XXIV domenica del Tempo Ordinario A

da | Set 10, 2011 | La Parola per la Chiesa | 1 commento

XXIV domenica del Tempo Ordinario A
Di p. Giorgio Bontempi c.m.
Siracide 27,30 – 28,7
Dal Salmo 102
Romani 14,7 – 9
Matteo 18,21 – 33

Lectio

Pietro, nel linguaggio evangelico – come gli apostoli – rappresentano la comunità cristiana. Ora, all’interno di questa, si deve superare la legge del taglione (prima lettura) e la legge di Mosè, la prima invitava alla vendetta, la seconda al perdono ma sino ad un certo limite.
Perdonare sette volte, nel linguaggio ebraico era già un perdono perfetto. Infatti il numero sette nel linguaggio biblico indica la perfezione.
Nel linguaggio evangelico il perdono bisogna offrirlo sempre, oltre la logica ebraica, perché nel prossimo c’è il Risorto (seconda lettura). Questa è la ragione profonda del perdono cristiano.

Meditatio

Il perdono, si dice nel linguaggio comune, che è una cosa difficilissima, specialmente quando si sono ricevuti torti molto pesanti da perdonare. Si dimentica però, che il perdono non è una conquista della persona, ma una grazia che si riceve dal Signore.
Il cristiano che ha subito dei torti, prima di tutto ragioni in questo modo: il vangelo dice che un cristiano deve perdonare sempre, io non riesco a perdonare sempre, quindi sono in errore, allora chiederò al Signore di aiutarmi a perdonare sempre.
Il Signore lo esaudirà!
È sbagliato dire che è più forte di me, non riesco a perdonare! Perché – -come ho scritto sopra, si pensa di essere noi, con le nostre forze, a riuscire a perdonare che ci ha offesi, invece il perdono è grazia di Dio.
Perdonare, non significa che gli sbagli commessi non siano più sbagli: il nero resta nero e il bianco resta bianco.
Dopo aver perdonato chi ha errato, è necessario aiutarlo ad ammettere l’errore e di conseguenza aiutarlo ad emendarsi e a rendere giustizia ad eventuali vittime. Questo è il vero perdono cristiano.
Non sempre però si ha questo coraggio e allora si coprono i peccatori e si lasciano nel dolore le vittime, dando scandalo, come Chiesa, alla società.

Buona domenica

1 commento

  1. Marinella

    perdonare e di nuovo perdonare,perdono reciproco”come il Padre che è nei cieli perdona voi”……….certo da soli non potremmo mai farcela,dovremmo sempre prima ringraziare il Padre per il Dono che ci ha concesso e chiedere perdono se non sempre ne abbiamo fatto buon uso e senza mai stancarci dobbiamo sempre umilmente chiedere al Signore che ci renda capaci di perdonare senza porre condizioni,non in vista di un cambiamento dell’altro ,ma solo per seguire il Cristo,con fiducia certa nella providenza divina,cercando anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia,Valori che trovano forza e saldezza nella Parola di Dio ,nell’ Eucarestia nella Preghiera e alla presenza del Ministro di Dio,certo questo non significa che dobbiamo coprire o scendere a compromessi con il male,è ovvio il male è male e va combatutto perchè non ha ragione di esistere!!!(sopratutto all’interno della chiesa)perdonare quindi penso che significhi non condannare le persone ma accompagnarle con amorosa correzione fraterna facendole riflettere sul fatto che le loro azioni………… procurano sofferenze inutili a se stessi a gli altri,alla chiesa tutta,se si ravvedono è per Grazia di Dio, se non si ravedono continuiammo a pregare e Grazie sempre e comunque!!! e a lor signori auguriammo pace e bene!
    Buona settimana

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