1° Marzo: giornata senza immigrati. Tamburi e voglia di diritti

da | Mar 8, 2010 | Migrazioni, Opinioni a confronto, Pace nel mondo, Politiche sociali, Storia e cronaca | 0 commenti

Lo scorso 1° marzo si è svolta la “Giornata senza immigrati”…forse passata un po’ sotto silenzio dei media. Pubblichiamo una breve cronaca della manifestazione tratta da “www.misna.it”.

Ritmi e colori d’Africa da Milano a Lecce, da Napoli a Perugia: in decine di migliaia hanno sfilato, esposto striscioni e persino ballato per chiedere più rispetto per gli immigrati, fattore di sviluppo “determinante” per l’Italia come ha confermato proprio oggi l’organizzazione dei produttori agricoli Coldiretti. Il corteo più imponente si è svolto a Napoli, dove hanno sfilato almeno 20.000 migranti, provenienti dal Senegal o dal Marocco, dal Bangladesh o da altri paesi asiatici. Uno degli slogan più fortunati è stato “Non siamo criminali, non siamo clandestini, ecco a voi i nuovi cittadini”. Tanti, in effetti, i riferimenti al “pacchetto sicurezza”, un coacervo di norme che introducono il reato di immigrazione clandestina, subordinano la prestazione di molti servizi essenziali alla presentazione di un permesso di soggiorno ed estendono fino a 18 mesi il periodo massimo di detenzione nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Le iniziative di sensibilizzazione sono state varie, a volte originali. A Trieste per esempio squadre di volontari hanno cancellato dai muri decine di scritte razziste, mentre a Roma un gruppo di studenti ha esposto di fronte alla sede del ministero dell’Istruzione uno striscione con un maxi-divieto d’accesso e la scritta “Eccetto per studenti bianchi, ricchi e italiani”. Cortei di migranti hanno attraversato oggi anche le città di altri paesi europei, dalla Spagna alla Grecia. Secondo l’agenzia di stampa France Presse, la “giornata senza immigrati” è “un’iniziativa francese che consiste nel ritirarsi dalla vita economica per mostrare l’apporto del lavoro straniero”. Secondo Coldiretti, nell’agricoltura un lavoratore su 10 è “extracomunitario” e circa 90.000 braccianti immigrati regolari “contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia del paese”. Ai cortei hanno partecipato o aderito anche esponenti del mondo religioso, in particolare missionario. Dalla politica sono arrivati giudizi differenti, che in qualche caso hanno posto le manifestazioni sullo sfondo di una congiuntura internazionale difficile. “Un filo rosso di lotte e sofferenza – ha detto Manuela Palermi, dirigente del Partito dei comunisti italiani (Pdci) – lega oggi la protesta dei migranti ai dati Istat sulla disoccupazione, salita a Gennaio all’8,6%”.

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