IFAD (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo): i contadini opportunità per il mondo

da | Feb 22, 2011 | Economia sociale, Fame nel mondo, Opinioni a confronto, Politiche sociali, Poverta' / analisi, Poverta' / strategie, Storia e cronaca | 0 commenti

L’Africa potrebbe nutrire il mondo se fossero adottate politiche adeguate a favore dei piccoli contadini, la colonna portante dell’economia sub-sahariana: è il messaggio di un incontro annuale del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) che si è svolto nel fine-settimana a Roma.


“L’Africa – ha sottolineato durante il Consiglio dei governatori dell’Ifad Kofi Annan, ex-segretario generale dell’Onu e presidente dell’Alleanza per la rivoluzione verde in Africa (Agra) – ha la terra e il capitale umano per sviluppare un sistema agricolo in grado di produrre eccedenze per garantire la sicurezza alimentare globale negli anni a venire”. Secondo Annan, il continente è stato finora penalizzato dalla mancanza di tecnologie e di infrastrutture, sistemi economici deboli, un regime commerciale sbilanciato e un costante calo degli aiuti internazionali. “Ma ci sono segnali che la situazione stia cambiando – ha sostenuto l’ex-segretario generale dell’Onu – innanzitutto grazie ad attività innovative di lavoro con le banche, per condividere i rischi e incrementare i prestiti al settore agricolo”.

Il Consiglio dei governatori è il massimo organo dell’Ifad. Nella sessione del fine-settimana sono state discusse strategie di lotta alla povertà e presentate iniziative a sostegno della “sicurezza alimentare”. Il presidente del Fondo, Kanayo Nwanze, ha sottolineato la necessità di “offrire alle popolazioni rurali povere l’opportunità di realizzare maggiori profitti”. Nel suo discorso il dirigente dell’Ifad ha poi messo in evidenza il rapporto tra le dinamiche economico-sociali e politiche. “Gli eventi recenti – ha detto in riferimento alle rivolte in Egitto, Tunisia e Libia – mostrano l’energia, la creatività e la forza delle giovani generazioni e l’importanza di assicurare che abbiano un futuro nelle società in cui vivono”.

www.misna.org

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