Battesimo del Signore

da | Gen 8, 2011 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Battesimo del Signore

Festa

p. Giorgio Bontempi c.m.

Isaia 42, 1 – 4.6 – 7

Salmo 28

Atti 10, 34 – 38

Matteo 3,13 – 17

Lectio

Abbiamo già sottolineato come l’autore del vangelo di Matteo sia preoccupato di annunciare ai suoi contemporanei che Gesù di Nazareth era il Messia atteso e anche il Figlio, che il Dio dei Padri ha inviato, per far conoscere all’umanità il suo amore universale ed incondizionato. In questa festa, con la quale si chiude il Tempo di Natale e si apre la prima parte del Tempo Ordinario, che terminerà il martedì precedente al mercoledì delle ceneri con cui si aprirà la santa Quaresima, il vangelo prende la figura della colomba, apparsa al termine del diluvio universale e la voce di Dio per affermare la sovranità di Gesù. Inoltre sottolinea anche che Giovanni Battista è subordinato al Cristo. Questo perché c’erano alcuni che pensavano che il più grande tra i nati di donna (= Giovanni) fosse il Messia atteso.

L’annuncio di Gesù come Messia è anche il tema della prima predicazione da parte degli apostoli narrata, in modo epico, dal libro de gli Atti degli Apostoli, in cui Pietro riassume la vicenda del suo maestro, per dimostrarne la divinità.

Il libro degli Atti degli Apostoli, non intende narrare le vicende della prima generazione cristiana, quelle le troviamo nelle lettere autografe di san Paolo, ma intende sottolineare una verità fondamentale: la chiesa è condotta dallo Spirito Santo e nulla e nessuno potrà mai cancellarla dalla storia umana.

Infine il profeta Isaia pone in risalto le qualità del messia: una persona di pace, che amagli uomini e li incoraggia a seguire Dio e a servirsi in modo corretto del creato. Purtroppo questo quadro non è stato apprezzato dal popolo d’Israele e anche da Giovanni il Battista, perché attendevano un messia con caratteristiche diametralmente opposte a quelle descritte nel libro del profeta Isaia.

Meditatio

Il battesimo era un rito in uso presso gli ebrei, ancor prima della nascita di Gesù. Si trattava di un rito di purificazione: bagnarsi nelle acque del fiume sacro. Ancor oggi in uso in diverse religioni.

Questo spiega il perché gli Israeliti accorsero in massa all’invito del Battista, per purificarsi nelle acque del fiume giordano. Quindi il battesimo di Giovanni non ha nulla in comune con il battesimo cristiano.

Dopo la risurrezione del Signore Gesù la prima comunità cristiana – quella di Gerusalemme – adottò il battesimo ebraico, modificandone il significato e con il tempo anche il rito. Non si trattò più di un gesto di penitenza, ma di un segno (= sacramento) fondamentale per la vita cristiana: l’entrata a far parte della nuova comunità fondata da Cristo, il nuovo popolo di Dio, la Chiesa (= comunità).

La persona s’immergeva nell’acqua – figura di Cristo risorto – ed emergeva l’uomo nuovo, il cristiano. Colui che – dopo un’adeguata preparazione vissuta con la comunità – accettava con gioia di vivere secondo la logica del vangelo, che è il solo che promuove la persona ad una vera felicità. Il battesimo costituiva un cambiamento profondo.

Quindi il battesimo non era un segno della cultura cristiana, un segno con cui si riteneva una persona uguale alle altre, oppure un segno con cui si preservava i bambini dal limbo!

Che cosa ne abbiamo fatto del battesimo? Possiamo dire che tanti battezzati corrispondano altrettanti cristiani? Forse dovremo cambiare qualcosa, cosa ne pensate?

Ma lo Spirito, che ha guidato e guida la Chiesa ci conduce verso la meta giusta. Il concilio Vaticano II°, il frutto migliore dello Spirito di questi ultimi anni, ha aperto una strada che non si chiuderà più.

Buona festa.

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