Diciannovesima Domenica del Tempo Ordinario C Di p. Giorgio Bontempi c.m.

da | Ago 12, 2013 | La Parola per la Chiesa, Uncategorized | 0 commenti

Sapienza 18,3.6 – 9

Dal Salmo 32

Ebrei 11,1 – 2.8 -19

Luca 12,32 – 48

 

 

Lectio

Ritorniamo ad un concetto fondamentale, necessario per inquadrare il brano evangelico proclamato in questa domenica: la prima generazione cristiana era convinta che il Signore tornasse dal Paradiso sulla terra per il giudizio finale, in capo alla loro generazione.

Ora, se leggiamo la pericope in questione alla luce di quanto abbiamo detto sopra, notiamo come l’attesa per la generazione di cui parla il vangelo era molto intensa.

Il cristiano che attende il suo Signore non deve aver paura della persecuzione – che imperversava contro i cristiani convertiti dall’ebraismo – e anche dalla morte; il cristiano deve essere libero dalla schiavitù dai beni terreni; il cristiano deve essere vigile come le ragazze che, nel rito matrimoniale ebraico, attendono lo sposo che può arrivare anche nella notte, con le lampade accese; il cristiano deve servire il suo Signore per amore e non per dovere, per la paura di essere castigato, per cui appena può, smette di servire, rischiando di essere sorpreso in fragrante…..

Ecco perché, a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che pensa di avere. Perché la logica è quella di servire il Signore per amore e non per dovere.

 

Meditatio

Il cristiano è colui che attende il Signore ogni giorno. Il cristiano è colui che sa che il Risorto si fa presente sempre: nel prossimo, specialmente nel povero nell’ultimo, nel malato, nell’abbandonato.

Ecco il motivo della nostra vigilanza: il Signore passa, apriamo la nostra porta! Coloro che sanno cogliere la presenza quotidiana del Cristo, sanno che Egli si manifesta nelle piccole cose, negli avvenimenti insignificanti (cfr. il venticello che Elia percepisce sul monte), nelle persone umili ecc….ecco perché a chi sa cogliere queste presenze di Cristo è dato sempre di più.

L’essere vigilante non è dell’arrivista, perché questi ha la preoccupazione di essere visibile, di sedere ai posti che contano.

L’essere vigilante non è di colui a cui interessa salvare la fama, perché si tratta di persone che vivono vite parallele….

L’essere vigilante non è di colui che è prigioniero delle cose e del denaro, perché la è il suo cuore.

L’essere vigilante non è di colui che segue le masse, le maggioranze, che mente, per stare a galla…

L’essere vigilante non è di colui che fa parte delle lobbi ( = gruppi di potere, logge ecc…), presenti anche nella Chiesa, che cercano di proteggere i loro e cercano di avere il potere nelle diocesi e nelle comunità religiose. Il Papa si è riproposto di distruggerle.

Auguro a tutti noi di accogliere ogni giorno il Signore che passa.

Buona domenica e buona continuazione dell’estate.

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