Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario A p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Lug 25, 2014 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

1Re 3,5.7-12;
Salmo 118;
Romani 8,28-30;
Matteo 13,44-52


Lectio

Salomone è la figura di colui che trova il tesoro: il Signore Gesù e si preoccupa di compiere la sua volontà. Per questo egli è lodato da Dio.

Le parabole del tesoro e della perla, proprie della redazione di Matteo, cioè non sono state prese da altre fonti (es. dal vangelo di Luca), hanno un tema comune. Mentre le altre parabole parlano del regno e dei suoi membri in quanto gruppo, queste due parabole sono indirizzate alle singole persone. Al regno va assoggettato tutto: il rapporto con le persone e con le cose, perché questo è più importante e può salvare l’uomo dalla schiavitù, verso le cose e le persone.
Nel mondo di cui narra il vangelo, i capofamiglia, a causa di invasioni nemiche o di incursioni di briganti, erano soliti sotterrare i loro piccoli risparmi, specialmente quando dovevano abbandonare, insieme alle loro famiglie il luogo dove vivevano, con la speranza che, al ritorno, sarebbero tornati in possesso dei loro averi.
La parabola della rete è simile a quella della zizzania: nella Chiesa c’è la presenza dei buoni e dei cattivi.
Invece lo scriba citato è una persona che compie questo ufficio all’interno della comunità cristiana e, quindi, sa che il vangelo è il compimento della legge di Mosé e dei profeti: il compimento dell’Antico Testamento.

Il cristiano che compie la volontà del Padre è colui che è descritto nel brano della lettera ai Romani che è proposto questa domenica anzi, siccome Paolo parla al plurale, possiamo identificare le persone in questione, con i giusti ( i buoni) che vivono all’interno della Chiesa.

Meditatio

È importante ricordare che, all’interno della Chiesa vivono i buoni ed i mediocri (i cattivi?) io non mi sento di usare il termine cattivi, preferisco usare quello di mediocri.
I buoni sono i cristiani che hanno trovato il tesoro nascosto nel campo: hanno incontrato il Risorto. Sono i cristiani che hanno fatto esperienza del Cristo risorto.
Questo significa che hanno sperimentato l’amore gratuito del Padre verso di loro e verso l’umanità.
Sono quei cristiani che vedono l’azione dello Spirito santo nel mondo. Sono coloro che comprendono che non esiste persona (credente o non credente, battezzato o non battezzato, buono o cattivo) nel cui cuore lo Spirito santo non parli e non si serva di lui per compiere le proprie opere.
Sono i cristiani che sanno di non meritare nulla, perché tutto ciò che compiono di bene è
opera dello Spirito santo.
Sono i cristiani che sanno che entreranno in Paradiso, non per loro merito, ma per l’amore gratuito del Padre che salva e continua a salvare per amore l’umanità di tutti i tempi.

Ecco perché i cristiani che hanno trovato il tesoro nascosto, che è il Risorto, non si preoccupano di salvare la fama, perché non hanno nulla da perdere, non si preoccupano del potere, perché Cristo non ebbe potere. Ma prendono le difese dei poveri e degli ultimi: di coloro che non hanno mezzi per difendersi nei tribunali, che sono vittime, dei complotti degli avvocati, spesso comprati da quelli che hanno denaro e fama…. e dei tribunali, che poi emanano sentenze inique, che sembrano eque a chi non vuol sapere e vedere…….
Auguro a tutti di trovare il tesoro che è Cristo risorto.

Buona domenica.

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