Inizi della Congregazione della Missione in America Centrale

da | Mag 20, 2011 | Formazione vincenziana, Migrazioni, Notizie sulla Famiglia Vincenziana, Pubblicazioni | 0 commenti

Questo articolo, di Antonio Conte (CM), è presentato in occasione del 150° Anniversario della Famiglia Vincenziana in America Centrale.


Padre Marshall e Padre Masnou dalla Spagna, e Padre Torres dal Messico, furono i primi Vincenziani che arrivarono in America Centrale. Essi andarono in Inghilterra partendo da Parigi all’inizio del 1862. Si imparcarono a Southempton il 2 aprile, accompagnati da un numeroso gruppo di Figlie della Carità destinate ad andare all’ospedale di Guatemala: erano guidate dal Suor Broquedis che, più tardi, divenne Visitatrice delle Figlie della Carità in America Centrale.

Il giorno 17 giugno, un mercoledì, arrivarono all’isola di S. Thomas, una delle Indie Occidentali, dove Padre Crescemcop, Suor Julia Torres e Suor Assumption (Figlie della Carità giunte dal Messico), li stavano aspettando. Ssotenuti da queste nuove forze, missionari e Figlie della Carità celebrarono il Giovedì Santo nella santa chiesa dell’isola, funzionante grazie ai padri della Redenzione francesi.

Proseguendo nel loro viaggio essi arrivarono in Colombia cinque giorni dopo, e da lì proseguirono verso Panama in treno. Dopo dieci giorni di attesa in città, essi si rimisero in viaggio, navigando verso S. San José de Guatemala. Per nove giorni essi viaggiarono nell’Oceano Pacifico, facendo molte fermate nei porti di Puntarenas, Realejo, La Union, Libertad e Acajutla.

Al loro arrivo a Realejo essi incontrarono il Vescovo Bernardo Piñol y Aycinena, del Guatemala, il Vescovo di León e più tardi anche l’Arcivescovo di Guatemala. Appena il prelato ebbe avuto notizia dell’arrivo dei fratelli e delle sorelle di San Vincenzo De Paoli, andò a bordo della loro nave per accoglierli e, d’accordo con Padre Masnou fondò una casa di Figlie della Carità nella sua città episcopale.

I viaggiatori arrivarono a San Jose il 10 maggio. Furono accolti con grande calore e cortesia dal Generale Victor Zabala, che fece una grande impressione dopo i molti alti e bassi e le difficoltà del viaggio da Parigi. Due giorni dopo erano già a Guatenala City. Al loro arrivo furono accolti da Tomás Miguel Pineda e Saldana (rifugiati in Guatemala per sfuggire alle umiliazioni del governo nel loro paese), Sua Eccellenza Francisco de Paula Garcia Pelaez (Arcivescovo della metropoli centroamericana), Sua Eccellenza Colinas (Arcivescovo del Ciapas), molti consacrati e laici e un gruppo di donne tra le più in vista della capitale guatemalteca. Si incamminarono tutti verso la Cattedrale, dove il venerabile Vescovo suonò il Te Deum. Poi, Vincenziani e Figlie della Carità, presero possesso delle rispettive case, che la parte culturale della società capitolina aveva loro preparato.

Lo splendido cielo guatemalteco divenne presto un po’ buio per la Famiglia Vincenziana. Il lavoro di Dio, per essere forte e duraturo, deve passare dalla croce del conflitto. Credendo nel potere e nella benevoilenza di Dio, missionari e Figlie della Crità affrontarono la situazione e gradatamente superarono gli ostacoli che trovarono sul loro cammino.

Suor Broquedis e le sue compagne furono sistemate nell’ospedale. I missionari si presero carico del servizio spiritule di quella istituzione e dell’educazione religiosa nelle scuole, aperte dalle Figlie della Carità per dare un’educazione cristiana ai poveri.

Il 27 luglio 1863 Padre Feliz Marshall scrisse al Superiore Generale della CM che, nonstante gli ostacoli fossero sempre presenti, il lavoro di San Vincenzo de Paoli stava diventanto sempre più forte e che tutti si attendevano un futuro positivo.

La gioia aumentò nella metà del 1865 con l’arrivo di Padre Carlos Jourdain, proveniente dalla capitale del Perù. Con questo ulteriore aiuto i vincenziani poterono aprire una scuola e un seminario, come richiesto dall’Arcivescovo, situati nello spazio che oggi è occupato dalla Scuola di Medicina; al momento questo luogo appartiene ancora all’Università San Carlos di Guatemala, fianco a fianco con la Casa Provinciale delle Figlie della Carità.

Agli inizi del 1868 Padre Marshall ritornò in Europa, andando a Parigi per chiedere “rinforzi” e rientornando con un nuovo gruppo di Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, e un confratello della Congregazione della Missione, Padre Quintana. Due naufragi ruppero la monotonia del viaggio: il primo nell’Atlantico e il secondo nel Golfo di Fonseca, di fronte ad Amapala. Erano naufragati in questo porto quando ricevettero la seguente lettera dal comandante di Union, datata 17 settembre 1868:

“Essendo questa Capitaneria venuta a conoscenza che tre Sorelle della Carità sono in Ampala dopo l’affondamento della nave sulla quale viaggiavano e, considerato che in questo porto privo di ogni comodità, devono soffrire innumerevoli disagi, noi abbiamo preparato per voi una delle case più eleganti della città, della quale via apriremo le porte con grande piacere. Venite con fiducia nel lancio del portatore di questa lettera, Sig. Luis Marconi, e accettate gli umili servigi che questa Capitaneria vi offre in nome del Supremo Governo della Repubblica di El Salvador.

Vostro affezionatissimo servo

Alejandro Cabrera”

La gentile offerta fu providenziale. Ma, appena arrivati a Union e installati nella casa che era stata preparata dalla società colta del porto salvadoregno, si scatenò una tempesta d’acqua e lampi, tipica dei tropici, che raggelò il sangue delle Sorelle di Carità, tutte giovani e poco avvezze a trattare questi fenomeni naturali. A ppeggiorare le cose, subito dopo che furono andate a letto un terremoto giunse a aumentare il terrore dei viaggiatrori. Dopo il terremoto il confratello Quintana e una delle Figlie della Carità caddero malati. Cosa dovevano fare? Dovevano continuare a vagare fino a uscire da quel forno, dove la salute delle sorelle, ora indebolita dall’amarezza e dallo strazio del viaggio, o rimanere a Union a curare i malati? Dopo aver domandato al medico del porto, decisero di continuare la marcia. Alla fine i viaggiatori arrivarono a San José, dove Padre Claudio Lefay, appena arrivato in America Centrale, li stava aspettando. Due giorni dopo arrivarono nella capitale, accompagnati dalla molto onorevole Sorella Visitatrice Suor Broquedis, dalla madre superiora dell’orfanotrofio Suor Thouluc, da un buon numero di sorelle e dai Padri Pedro Jouve, Marcelino Mendez (dal Guatemala, che si era appena unito alla Congregazione), Fratel Gaston, dagli studenti del seminario e da una grande folla. Otto giorni dopo il loro arrivo, Padre Quintana spirò, affondando in un amaro dolore la Famiglia Vincenziana.

A metà dello stesso anno, Suor Thouluc e tre compagne partirono per fondare Quetzaltenango, accompagnate da Padre Jouve. Essi attraversarono La Antigua, Chimaltenango, Tecpán, Totonicapán e raggiunsero la capitale Los Altos, i cui residenti aprirono loro le porte con grande gioia. Sin da quel giorno le Sorelle di Carità non hanno mai cessato di servire nell’ospedale di quest importante città, seconda della Repubblica di Guatemala.

Il personale venne incrementato nel 1869 e nel 1873 riempiendo di gioia la nostra la casa in Guatemala con l’arrivo di Padre Juan Bautista Theilloud e José Vaysse, entrambi chiamati a svolgere un compito molto importante, in paricolare Padre José Vaysse venne mandato per diventare Direttore delle Figlie della Carità e Superiore della Casa della Missione di San Jacinto e Alegría in San Salvador.

Le Sorelle della Carità offrirono i loro servizi all’ospedale in San Salvador per alcuni anni, cioè fino quando il terremoto occorso il 19 marzo 1873 distrusse la bellissima capitale El Salvador. Molte delle sorelle si spostarono a Santa Tecla mentre Suor Schmidt e Suor Buffe si occuparono dei malati e dei feriti rimasti sotto le macerie e troppo gravi per essere trasferiti in un’altra città.

La rivoluzione del 1874 chiuse il seminario che i preti della missione gestivano in Guatemala con ottimi risultati.

Negli anni seguenti i Vincenziani stabilitisi a Popoyán e Pasto, città di Nueva Granada, ora Colombia, furono espulsi e quattro di loro arrivarono a San José di Costa Rica, come richiesto dall’Amministratore Apostolico della Diocesi, per prendere la direzione del Seminario Teologico.

Alla fine del 1878 Padre Pineada e Vayasse diedero inizio alla missione in El Salvador.

Autore: Antonio Conte, C.M..
Fonte: 30 anni in terra di El Salvador, Seconda edizione, marzo 2008.

Vedi anche
Padre Julio Pineda Portillo, C.M.(1842-1900) Fondatore delle Missioni Vincenziane in El Salvador, di José Francisco Ramos Cárcamo, C.M.Visitore dell’America Centrale Vincenziana

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