato, e ciò che le nostre mani hanno toc­cato, ossia il Verbo della vita -poiché la vita si è fatta visi­bile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna (….), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché an­che voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo”.

 

Queste parole di san Giovanni ci spingono a testimonia­re, ad annunciare, in una parola ad essere profeti. Tutti i battezzati devono partecipare alla missione profetica di Cristo, che ci impegna a ricevere il Vangelo nella fede, e ad annunciarlo con le parole e con gli atti.

Ci impegna anche a coraggiosamente denunciare il male. Questo impegno è chiaramente espresso nell’Esorta­zione Apostolica Post-Sinodale Cristifideles Laici: “Uni­ti a Cristo “il grande profeta” (Lc 7, 16) e costituiti nel­lo Spirito “testimoni” di Cristo risuscitato, i  fedeli laici sono (,,) chiamati a far brillare la novità e la forza del Vangelo nella loro vita quotidiana, familiare e sociale” (§ 14)

 

La Commissione per la promozione del Cambio Siste­mico ha per vocazione di aiutare i membri della Fami­glia Vincenziana a realizzare progetti posti in un’ottica sistemica, allo scopo di cambiare le situazioni ingiuste che opprimono i più poveri. Insiste sul fatto che è impossibile arrivare ad un cambiamento se nulla è fatto per trasfor­mare l’ordine sociale ingiusto, in cui i poveri sono numeri nelle fredde statistiche o un fastidio, un ostacolo, o per il quale semplicemente non esistono. L’ultima strategia che ha avuto successo tra quelle proposte dalla Commissione, e che fa parte delle strategie che mirano alla partecipa­zione e alla corresponsabilità, insiste anche sull’impor­tanza dell’essere profeti, dell’annunciare il Regno, e dell’ essere messaggeri di buone novelle per i poveri. Questa strategia propone di avere una atteggiamento profe­tico con il lavoro in rete, annunciare, denunciare e impegnarsi nelle azioni di pressione per arrivare a un cambiamento.

 

Abbiamo ripreso, per orientare la nostra riflessione, molte idee del testo “Essere forza profetica nel mondo odierno” testo elaborato e presentato da Carla Ferrario e Anna Rovetta, ex-membri del Bureau Executif dell’AIC, durante l’Assemblea delle Delegate AIC del 1998, svoltasi a Queretaro, in Messico.

Cominceremo con definire chiaramente il termine “profe­ta” segnalando alcune sue implicazioni.

 

Profeta nell’Antico Testamento:

 

– Il Profeta è colui che parla in nome di Dio e che ci annuncia il suo messaggio.

– Il Profeta è eletto da Dio e ispirato dallo Spirito San­to.

– Sostenuto da una fede incrollabile nelle promesse di Dio, il Profeta accetta liberamente la missione che lo Spirito gli affida.

– Il Profeta deve camminare davanti al Signore per preparargli la via, per annunciare la Salvezza, per guidare il Popolo di Dio nel cammino della pace.

– Il Profeta è inviato per evangelizzare i poveri, per aiu­tare i deboli, per liberare gli oppressi, per abbattere le tirannie e per difendere la giustizia.

 

Profeti del Nuovo Testamento:

 

– Giovanni Battista, che era “un uomo inviato da Dio (…) Egli non era la luce, ma doveva rendere testi­monianza alla luce. Il Verbo era la luce vera, che illumina ogni uomo” (Gv 1,6-8).

– Gli apostoli hanno parlato e divulgato gli in­segnamenti di Gesù mettendo la loro vita in pericolo. “Richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente e di non insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni re­plicarono: “Se sia giusto innanzi a Dio obbe­dire a voi più che a Lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” Quelli allora, dopo averli di nuovo minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo….” (At. 4, 18-21).

 

Gesù Cristo, il Profeta per eccellenza

 

Cristo è la vera luce che rivela la verità, ed è anche il vero profeta. Lo afferma lui stesso quando dice, dopo aver letto il testo di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra

di me (…) Mi ha inviato per annunciare ai prigionieri la liberazione”: E aggiunge: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che avete udito con le vostre orecchie” (Le 4, 18).

Gesù si proclama il Profeta per eccellenza, colui di cui gli altri sono l’immagine, colui che essi annunciano. La buona novella si realizza in Lui.

 

 

San Vincenzo de’ Paoli, un profeta del XVII secolo

 

La visione di Vincenzo è centrata su Gesù Cristo, l’Evangelizzatore dei poveri.

– Cristo viene a offrire la libertà al suo popolo e viene a liberarlo dal­la schiavitù costituita dalle sue ferite corporali e spirituali.

– La liberazione che Cristo offerta al povero, secondo la visione di san Vincenzo, è una liberazione inte­grale (spirituale e corporale).

 

San Vincenzo ha esercitato la sua missione profetica con molto amore per la giustizia ed anche con un amore im­menso per la verità. “Non fate per carità quello che deve essere fatto per giustizia”. San Vincenzo amava la verità, tutta la sua vita è stata centrata su di lei, e ha dato la qualifica di semplicità all’amore della verità. “La sempli­cità è la mia virtù preferita”, ci dice san Vincenzo. “La chiamo il mio Vangelo”.

 

Per san Vincenzo Gesù è il modello, e Gesù parla sempre con verità. Dice le cose come sono. Le sue intenzioni sono pure e riferisce a Dio tutte le cose della vita.

Oggi, come all’epoca di san Vincenzo, semplicità significa sincerità, trasparenza. Come profeta, san Vincenzo offre al mondo una alternativa e ci chiede di entrarvi. Si tratta di un mondo in cui i poveri sono i padroni e in cui noi siamo i servitori. “Essi, i poveri, sono i vostri padroni….”.

E’ un mondo in cui gli ultimi sono i primi e i primi gli ul­timi. E’ un mondo che, in un certo modo, è alla rovescia. Santa Luisa aveva un suo modo di esprimersi: “Il povero è il primo nella Chiesa. E’ il principe e il padrone, essendo in qualche modo l’incarnazione di Cristo povero. Dobbiamo servirli con rispetto, senza tener conto né del loro carattere, né dei loro difetti. Dobbiamo amarli” (J. Calvet, Louise de Marillac par elle-meme).

 

Profeti del nostro tempo

 

In questo mondo che funziona di traverso, pieno di contraddizioni, i profeti sono tutti quelli che, uomini e donne, hanno dedicato la loro vita ad annunciare il Regno, a proclamare le verità della nostra fede, ad annunciare che il Regno di Dio è vicino e che è promesso ai poveri, a de­nunciare tutte le ingiustizie che impediscono al piano di Dio di realizzarsi.

 

Specificità della Missione profetica della volontaria AIC

 

Il fondamento della nostra identità è evidentemente il progetto di san Vincenzo, nostro fondatore, che ha deciso di servire Cristo attraverso i poveri, e quindi, di rispettare la loro dignità di figli di Dio, di amarli come fratelli e di lottare contro le ingiustizie di cui sono vittime. Uno degli obiettivi prioritari della nostra identità è arrivare a fare in modo che la nostra vita sia la sintesi della nostra vocazione cristiana e del nostro impegno sociale, cioè una sintesi vi­tale tra il Vangelo e i compiti quotidiani della vita. Questo costituisce un aspetto profetico della nostra missione come laici cristiani.

Tutte le implicazioni del profetismo si incrociano, ed è dif­ficile tracciare una linea che separi i differenti aspetti del profetismo, come la pace, la libertà, la giustizia, la comu­nione, il perdono, l’accoglienza, la verità.

 

Obbiettivi della Quinta Sessione

 

Riflettere cosa significa essere profeta ed assumere un atteggiamento profetico come membro dell’AIC e della Fa­miglia Vincenziana.

Cominciamo la sessione con la preghiera per il Cambio Sistemico:

 

Ti lodiamo e ti rendiamo grazie,

Dio Creatore dell’universo.

Hai creato ogni cosa buona

e ci hai dato la terra da coltivare.

Dai a noi di utilizzare con riconoscenza

i beni che hai creato

e di condividerli generosamente

con coloro che sono nel bisogno.

Nell’aiutare i poveri

dai a noi la creatività

di fronte ai loro bisogni umani fondamentali.

Apri il nostro spirito e il nostro cuore

in modo che possiamo stare al loro fianco

e aiutarli a cambiare le strutture ingiuste

che li mantengono nella povertà.

Permettici di essere per loro dei fratelli

e delle sorelle,

degli amici che camminano con loro

nella lotta per i diritti umani fondamentali.

Noi te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

AMEN

 

Come possiamo constatare, questa preghiera, che ripe­tiamo in ogni sessione, menziona gli aspetti essenziali del profetismo. La preghiera per il Cambio Sistemico ci spinge a sostenere la lotta dei poveri e a difendere la loro dignità, ma anche a prendere parte, con loro e con altre organizzazioni, alla lotta per sradicare la povertà, ma per far questo dovremo promuovere il cambiamento struttu­rale. Infatti, senza questo cambiamento strutturale, la pace potrà essere solo apparente, poiché il fondamento della pace è la giustizia. Vari testi dei profeti ce lo mos­trano molto chiaramente. Citeremo come esempio i se­guenti passi del Profeta Isaia:

 

 

Lettura delle Scritture

­

“Infine in noi sarà infuso uno spirito dall’ alto; allora il de­serto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nella selva prenderà dimora il diritto e la gius­tizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza” ( Is 32, 15­17 ).

 

Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo cammi­nare per i suoi sentieri. Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice tra le genti e sarà arbitro tra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci, un popolo non al­zerà più la spada contro un altro popolo, non si esercite­ranno più nell’ arte della guerra”

( Is. 2, 3-4 ).

 

Riflessione personale e di gruppo

 

Cosa ci dicono questi versetti delle Scritture? Cosa faccia­mo noi per trasformare il deserto in giardino, per promuo­vere la pace e la giustizia?

 

Analizziamo.

 

E’ alla luce della nostra sete di giustizia che dobbiamo ana­lizzare la strategia per il Cambio Sistemico, che ci esorta a “essere profeti”.

Avere l’atteggiamento profetico: annunciare, de­nunciare e, con un lavoro in rete, impegnarsi in azio­ni di pressione per arrivare a un cambiamento.

 

Prendiamo in considerazione gli elementi che abbia­mo citato.

 

Annunci

 

Siamo sempre disposti a dire la verità, anche quando è in gioco il nostro stesso interesse?

 

Per quello che riguarda il nos­tro servizio, le nostre intenzioni sono sempre irreprensibili?

 

Come facciamo nel nostro ser­vizio a mettere in pratica la ve­rità? Annunciamo Gesù Cristo, che è nato e morto per la nostra salvezza, con le nostre azioni al servizio dei poveri? Annunciamo il Cristo resuscitato?

 

 

 

Portare la nostra testimonianza

 

Portiamo testimonianza della verità che proclamiamo?

 

Siamo sempre sinceri e diamo veramente il primo posto ai poveri?

 

Pratichiamo la verità con azioni di giustizia e di carità?

 

Vi è un divario tra il nostro servizio e le nostre pa­role? Siamo coerenti?

 

 

Denunciare

 

Denunciamo le ingiustizie di cui sono vittime i poveri?

 

Citate qualche azione di pressione che il vostro gruppo ha intrapreso

 

Riflettete sulle difficoltà che avete incontrato quando avete denunciato queste situazioni o quando avete eser­citato delle pressioni.

 

Riflettete su questa citazione: “ Oh! Caro fratello, come siete fortunato di essere nello stato di beatitudine che afferma felici quelli che soffrono persecuzioni per la giustizia. Vi considererò d’ ora in poi come beato in questo mondo ” (SVP Coste IV, p.81).

 

Lavoro in rete

 

Come dicevamo nella riflessione precedente, è impossi­bile arrivare completamente a un cambiamento lavo­rando in modo isolato. Dobbiamo trasformarci in agenti moltiplicatori, in persone che sanno attirare gli altri e di­fendere la causa dei poveri. Diventiamo dei messaggeri di buone novelle, dei promotori della pace.

 

Impegni del gruppo

 

Esprimete in gruppo uno o più impegni che po­trebbero portarvi a diventa­re membri profetici della Famiglia Vincenziana. Da­tevi una scadenza per man­tenere i vostri impegni di gruppo.

 

 

 

Conclusione e preghiera finale

 

Siamo alla fine di una tappa impor­tante della formazione spirituale of­ferta dall’AIC. Questo percorso è stato molto più arricchente quando Volontarie, Assistenti spirituali dell’AIC – Padri della Missione e Figlie della Carità – hanno lavorato insieme. Le esperienze condivise e la riflessione in gruppo ci hanno arricchito e, molto spesso, ci hanno permesso di sviluppare dei progetti co­muni, allo stesso tempo trasformatori e più efficaci. Prendiamo l’impegno, ancora una volta insieme, di essere profeti, di fare in modo che la profezia si realizzi, di fare di tutto perché avvenga una nuova cultura di vita, un mondo di giustizia e di equità. Facciamo in modo che la profezia laica, che ha per vocazione di introdurre nelle nostre vite il calore e l’utopia evan­gelica e di propagarla attorno a noi, si realizzi.

 

Che il nostro amore per i poveri ci porti a restare su questa via, che abbiamo iniziato a prendere quando abbiamo risposto SI’, res­tando fedeli alla nostra vocazione, che si è manifestata quando il Si­gnore ci ha invitato a servirlo attra­verso i poveri, quelli che il suo cuore ama sopra tutto.

 

Terminiamo la nostra riflessione con la Preghiera della Famiglia Vin­cenziana, chiedendo al Signore che faccia di noi dei profeti del nostro tempo, che abbiamo il rispetto dei poveri come persone, che amiamo la verità, la giustizia e la pace.

 

Signore Gesù

che hai voluto farti povero,

dai a noi gli occhi e un cuore per i poveri,

perché possiamo riconoscerTi in loro,

nella loro sete, fame, solitudine e nelle loro miserie.

 

Suscita nella nostra Famiglia Vincenziana

l’unità, la semplicità, l’umiltà

e il fuoco della carità

che infiammò san Vincenzo de Paoli.

 

Dai a noi la forza del Tuo Spirito

per essere fedeli nel praticare queste virtù,

perché possiamo contemplarTi e servirTi nei Poveri

per essere un giorno uniti a Te,

con loro nel tuo Regno

AMEN

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