Madagascar: no al rientro dell’ex presidente, nonostante le richieste africane

da | Giu 15, 2011 | Madagascar, Pace nel mondo, Politica internazionale, Storia e cronaca | 0 commenti

Dopo il parere negativo del governo, oggi anche le forze di sicurezza del Madagascar si sono opposte con “fermezza” al rientro “nell’immediato” dell’ex presidente esiliato in Sudafrica, Marc Ravalomanana, diversamente da quanto auspicato dalla Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) durante il vertice tenuto nel fine settimana a Johannesburg.

“A tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, attueremo tutte le misure necessarie per far rispettare la presente dichiarazione” si legge nel comunicato firmato dal capo di stato maggiore delle Forze armate, André Ndriarijaona, del comandante di gendarmeria, Bruno Razafindrakoto e il direttore della polizia nazionale, Désiré Ranaivoson. La tesi è che il rientro in patria di Ravalomanana, destituito nel marzo 2009 dall’attuale presidente di transizione, il controverso Andry Rajoelina, porti con sé “rischi concreti e minacce reali di disordini e scontri” tra i sostenitori dei due rivali.

Ieri era stato il governo di Rajoelina a ribadire la sua intenzione di processare l’ex capo di stato esiliato in Sudafrica per il suo presunto coinvolgimento nell’uccisione di manifestanti politici bersagliati dalle guardie di Ravalomanana davanti al palazzo presidenziale nel febbraio 2009. In un comunicato diffuso dalla capitale, Antananarivo, l’esecutivo malgascio ha anche annunciato che non firmerà la nuova ‘road map’, cioè il documento per avviare la transizione, così come è stata modificata dalla Sadc. Secondo osservatori politici gli ultimi sviluppi negoziali stanno allontanando la risoluzione della crisi in Madagascar e minano il progetto elettorale in agenda per i prossimi mesi.

Il documento per il ritorno all’ordine costituzionale varato nel fine settimana a Johannesburg conferma la permanenza al potere di Rajoelina, incaricato di organizzare le elezioni generali, e lo autorizza a candidarsi alle presidenziali ma, diversamente dalla prima versione, apre la strada al rientro nella grande isola africana dell’Oceano Indiano di Ravalomanana.

Oltre all’esclusione del Madagascar dalla Sadc, dall’Unione africana e la sospensione degli aiuti da parte dell’Unione europea, il colpo di Stato del marzo 2009 ha provocato ingenti perdite economiche per il paese, stimate in almeno nove miliardi di dollari; il numero di persone che vivono sotto la soglia di povertà è invece passato dal 68% (nel 2008) al 76% della popolazione due anni dopo.

Fonte: www.misna.org

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