Tempo di Avvento anno C

da | Dic 6, 2009 | La Parola per la Chiesa | 0 commenti

Seconda domenica d’avvento anno C

La conversione nell’Avvento: carità, conoscenza e discernimento.

di p. Giorgio

Introduzione

Ogni domenica d’avvento richiameremo alla memoria il senso profondo di questa scansione dell’Anno liturgico: il Signore viene, quando? Ogni giorno, dove? Nel volto dei fratelli che incontro. Lo accolgo?

Lectio

Al centro della liturgia della Parola di questa seconda domenica d’Avvento c’è la figura di Giovanni il Battista. Questi si colloca tra i profeti dell’Antico Testamento, anche se ne è il più importante, perché precursore del Signore Gesù.
Il vangelo di Luca inserisce la predicazione di Giovanni all’interno della storia dell’Impero romano del tempo: la Parola coglie l’uomo nel suo mondo, non ne è avulsa.

Inoltre il vangelo intende contrapporre i grandi della storia a Giovanni, così come contrappone il piccolo popolo ebraico (1ª lettura) alle super potenze del Medio Oriente antico (Egitto e Assiria). Il Dio d’Israele, che è l’unico Dio vivente, mentre gli dei popoli vicini sono soltanto argento e oro, opera delle mai dell’uomo (cfr. Salterio). Questi farà tornare il suo popolo dall’esilio.

Così anche il nuovo popolo di Dio, la comunità cristiana è sorretta dall’aiuto dello Spirito Santo, che la protegge e la guida lungo le strade del mondo, affinché divenga portatrice dell’amore del Padre verso l’umanità (2ª lettura).

Meditatio

La figura del Battista può essere soggetta a fraintendimenti di tipo moralistico/integralista: il profeta che dice pane al pane e vino al vino. Che declina gli articoli di fede in modo chiaro e distinto, che difende i valori cristiani, il crocefisso……contro il laicismo, l’Islam e contro tutti coloro che intendono scardinare la fede cattolica dal cuore della gente!!

Ma….il vangelo è un annuncio di pace, di fratellanza, di comunione (non di comunione tra di noi e… liberazione dagli altri!!), ma della comunione che Cristo è venuto a portare.

Potremmo vedere la figura di Giovanni, come un cristiano che, prima di tutto, sa di essere la “voce” non la Parola, di essere strumento nelle mani di Dio. E, come ogni strumento, sa che può essere usato o meno, dalle mani del Signore e quindi deve anche essere disposto a rimanere in seconda linea.

Giovanni potrebbe anche essere la figura del cristiano che, dopo aver incontrato il Risorto nel volto dei fratelli, non teme più nessuno ed ha il coraggio di esprimere, sempre con carità, il proprio parere. Si tratta del cristiano libero, che non conserva scheletri nell’armadio, un cristiano non ricattabile, che non ha nulla da nascondere e da temere. Che non ragiona per sentito dire, ma porta fatti e testimonianze! Per questo può sfidare i “potenti”, coloro che sembra abbiano la forza e il potere: Pilato, Erode, scribi, farisei, dottori della Legge ecc…

Proviamo a misurarci con la figura di Giovanni, chiediamoci in che misura noi cerchiamo di vivere il Vangelo?

Buona continuazione dell’Avvento

P. Giorgio Bontempi C.M.

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